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"Latte" di anacardi

Fra i tipi di “latte” vegetale che amo di più, continuo ad annoverare quello profumatissimo di mandorla (la nostra frutta secca nazionale a km zero o quasi), o il gustoso ed esotico cocco.

Tuttavia solo con gli anacardi sono riuscita a bere di nuovo un “cappuccino” molto simile a quello di latte vaccino, e il sapore quasi neutro di questa bevanda mi ha soddisfatta pienamente.

Con un buon frullatore (io col bimby) non c’è alcun residuo o quasi, ma si forma un tutt’uno cremoso, da bere con gusto.

Se si volesse comunque filtrare, si potrà usare un telo adatto o un colino a maglie strette (resterà un po’ di okara cremosa, utile per svariate ricette. Attenzione: resterà molta più okara, e quindi un latte più povero, se non si sarà osservato l’ammollo per diverse ore!).

L’ho preparato così ed è venuto una ottima bevanda che conservo per 48 ore in frigo (non amo conservare a lungo questo tipo di preparazioni).

Ingredienti per mezzo litro di latte
75 gr di anacardi crudi biologici (in base ai propri gusti di cremosità) **
100 gr circa d’acqua oligominerale o non clorata per il primo ammollo .. più
mezzo litro d’acqua oligominerale o non clorata per l’ammollo principale

**Regolarsi nelle quantità, considerando che è bene consumare al massimo l’equivalente di 30 grammi al giorno di frutta secca/semi oleosi.

Procedimento
Ho prima sciacquato gli anacardi sotto l’acqua del rubinetto e poi li ho lasciati in un primo ammollo di 20 minuti in poca acqua non clorata che poi ho gettato via risciacquando***.

Ho poi trasferito gli anacardi in frigorifero, in un barattolo di vetro, insieme all’acqua della ricetta, per tutta la notte (6-8 ore).

Al mattino ho prima frullato (nel bimby) tutta la frutta secca e una piccola parte dell’acqua di ammollo (visto il primo breve ammollo seguito da risciacquo, recupero tutta l’acqua del secondo ammollo principale – vedi qui).

Una volta ottenuta una crema ho aggiunto gradualmente il resto dell’acqua e continuato a frullare per un paio di minuti.
Si può già bere così, completo, oppure filtrare, come spiegato sopra.

***In alternativa all’acqua in bottiglia uso l’ottima acqua del rubinetto di casa (Roma), anche se un po’ troppo calcarea. Si potrebbe bollire, lasciar depositare e poi utilizzare, ma solitamente mi regolo così: dopo aver fatto scorrere la prima acqua (che conservo per le piante o per lavare i pavimenti), riempio una o due brocche capienti; copro l’imboccatura con un telo per la polvere, e poi la utilizzo per bere dopo averla fatta depositare per qualche ora a temperatura ambiente, in modo che evapori anche parte del cloro.

In alto il falso-frutto dell’anacardio e sotto, nel suo guscio, il frutto che conosciamo
(su Wikipedia, per saperne di più)

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"Latte" di sesamo


E’ sufficiente dare un’occhiata ai valori nutrizionali del sesamo per notare che anche questo semino ha una buona quantità di calcio e, con l’aiuto del bimby, ho voluto provare anche questa bevanda, che da tempo era nella mia “scaletta”.
Ho letto in rete che sarebbe meglio lasciare in ammollo tutti i semi oleosi prima di mangiarne, pena il mancato assorbimento di minerali quali il ferro o altri a causa di antinutrienti quale l’acido fitico contenuto nei semi stessi … e così ho fatto!
Secondo me queste notizie approfondite e relativamente recenti sull’alimentazione sono dovute all’espandersi delle abitudini di pasti vegani e all’attenzione che giustamente questa categoria di persone presta all’argomento nutrizione. Io che sono ancora onnivora magari non corro rischi di avere troppi nutrienti in meno, ma, se è vero che l’informazione è potere, be’ teniamoci l’informazione in più, giusto?!!
Qui vi lascio un link interessante sull’argomento acido fitico.
Allora, ho letto che si possono utilizzare da 100 a 200 grammi di sesamo non tostato per avere 1 litro di “latte”. Questa volta ho optato per la quantità minima, in quanto ritengo che il sapore/profumo del sesamo sia un pochino pronunciato, ma vediamo gli ingredienti…

100 gr di semi di sesamo bio non tostati da ammollare
200 gr circa di acqua pura per l’ammollo dei semi
900 gr di acqua per il latte finale
piccola presa di sale fino
La sera prima ho messo in ammollo in un vasetto di vetro, in frigo i 100 gr di sesamo e tanta acqua fino a coprire completamente i semi.
Al mattino ho scolato i semi, gettando l’acqua di ammollo.
Li ho pesati e ho visto che sono diventati circa 180 grammi.
Li ho versati nel bimby insieme alla corrispondente quantità di acqua per procedere alla prima frullatura, velocità graduale fino alla turbo/10 per una 30ina di secondi.
Ho quindi riportato giù dalle pareti del boccale, con una spatola, la cremina che si era formata, ho aggiunto una piccola presa di sale fino, ho aggiunto la restante acqua (circa 720 grammi) e ho rifrullato con le stesse modalità.
Ho filtrato con un passino a maglie finissime (ove non ne aveste, consiglio di filtrare con un telo apposito). Imbottigliato e messo in frigo. Visto che si formerà una separazione fra fase acquosa e grassa scuotere un po’ la bottiglia prima di bere.
Bevuto così, “nature”, per i miei gusti ha un sapore troppo pronunciato!
Sicuramente migliore zuccherandolo al momento.
A mio giudizio comunque, non paragonabile ai migliori mandorla, cocco e perfino riso.
Credo che terrò il sesamo per i miei piatti salati a base di hummus, thaina o gomasio.
Volutamente non zucchero in fase di preparazione questo tipo di bevande per evitare che prolifichino dei batteri. Sappiamo infatti che lo zucchero funge da conservante soltanto se inserito in quantità ingenti (minimo 40% circa, come per le marmellate, ad esempio). Se ne mettiamo di meno avremo l’effetto contrario di accelerare la deperibilità del prodotto. Naturalmente potrete regolarvi come credete, ma teniate conto di questo per la conservabilità ed eventualmente zuccherate la bevanda al momento del consumo.
Naturalmente dopo aver strizzato nel panno le ultime gocce di “latte” ho surgelato la okara residua per futuri utilizzi!

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“Latte” di Cocco

Avevo un pacchetto residuo di cocco rapè in scaglie in scadenza ancora da consumare e quando ho trovato questa ricetta, mi sono messa al lavoro, riadattando il metodo al Bimby.

INGREDIENTI
80 grammi di cocco in scaglie bio al 67% di grassi
1 litro di acqua filtrata

PROCEDIMENTO
Ho portato l’acqua in ebollizione a 100°C nel bimby. Ci sono voluti 8 minuti e mezzo a vel. 3, con misurino.
Cambiando leggerissimamente il procedimento, una volta raggiunta la temperatura ho versato il cocco pesato in precedenza nell’acqua bollente (e non il contrario come da indicazioni della ricetta originaria), ho tolto il misurino e ho aspettato che si freddasse un pochino per poter frullare alla massima velocità.
Ho letto infatti che è meglio non usare la velocità 10/turbo del bimby al di sopra dei 60-70°C al massimo.
Si potrebbe anche lasciare l’apparecchio in funzione a vel. 2 o 3 senza misurino, in modo che intanto il cocco si possa idratare al meglio, ma io ho semplicemente aspettato una decina di minuti a bimby spento.
Quando la spia ha segnato 70°C ho avviato, riposizionando il misurino e ho frullato 1 minuto, vel. 10/turbo. Dopodiché ho spatolato per riportare in basso le scaglie rimaste nelle pareti del boccale e ho avviato di nuovo 1 minuto, vel. 10/turbo.
Non ho volutamente aggiunto olio, né sale: immaginavo che il cocco non mi avrebbe deluso.
Ho prima filtrato versando il liquido in una pentola larga con un colino a maglie strettissime; ho lasciato freddare velocemente la pentola in una terrina piena di acqua fredda e siberini (se lo avete usate l’abbattitore), e infine ho nuovamente filtrato con un telo doppio di garza.

La okara residua (qualcuno la chiama farina disoleata) l’ho congelata appiattendola in previsione di futuri utilizzi (quale farina di cocco per la mia granola, ad esempio). Così come pure ho voluto congelare un bel bicchierone di “latte”. Quando verranno in visita a Roma, voglio far assaggiare ai miei figli ogni tipo di bevanda vegetale che mi sto divertendo a fare in questo periodo (riso in chicchi e fiocchi, mandorle, sesamo, pieno di calcio e presto forse, avena).
Risultato: de-li-zio-so! Ha un sapore pieno e corposo, e chi ama il cocco non resta deluso da questo “latte” e da questo procedimento.
Unico difetto: non è un prodotto a chilometro zero, per cui non esattamente ecosostenibile. C’è da considerare che è destinato anche a chi non può assumere lattosio, ed è vero che si può sopperire con altre bevanda, ma è talmente buono, che di tanto in tanto possiamo anche permettercelo.
Altra cosa da non sottovalutare: il costo. Non esattamente economico. Considerando che ci vogliono 80 grammi del prodotto costosetto che vedete in foto (se lo preparate con la più economica farina di cocco assicuratevi che non sia disoleata) e che l’acqua non l’ho pagata, il costo si attesta intorno a € 1,82 di materia prima per un litro di “latte”.

2 giugno 2017

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DOLCI

Spumone al latte (e al caffè) dukan-style

Attirata dallo spumone al caffè fatto nel bimby in maniera convenzionale, ho voluto cimentarmi in questa versione al latte, “light”!

Ancora bimby quindi, anche per questo spumone adatto in periodi di dieta Dukan e non solo!

Ingredienti (per 6 coppette da circa 70 g l’una)
liquidi e congelati:
300 g latte scremato 0,1% mg congelato (18 cubetti) – 102 cal. – 34cal/100g
100 g latte scremato liquido freddo – 34 cal. – 34/100
3-4 g (1cc – cucchiaino da caffè) estratto vaniglia liquido freddo a base di vodka – 80 cal. – 240/10 cl
polveri (possibilmente fredde di frigo):
12-15 g latte scremato in polvere (1 cm – cucchiaio da minestra) – 50 cal. – 351/100
12-15 g maizena (1 cm) – 50 cal. – 351/100
4-5 g gomma di guar (1 cc) – 1 cal. – 19/100
12 micro-misurini stevia pura Stevialia (assaggiare) – cal. 0
1 pizzichino sale rosa a velo – cal. 0
qui, per capire le dimensioni

due cucchiaini da caffè (io ho usato il grandino per l’estratto e il piccolo per la gomma di guar; il microdosatore invece è per la stevia pura (Stevialia)
In un barattolino ho versato tutte le polveri;
ho aggiunto gradualmente i 100 g di latte freddo***
ho mescolato e messo in frigo coperto per un’oretta (ogni tanto andavo a rimescolare per bene)

15-20 minuti prima della breve lavorazione, ho messo in freezer il boccale del bimby
(il turbo del bimby è fenomenale; naturalmente si può comunque provare con un minipimer o frullatore o altro robot).
Una volta ben freddo il boccale, ci ho versato i cubetti di latte ghiacciato e avviato gradualmente per arrivare a vel. 10 (turbo).
Dopo qualche secondo ho stoppato, raccolto con una spatola verso le pareti, e avviato di nuovo.

Ho fermato di nuovo, ho versato dal foro il liquido del barattolino (ormai diventato cremosissimo: l’addensante aveva fatto il suo lavoro; non preoccuparsi se c’è rimasto qualche grumetto, con il turbo scompare tutto) e ho riavviato arrivando di nuovo gradualmente ad alta velocità, sempre senza farfalla (non volevo che si gonfiasse oltremodo, altrimenti poi sembra di mangiare bolle di aria..).

A ripetizione, ma velocemente, sono arrivata a questa cremosità!!

Ho riempito le mie 6 coppette, le ho coperte e ho messo in freezer.

Conclusioni
Mangiato dopo 30 minuti circa, ancora sofficissimo, ma sconsiglio di congelare per più tempo!

*** Per gustare solo un paio di coppette per volta potrebbe essere interessante in questa fase della lavorazione scaldare i 100 g di latte, amalgamarlo bene con le polveri; poi una volta freddato questo composto, mescolarlo ai restanti 300 g di latte e congelare tutto insieme, sempre in cubetti

Alternativa al gusto caffè: sostituire 30 grammi dei liquidi totali con altrettanto caffè dello studente multiplo..
Fonte 20.VII.2013

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DOLCI

Risolatte senza glutine

Per il periodo in cui ho osservato una dieta gluten-free, fra le altre cose, mi sono fatta un dolcetto per la mattina o come dessert. Niente di che, ma gradevolissimo se è un tipo di dolce al cucchiaio che incontra il vostro gusto, é totalmente senza glutine e senza latte, né derivati.

Eccolo:


Qui avevo frullato un pochino il riso prima di aggiungere la frutta

Per 12 porzioni (l’ho fatto un po’ abbondante perché l’ho porzionato, congelando)

Mi sono ispirata ad una ricetta light per il porridge che partiva con 40 gr di fiocchi di avena e 125 g di acqua per porzione … ma visto l’assorbimento del riso, ho abbondato coi liquidi, aggiungendo 1 lt latte di soia che stazionava in frigo, e sono venute 12 porzioni abbondanti.
320 gr riso (generalmente si fa con riso a chicco corto, meglio il tipo roma o analoghi, ma avevo solo il basmati)
2 lt liquido (mettere tutta acqua se si vuole light oppure 2 lt latte vegetale bio come riso/miglio/sorgo/quinoa/soia o mandorla – oppure miscelare i due liquidi)
90 gr miele biologico
3-4 cucchiaini di polvere di vaniglia naturale (o bacca tagliata coi semini)
scorza di mezzo limone bio
abbondante spolverata di cannella
pizzico di sale a 3 dita (dimenticato)
3 banane
65 gr uvetta secca
130 gr bacche di goji bio
Procedimento
Mettere in ammollo da 2 ore prima il riso nel liquido.
Poi aggiungere la vaniglia, la scorza del limone e il pizzico di sale.
Portare a quasi ebollizione a fuoco dolce e poi abbassare al minimo per 30-45 minuti o fino a completo assorbimento dei liquidi, mescolando spesso.
Se piace più fluido/cremoso aggiungere acqua calda e/o proseguire la cottura. In questo caso aumenterà anche il numero delle porzioni…
A fine cottura, togliere le bucce di limone (e l’eventuale bacca di vaniglia), aggiungere miele, cannella, frutta secca e banane a rondelle.
Una volta a temperatura ambiente, ho porzionato in vasetti dello yogurt recuperati e ho passato un’oretta in frigo e poi ho congelato coprendo con pellicola.
L’idea in più: si potrebbe fare qualche prova utilizzando l’eventuale “okara” residua del latte di riso autoprodotto.
Fonte 16.IX.2015

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"Latte" di mandorla crudo

Ho fatto altre cose in questi giorni, ma questa bevanda mi ha talmente soddisfatto che voglio subito condividere con voi, anche se ho finito di frullare in tarda serata.

VERSIONE “LATTE” DI MANDORLA CON PIU’ FIBRA
Ho appositamente evitato zuccheri che riducono la conservabilità del latte (salvo metterne in dosi massicce, vedi confetture), ma non è ciò che vogliamo in questo caso.
In piccole quantità invece gli zuccheri possono essere solo pappa per i batteri.
Se vorremo la bevanda dolce potremo sempre aggiungere dello zucchero al momento del consumo.
Dopo le solite perlustrazioni in rete quindi, ecco estrapolata la mia versione attuale di latte di mandorle.


Okara residua dopo la “mungitura” (mi raccomando non buttatela; eventualmente congelatela appiattendola un po’: si riutilizza per ricettine fantastiche).

 
Ingredienti per 1 litro di latte:
100 g mandorle bio sgusciate + 2 mandorle armelline amare (non spellate)
1 litro e 1/4 di acqua oligominerale (o non clorata)
1 cucchiaio olio girasole bio deodorato o altro olio delicato (facoltativo, ma secondo me arrotonda il sapore e d’altronde anche il latte commerciale ne contiene)
1 pizzico di sale
 
Procedimento
Ho prima lavato accuratamente le mandorle.
Le ho messe in ammollo in un barattolo di vetro chiuso, ricoprendole con la metà dell’acqua presa dal totale, e riposte in frigorifero per una notte.
Dopo le ore di ammollo, ho versato il tutto (anche l’acqua di ammollo *** ) nel frullatore, insieme con l’olio e il sale.
Ho frullato gradualmente alla massima velocità per 2-3 minuti (usando il bimby frullare 1 solo minuto)
A questo punto ho proceduto ad un primo sommario filtraggio con un colino, versando di nuovo i residui delle mandorle (l’okara) nel frullatore.
Ho aggiunto alla okara l’altro mezzo litro di acqua e ho frullato di nuovo per altri 2-3 minuti (col bimby 1 minuto).
Ho unito questo all’altro composto.
Ho infine filtrato il tutto in un telo di garza doppio (senza residui di detersivi) e strizzato al massimo per ottenere quanto più liquido possibile.
Quando si consuma è bene scuotere la bottiglia per rimescolare sedimenti, grassi e parte acquosa.
La bevanda ha un marcato sapore di mandorla che a me piace moltissimo anche così, senza zucchero.
Non ho prove scientifiche di quanto potrebbe durare il latte in frigo: ognuno dice la sua, ma visto che il preparato contiene acqua ma non conservanti, direi che per 2 giorni possiamo stare tranquilli.
Se non si consumasse velocemente invece, se ne potrebbe preparare la metà, o parte del prodotto potrebbe essere congelato e chiuso in barattoli di vetro, evitando di riempirli troppo: il liquido congelando aumenta di volume e potrebbe spaccare il vetro.
*** Ho letto in qualche articolo “crudista” che dopo il procedimento di ammollo delle mandorle sarebbe meglio gettare l’acqua per il loro contenuto di acido fitico. Ormai lo faccio spesso anche io, anche se mi sembra che così il latte perda un po’ di sapore. Decidete voi cosa fare. Qui per saperne di più.

 
VERSIONE “LATTE” DI MANDORLA SENZA PELLICINE

Ingredienti per 1 litro di latte:

120 g di mandorle sgusciate bio + 2 mandorle armelline amare
1 litro e 1/4 acqua (oligominerale o comunque filtrata, senza cloro)
1 cucchiaio olio girasole bio deodorato (o altro olio delicato)
1 pizzico di sale fino
 
Procedimento

Ho prima lavato accuratamente le mandorle con tutta la pellicina marrone (il tegumento esterno).
Le ho messe in ammollo in un barattolo di vetro chiuso, ricoprendole con una parte dell’acqua presa dal totale, e riposte in frigorifero per diverse ore (8-10).
Dopo le ore di ammollo, ho scolato le mandorle, ho tenuto da parte l’acqua, e ho tolto le pellicine abbastanza facilmente.
Intanto ho versato nel frullatore l’acqua recuperata dall’ammollo (mantenuta pulitissima), ma ho letto che sarebbe meglio cambiarla (come da link sopra), insieme alle mandorle ormai pelate, il resto dell’acqua, l’olio e il sale.
Ho frullato alla massima velocità per 3-4 minuti, con un breve intervallo per non surriscaldare né frullatore, né latte.
In alternativa procedere alla doppia frullatura come la versione di latte di mandorla con le pellicine.
Ho infine filtrato il tutto in un telo di lino (senza residui di detersivi), ho strizzato al massimo per ottenere quanto più liquido possibile e ho recuperato l’okara (il residuo secco delle mandorle, che ho congelato e che userò per altro).


Okara residua dopo la “mungitura”, da mandorle pelate
Fonte 20.X.2015
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"Latte" di riso – quello buono

Ed ecco il mio “latte” di riso cotto nei barattolini, in pentola a pressione: il migliore in assoluto almeno fino a questo momento e almeno secondo il mio gusto!!
Certo, sa di riso, ma risulta dolce senza avere un grammo di zucchero aggiunto; non è colloso, né viscido!


Ho provato a realizzare al meglio anche questa bevanda vegetale quale alternativa più economica rispetto a quella di mandorle bio che faccio di solito.
Il “latte” di queste ultime infatti non è esattamente economico, neanche se ce lo facciamo in casa, salvo contenere un po’ i costi – come ho fatto io – comprando insieme ad amiche grossi quantitativi di mandorle.
Dopo una prova precedente che mi ha dato un “latte” colloso/gelatinoso (sembra che in rete venga a tutti così, o quasi), ho provato ad osservare pari pari il procedimento di questa ricetta.
Ho trovato però che – a mio gusto – l’aggiunta di malto d’orzo in polvere che l’autrice suggerisce, è quasi ininfluente (a parte un minimo di “polverosità” residua) in quanto grazie a questa lavorazione particolare (e lunga) questo latte è già buono così, ma fate le vostre prove per sapere se vi piace di più “con” o “senza”! 😉
Naturalmente chi non ha problemi di glutine può utilizzare il mezzo cucchiaino raso di malto suggerito; prolungando di qualche ora la preparazione avrete infatti un latte ancora più dolce e meno colloso proprio per la scissione degli amidi ad opera dell’azione enzimatica di questo tipo di malto; altrimenti, come ho fatto a volte (o per velocizzare), potrete dare qualche aggiustatina qua e là per migliorare il sapore e frullare da subito il vostro latte all’apertura del barattolino!
E veniamo alle dosi per circa 3 litri di latte di riso se riuscirete a mettere 5 barattolini delle dimensioni illustrate sotto, nella vostra pentola a pressione (altrimenti potrete aumentare).

Ingredienti per ciascun barattolino (circa 550-600 gr di latte finale):
50 g riso (io l’originario tondo integrale bio: ho letto essere più dolce rispetto ad altri tipi di riso)
500 g circa (o più, a seconda di come volete denso il latte) di acqua oligominerale o filtrata o non clorata per la frullatura, più stesso tipo di acqua, sufficiente per i vari cambi per l’ammollo
1 pizzichino di sale a 2 dita (è segnalato sulle confezioni di latte commerciale, quindi l’ho messo)
1 cucchiaino di olio leggero (anche di questo ho letto sulle confezioni dei commerciali)
2 g di estratto di malto d’orzo in polvere (secondo l’autrice è essenziale, io direi di fare qualche prova: potrebbe piacere anche senza)***
¼ di cucchiaino raso di vaniglia naturale in polvere (facoltativa)
1 dattero (facoltativo)
1 mandorla amara (facoltativa: velenose se prese in grosse quantità, una sola mandorla possiamo tranquillamente “reggerla” e dà un aroma naturale inconfondibile)
***Potrete usare questo (il mio malto di questa volta), oppure per andare sul biologico, questo (più costoso).
Poi sono definitivamente passata a questo tipo biologico e relativamente economico:

Procedimento

  • Usare barattolini di vetro completi dei loro coperchi click-clack di cm. 6,50 larghezza x cm. 8,50 altezza, con una portata di 170 grammi di acqua a filo del bordo.
  • In ciascun barattolino chiuso da relativo coperchio, ho messo in ammollo per 24 ore in frigorifero, 50 grammi di riso (aumenterà sia di volume che di peso: a me un barattolino così è arrivato a pesare circa 120 grammi dopo cotto).
  • Ho riempito ciascun barattolino di acqua, cambiandola per 2-3 volte nelle 24 ore. Questo è un primo punto interessante: con questo procedimento il riso perderà un po’ dell’amido che conferisce collosità al prodotto e si gonfierà per bene. Quindi in cottura non avremo un eccessivo aumento di volume del riso nei barattoli.
  • Passate le 24 ore, lasciare l’acqua quasi fino al bordo del barattolo, chiudere il coperchio e mettere il barattolo (o i barattoli) nella pentola a pressione avvolto in un pezzetto di tela per evitare rotture in ebollizione; riempire d’acqua fino al livello massimo della pentola e chiudere (se usate i barattolini come i miei, sono abbastanza bassi da essere ricoperti dal livello dell’acqua). Cuocere a fuoco bassissimo per circa 3 ore dal fischio.
    Questo è un altro punto interessante in quanto questa lunghissima multi-cottura del riso direttamente in barattoli di vetro piuttosto che cottura direttamente in acqua nella pentola ci farà comodo, oltre per non far sparare fuori l’amido dai fori della valvola della pentola a pressione, anche per trovare sempre pronta la nostra porzione di riso sterilizzato e sottovuoto da trasformare in “latte”.
  • Al termine fate “sfiatare”, avvolgete la pentola a pressione in una coperta e lasciate raffreddare lentamente. Ci vorranno minimo 8 ore. I barattoli si presenteranno completamente pieni di riso cotto e chiusi ermeticamente (i coperchi non dovranno più fare click-clack). Potete conservarli così anche per parecchi mesi. Non so se è una mia impressione, ma trovo che questo lungo raffreddamento “sotto-coperta” – insieme alla precedente lunghissima cottura – per una qualche reazione riesce a sopperire all’aggiunta del malto in polvere, e si riesce a bere un latte che, a differenza di altri procedimenti, si presenta privo di collosità”.
  • (volendo evitare il malto, saltate questo passaggio) Per produrre il mio latte apro il barattolo, lo verso in una terrina, aggiungo il malto d’orzo in polvere, mescolo bene e copro con pellicola. Lascio riposare per 4-6 ore almeno nel forno che accendo a 30°C per la prima mezz’ora (in estate evito: la temperatura ambiente mi sembra sufficiente, se non addirittura fare un passaggio in frigorifero). Alla fine di questo passaggio il riso risulterà molto più ammorbidito e “liquefatto”.
Riso più ammorbidito dopo qualche ora dall’aggiunta del malto.
  • Dopo una mescolata verso il riso nel frullatore, aggiungo l’olio e.v.o. o di semi biologico spremuto a freddo (girasole deodorato o riso o mais, o altro),  il pizzico di sale, e se voglio migliorarne il gusto, la vaniglia naturale, il dattero e la mandorla amara a pezzetti (se non volete far diminuire la conservabilità del prodotto, evitate di mettere zucchero se non al momento del consumo. Lo zucchero – salvo che ne mettiate il 40% almeno – favorisce la proliferazione batterica!!!).
  • Faccio frullare per il tempo dovuto con circa 500-550 grammi di acqua. Prima ne aggiungo poca per creare una prima “poltiglia”, poi frullo tutto il resto (io 1 minuto gradualmente a vel. 10 nel bimby).
  • Mi sembra ininfluente il passaggio seguente, ma se decido di non berlo “intero”, filtro il tutto con un passino a maglia molto fitta o meglio ancora, “mungo”, come si dice in gergo, versando tutto il frullato in un telo che non sa di detersivo e torco per bene (mani superpulite o lavorare coi guanti di lattice!) per far fuoriuscire quanto più “latte” possibile! (a questo punto si può decidere se tenere l’okara residua: se è abbastanza si può congelare per altri utilizzi).
  • Conservazione: trovo che sia un “latte” delicato e non andrei oltre i 2-3 giorni di frigo, specialmente in estate. Per questo motivo meglio preparare dei barattolini piccolini in modo di non avere più di mezzo litro di latte per volta (naturalmente se in famiglia lo bevono in tanti potremo fare diversamente).

Come si nota, questa non è una bevanda “raw” (cruda), o crudista.
Non per snobbare, anzi (mangiare crudo generalmente può essere molto salutare), ma a differenza dei semi oleosi, che invece consumo crudi (a volte precedentemente ammollati), non amo bere cereali crudi.
Questo, per avere una maggiore digeribilità ed evitare problemi legati a cattiva conservazione o di stoccaggio, aflatossine, ecc.

La dritta
Una volta seguito il procedimento la prima volta, direi che si può velocizzare il tutto mettendo a bagno il riso in un’unica terrina di coccio/vetro coperta, in frigorifero, cambiare l’acqua 2-3 volte nella giornata e poi riempire ciascun barattolino per circa 2/3 (due terzi) col riso scolato, ormai ammollato e gonfio. Aggiungere acqua filtrata fino a un dito sotto il coperchio e proseguire col procedimento descritto sopra. Con la mia nuova grande pentola a pressione, a seconda delle dimensioni dei barattolini che riuscirò a “stiparci”, mi occorreranno circa 500 grammi di riso di partenza per arrivare a circa 6 litri di latte totale finale.

19 novembre 2015

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"Latte" di riso da fiocchi (super-rapido)

Potevo non darmi un’altra “chance”?
.. e allora il giorno successivo alla preparazione del latte di riso classico, eccovi un nuovo latte di riso, ma da fiocchi.

Mi sono detta: “vuoi che qualcuno non ci abbia già pensato?”. Effettivamente googlando ho trovato che la simpatica Regina del Sapone lo aveva già provato nel lontano 2011 (anche se a me il risultato finale sembra un po’ troppo liquidino), ma io l’ho scoperto da sola, adesso, perché da pochissimo sto autoproducendomi queste bevande.

Da quello che ho letto, i fiocchi vengono precedentemente cotti (a vapore o altro) e quindi mi sembra una buona idea accelerare al massimo il processo, procedendo ad una frullatura dopo un tempo minimo di ammollo dei suddetti fiocchi (senza ulteriori cotture!).

Ecco la mia versione.

Ingredienti
60 g di fiocchi di riso integrale bio (è sufficiente un ammollo di un’oretta o due al massimo in acqua filtrata)
1 litro di acqua oligominerale o filtrata
1 cucchiaio di olio e.v.o. o altro poco aromatico a piacere (facoltativo)
1 cucchiaino raso di vaniglia naturale in polvere (facoltativo)
1 dattero (facoltativo)
1 pizzico di sale rosa dell’Himalaya (facoltativo)
1 mandorla amara (facoltativa; anche soltanto una: dà un profumo deciso e a me piace moltissimo).

Procedimento
Dopo il breve ammollo precedente, ho proceduto alla immediata frullatura.
Ho versato nel frullatore prima il pappotto di riso più mezzo litro d’acqua.
Ho frullato.
Poi ho filtrato e recuperato l’okara (il residuo dei fiocchi), con la quale ho ripetuto l’operazione aggiungendo l’altra metà dell’acqua.


Infine ho filtrato il tutto nuovamente con un colino a maglie strettissime o col solito telo doppio di tela.
Fatto.
Il sapore: forse appena più “polveroso” del “latte di riso – quello buono” (che continuo a preferire), ma per i pigroni come me, o chi va di corsa, è una alternativa valida!

Consistenza: ottima, non collosa!!

19 novembre 2015