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LIQUORI, bevande, sciroppi, ecc.

"Latte" di sesamo


E’ sufficiente dare un’occhiata ai valori nutrizionali del sesamo per notare che anche questo semino ha una buona quantità di calcio e, con l’aiuto del bimby, ho voluto provare anche questa bevanda, che da tempo era nella mia “scaletta”.
Ho letto in rete che sarebbe meglio lasciare in ammollo tutti i semi oleosi prima di mangiarne, pena il mancato assorbimento di minerali quali il ferro o altri a causa di antinutrienti quale l’acido fitico contenuto nei semi stessi … e così ho fatto!
Secondo me queste notizie approfondite e relativamente recenti sull’alimentazione sono dovute all’espandersi delle abitudini di pasti vegani e all’attenzione che giustamente questa categoria di persone presta all’argomento nutrizione. Io che sono ancora onnivora magari non corro rischi di avere troppi nutrienti in meno, ma, se è vero che l’informazione è potere, be’ teniamoci l’informazione in più, giusto?!!
Qui vi lascio un link interessante sull’argomento acido fitico.
Allora, ho letto che si possono utilizzare da 100 a 200 grammi di sesamo non tostato per avere 1 litro di “latte”. Questa volta ho optato per la quantità minima, in quanto ritengo che il sapore/profumo del sesamo sia un pochino pronunciato, ma vediamo gli ingredienti…

100 gr di semi di sesamo bio non tostati da ammollare
200 gr circa di acqua pura per l’ammollo dei semi
900 gr di acqua per il latte finale
piccola presa di sale fino
La sera prima ho messo in ammollo in un vasetto di vetro, in frigo i 100 gr di sesamo e tanta acqua fino a coprire completamente i semi.
Al mattino ho scolato i semi, gettando l’acqua di ammollo.
Li ho pesati e ho visto che sono diventati circa 180 grammi.
Li ho versati nel bimby insieme alla corrispondente quantità di acqua per procedere alla prima frullatura, velocità graduale fino alla turbo/10 per una 30ina di secondi.
Ho quindi riportato giù dalle pareti del boccale, con una spatola, la cremina che si era formata, ho aggiunto una piccola presa di sale fino, ho aggiunto la restante acqua (circa 720 grammi) e ho rifrullato con le stesse modalità.
Ho filtrato con un passino a maglie finissime (ove non ne aveste, consiglio di filtrare con un telo apposito). Imbottigliato e messo in frigo. Visto che si formerà una separazione fra fase acquosa e grassa scuotere un po’ la bottiglia prima di bere.
Bevuto così, “nature”, per i miei gusti ha un sapore troppo pronunciato!
Sicuramente migliore zuccherandolo al momento.
A mio giudizio comunque, non paragonabile ai migliori mandorla, cocco e perfino riso.
Credo che terrò il sesamo per i miei piatti salati a base di hummus, thaina o gomasio.
Volutamente non zucchero in fase di preparazione questo tipo di bevande per evitare che prolifichino dei batteri. Sappiamo infatti che lo zucchero funge da conservante soltanto se inserito in quantità ingenti (minimo 40% circa, come per le marmellate, ad esempio). Se ne mettiamo di meno avremo l’effetto contrario di accelerare la deperibilità del prodotto. Naturalmente potrete regolarvi come credete, ma teniate conto di questo per la conservabilità ed eventualmente zuccherate la bevanda al momento del consumo.
Naturalmente dopo aver strizzato nel panno le ultime gocce di “latte” ho surgelato la okara residua per futuri utilizzi!

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“Latte” di Cocco

Avevo un pacchetto residuo di cocco rapè in scaglie in scadenza ancora da consumare e quando ho trovato questa ricetta, mi sono messa al lavoro, riadattando il metodo al Bimby.

INGREDIENTI
80 grammi di cocco in scaglie bio al 67% di grassi
1 litro di acqua filtrata

PROCEDIMENTO
Ho portato l’acqua in ebollizione a 100°C nel bimby. Ci sono voluti 8 minuti e mezzo a vel. 3, con misurino.
Cambiando leggerissimamente il procedimento, una volta raggiunta la temperatura ho versato il cocco pesato in precedenza nell’acqua bollente (e non il contrario come da indicazioni della ricetta originaria), ho tolto il misurino e ho aspettato che si freddasse un pochino per poter frullare alla massima velocità.
Ho letto infatti che è meglio non usare la velocità 10/turbo del bimby al di sopra dei 60-70°C al massimo.
Si potrebbe anche lasciare l’apparecchio in funzione a vel. 2 o 3 senza misurino, in modo che intanto il cocco si possa idratare al meglio, ma io ho semplicemente aspettato una decina di minuti a bimby spento.
Quando la spia ha segnato 70°C ho avviato, riposizionando il misurino e ho frullato 1 minuto, vel. 10/turbo. Dopodiché ho spatolato per riportare in basso le scaglie rimaste nelle pareti del boccale e ho avviato di nuovo 1 minuto, vel. 10/turbo.
Non ho volutamente aggiunto olio, né sale: immaginavo che il cocco non mi avrebbe deluso.
Ho prima filtrato versando il liquido in una pentola larga con un colino a maglie strettissime; ho lasciato freddare velocemente la pentola in una terrina piena di acqua fredda e siberini (se lo avete usate l’abbattitore), e infine ho nuovamente filtrato con un telo doppio di garza.

La okara residua (qualcuno la chiama farina disoleata) l’ho congelata appiattendola in previsione di futuri utilizzi (quale farina di cocco per la mia granola, ad esempio). Così come pure ho voluto congelare un bel bicchierone di “latte”. Quando verranno in visita a Roma, voglio far assaggiare ai miei figli ogni tipo di bevanda vegetale che mi sto divertendo a fare in questo periodo (riso in chicchi e fiocchi, mandorle, sesamo, pieno di calcio e presto forse, avena).
Risultato: de-li-zio-so! Ha un sapore pieno e corposo, e chi ama il cocco non resta deluso da questo “latte” e da questo procedimento.
Unico difetto: non è un prodotto a chilometro zero, per cui non esattamente ecosostenibile. C’è da considerare che è destinato anche a chi non può assumere lattosio, ed è vero che si può sopperire con altre bevanda, ma è talmente buono, che di tanto in tanto possiamo anche permettercelo.
Altra cosa da non sottovalutare: il costo. Non esattamente economico. Considerando che ci vogliono 80 grammi del prodotto costosetto che vedete in foto (se lo preparate con la più economica farina di cocco assicuratevi che non sia disoleata) e che l’acqua non l’ho pagata, il costo si attesta intorno a € 1,82 di materia prima per un litro di “latte”.

2 giugno 2017

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CONTORNI e verdure di ogni genere

Polpettine di cavolo rosso e okara di soia

Tempo fa ebbi occasione di autoprodurre del latte di soia.
Il residuo di tale lavorazione – l’okara – l’ho messo in congelatore…
Stasera ho pensato di farci qualcosa…
Dopo qualche ricerca questo è stato il risultato:

Le polpettine di cavolo rosso sono le due piccole centrali nella foto

Ingredienti:
150 g circa di okara (io congelata)
150 g cavolo rosso
2 cucchiaini colmi di fecola di patate
cipolla
erbe fresche aromatiche del mio balcone (timo, erba cipollina, maggiorana, salvia)
un giro d’olio e.v.o.
gomasio per insaporire
semi di sesamo per ricoprire
olio per friggere


Ho messo nella pentola a pressione in basso tutta la okara che mi serviva per i tre tentativi che ho fatto stasera (circa 450 grammi in totale).
Ho aggiunto un bicchiere e mezzo d’acqua.
Nel cestello rialzato ho messo il cavolo rosso tagliando un po’ le foglie (ma anche zucchine e patate a cubotti che mi servivano per altre ricette)
Ho calcolato 8 minuti di cottura dal fischio.
Poi ho frullato insieme il cavolo rosso lessato, la okara, la fecola di patate e tutti gli ingredienti previsti.
Ho dato la forma di polpettine e ho rotolato in semini di sesamo.

Questa volta invece di cuocere al forno, ho fritto le polpettine in olio ben caldo…

16.IV.2012

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CONTORNI e verdure di ogni genere

Burger di zucchine e okara di soia

Tempo fa ebbi occasione di autoprodurre del latte di soia.
Il residuo di tale lavorazione – l’okara – l’ho messo in congelatore…
Stasera ho pensato di farci qualcosa…
Ho fatto delle ricerche dentro e fuori Cookaround e … questo è stato il risultato:

Il burger di zucchine è quello in alto a destra nella foto

Ingredienti di questo tentativo:
150 g circa di okara (io congelata)
150 g zucchina lessata (1 piccola)
100 g pane raffermo ammollato nel latte (o latte di riso)
aglio
prezzemolo
coriandolo
un giro d’olio e.v.o.
sale
pan grattato o farina per infarinare


Ho messo nella pentola a pressione in basso tutta la okara che mi serviva per i tre tentativi che ho fatto stasera (circa 450 grammi in totale).
Ho aggiunto un bicchiere e mezzo d’acqua.
Nel cestello rialzato ho messo la zucchina tagliata a grossi cubotti (ma anche cavolo rosso e patate che mi servivano per altre ricette)
Ho calcolato 8 minuti di cottura dal fischio.
Poi ho frullato insieme le zucchine, il pane ammollato, la okara e tutti gli ingredienti previsti.
Ho dato la forma di burger e infarinato con della farina che avevo tostato.
Ho quindi cotto in forno per 25-30 minuti a 200°C, rigirando delicatamente con una paletta a 10 minuti da fine cottura.

16.IV.2012

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CONTORNI e verdure di ogni genere

Burger di patate e okara di soia

Tempo fa ebbi occasione di autoprodurre del latte di soia.
Il residuo di tale lavorazione – l’okara – l’ho messo in congelatore…
Stasera ho pensato di farci qualcosa…
Ho fatto delle ricerche dentro e fuori Cook e … questo è stato il risultato:
Il burger di patate è quello in basso
 

Ingredienti:
150 gr okara
150 gr patata lessa (1 patata media)
paprika dolce
aglio
basilico
sale
un giro d’olio e.v.o.
pangrattato o farina per infarinare


Ho messo nella pentola a pressione in basso tutta la okara che mi serviva per i tre tentativi che ho fatto stasera (circa 450 grammi in totale).
Ho aggiunto un bicchiere e mezzo d’acqua.
Nel cestello rialzato ho messo la patata tagliata a grossi cubotti (ma anche cavolo rosso e zucchina che mi servivano per altre ricette)
Ho calcolato 8 minuti di cottura dal fischio.
Poi ho frullato insieme le patate, la okara e tutti gli ingredienti previsti.
Ho dato la forma di burger e infarinato con della farina che avevo tostato.
Ho quindi cotto in forno per 25-30 minuti a 200°C, rigirando a 10 minuti da fine cottura aiutandomi delicatamente con una paletta.
16.IV.2012