In questi giorni, dopo aver fatto i corzetti liguri alla mia maniera (trovate qui come ho preparato questa bellissima pasta ligure), mi è rivenuta voglia di pesto…
Cogliendo idee qua e là e unendo ingredienti che a mio gusto potevano andare, direi che il risultato ci ha soddisfatti pienamente…
Questa volta ho unito i pistacchi alle noci e al tradizionale basilico, col tocco finale della zucchina nell’acqua di cottura della pasta..
Gli ingredienti per 3 o 4 persone
(ho deciso successivamente di eliminare l’ingrediente che vedete nella ciotolina con lo smile):
100 gr pistacchi sgusciati (se avete pazienza pelateli proprio; io ho pelato solo quelli per la guarnizione)
25 gr gherigli di noci (era prevista metà dose rispetto ai pistacchi, ma non ne avevo..)
1 – 2 spicchi d’aglio
peperoncino
parmigiano reggiano q.b.
olio extra vergine di oliva
sale (pochissimo.. io a volte non lo metto proprio, visto che c’è il formaggio)
1 o 2 zucchine (facoltative, in cottura con la pasta)
se non avete il mortaio o la pazienza per pestare a mano…
tutti gli ingredienti nel mixer, o bimby.. una frullatina .. e via..
(certo le antiche usanze non prevedevano l’uso di un attrezzo di questo genere ma quello di un solido mortaio di marmo.. ma .. tant’è!!!…)
il pesto nel bimby
.. e nel barattolino ..
Ho messo a lessare le zucchine tagliate a listerelle nell’acqua in ebollizione, contemporaneamente alla pasta e le ho successivamente scolate insieme.
Meglio togliere la parte spugnosa centrale delle zucchine, prima di affettarle..
Per la composizione del tortino dei corzetti, ho unito e mescolato un pochino di acqua di cottura della pasta alle zucchine e a un po’ di pesto.
Gli strati dovranno essere almeno 4 o 5.
Per ogni signora direi che vanno bene le 3 torrette che vedete nella foto sopra, per i giovanotti anche 4!!!
in questa versione ho messo anche delle patate nell’acqua di cottura della pasta, ma ritengo che sia meglio solo la zucchina: ingentilisce e alleggerisce di più il piatto.. ma fate pure a vostro gusto, male non ci sta!!
Fonte 30.VI.2012
Mese: Aprile 2017
Cercando un condimento per i miei pseudo corzetti (trovate qui come ho preparato questa bellissima pasta ligure), ho voluto adattare questo nuovo pesto col mio bimby, ed ecco che un’altra specialità ligure entra a far parte dei pesti che amo..
Secondo l’autore questa salsa si sposa benissimo con trofie paglia e fieno, pansoti alle erbe, reginette (oltre che, secondo me, ai miei pseudo-corzetti della foto)
Ingredienti per 4-5 persone:
150 gr. gherigli di noci (andrebbero spellati… ma)
150 gr latte intero
2 spicchi di aglio piccoli senza anima
mezzo peperoncino secco
1 rametto maggiorana fresca del mio balcone
mollica di due fette di pane (60 gr.)
sale fino
olio extra vergine di oliva
30-40 gr parmigiano reggiano
Ho fatto così (volutamente e ripetutamente per non surriscaldare gli ingredienti):
– ho messo insieme parmigiano, aglio, peperoncino, maggiorana – 10″, vel. 9,
– ho aggiunto i gherigli di noci e il sale fino (non volevo che le noci si disintegrassero del tutto) – 5″, vel. 9, (prossima volta anche meno
)
– infine ho aggiunto la mollica e tutto il latte che la stava ammorbidendo – 5″, vel. 5.
Risultato
Fonte 28.VII.2012
Dosi per un gelato al fiordilatte partendo dalla base bianca di Cioccogolosa, ma utilizzando il bimby per la lavorazione, e soltanto 1 busta di panna fresca da 250 ml, che è di solito il formato che si trova al super.
Fiordilatte con variegatura topping al cioccolato
Quindi, ho riadattato le dosi così (badate che i millilitri per la panna, non sono esattamente equivalentii ai grammi, ma tanto possiamo spaziare dai 50 ai 100 grammi in più consigliati per il fiordilatte!!!):
830 g latte fresco intero
250 ml panna
200 g zucchero (io di canna greggio)
40 g destrosio
40 g latte scremato in polvere
5 g farina semi carrube
3 g semini bacca vaniglia
Vengono poco più di 1350 grammi di base da suddividere in due vaschette…
Ho prima portato i liquidi a temperatura fin quando non si è fissata la spia luminosa, così:
7′, 90°C, vel. 2
Una volta a temperatura, ho fatto stare ancora due minuti versando a pioggia i solidi e i semi di vaniglia dal foro del boccale, mentre le lame erano in movimento così:
2′, 80°C, vel. 2
Una volta spento e abbassata un minimo la temperatura, ho omogeneizzato così:
1′, gradualmente a vel. massima
Come al solito ho poi versato in un bagnomaria di acqua fredda per un’oretta, fatto maturare in frigo per la nottata (io di solito faccio 6 ore circa) e poi ho congelato.
Quando avrò voglia di gelato prenderò metà o tutta la dose, la farò a cubetti per mantecarla, e ci aggiungerò del topping al cioccolato o amarene sciroppate, ecc.
Fonte 22.VII.2012
Ecco i miei Inganna-Prit o Finti Cappelletti.
Tanto per variare è un formato di pasta povera tradizionale che ci arriva dall’Emilia Romagna.
Questo un video di questa pasta più difficile da spiegare che da realizzare.
Ho fatto 5 uova, 750 gr di farina (00 e un po’ di semola) e qualche guscio di latte…
In tutto 1.050 grammi…
Lato: 5 cm circa
Li volevo belli grandini per una pastasciutta; se si vogliono per brodo si fanno più piccolini.
Dopo aver fatto l’impasto e averlo fatto riposare 30 minuti, ho tirato delle strisce alla penultima tacca della mia Titania (in tutto 6 spessori).
Si taglia la sfoglia a quadratini come per i tortellini, si appoggia il quadratino sull’indice in diagonale e si stringono le due punte inferiori, bagnando le estremità; poi si ricongiungono le altre due punte sopra al dito (anche qui meglio bagnare gli angolini da far aderire).
Generalmente si condiscono con sugo semplice senza carne, ma con il ragu’ prendono il sapore di veri tortellini!
Fonte 14.VII.2012
Ghiaccioli alla liquirizia
Come mi ero ripromessa – dedicato a chi ama la liquirizia – ecco i conteggi per il bilanciamento degli ingredienti che mi sono inventata per fare qualche ghiacciolo.
Sono venuti mooolto liquiriziosi, morbidi e dolci; se si vogliono più leggeri, occorrerà partire con un 20-25% di sciroppo di liquirizia, ma occorrerà rifare tutti i calcoli…
Ingredienti per 450 grammi di ghiaccioli
Per 6 ghiaccioli da poco più di 70 grammi ciascuno, ho fatto così:
180 g sciroppo di liquirizia (il mio) – 40%
39 g zuccheri (33 g zucchero di canna integrale bio + 6 g destrosio) – 28% compresi gli zuccheri dello sciroppo
5- 6 g succo di limone bio (1 cucchiaino) – 1,2%
2 g farina di semi di carruba bio – circa 4‰
223 g acqua – quantitativo per arrivare ai 450 grammi decisi inizialmente
Procedimento (eseguito come al solito, parzialmente a caldo, per poter usare unicamente farina di semi di carruba biologica anziché altri addensanti)
Portare l’acqua a quasi ebollizione
3′, 90°C, vel. 2
Intanto ho mescolato in una terrina i solidi (zuccheri, e f.s.c.)
Giunto a temperatura, con le lame in movimento, ho versato a pioggia i solidi
2′, 80°C, vel. 2
Alla fine, facendo scendere la temperatura a circa 60-70°C ho dato una breve omogeneizzata a turbo
(ho letto che è meglio non far lavorare il turbo a temperature altissime…)
Ho fatto raffreddare velocemente col mio solito sistema
Ho aggiunto quindi lo sciroppo preso dal frigorifero e il cucchiaino di succo di limone.
Ho trasferito quindi in frigorifero per un paio d’ore per dar modo alla farina di semi di carruba di esplicare il suo potere addensante…
Passate le due ore ho rimescolato vigorosamente e ho versato nelle formine per ghiaccioli (Tupperware).
La grossa differenza che si nota fra i due tipi di preparazione, è che nel sorbetto c’è la mantecatura,
nel ghiacciolo no!!!
Da qui il risultato che nel ghiacciolo (amatissimo dai bambini), sono “volutamente” presenti i cristalli di ghiaccio .
Ho letto infatti che i tipici cristalli si presentano soprattutto per il congelamento “costretto” nella classica formina per ghiaccioli stretta e alta.
I ghiaccioli risultano molto saporiti e si addentano bene.. sembrano quasi una caramella morbida tipo le vecchie morositas o giù di lì… le ricordate? Non so se esistono ancora…
Alla prossima con i ghiaccioli … alleggeriti…e vi dirò se ci piacciono anche i prossimi…
Altro tentativo, per farli venire più “duretti”, a chi non dovessero piacere così caramellosi e belli morbidi, potrebbe essere quello di aggiungere più acqua alla composizione di base, ma sono tutte prove successive che mi riprometto di fare…
p.s. di FERRAGOSTO
Perfetti per i bambini
Provati anche i ghiaccioli alla liquirizia con il solo 20% di sciroppo di partenza anzhiché il 40, ma lasciando invariate le percentuali di tutti gli altri ingredienti…
Deliziosi per chi li ama e molto saporiti, non hanno perso il gusto pronunciato della liquirizia.
Non secondo i bambini, ma secondo il parere di marito e una sorella, risultano comunque un po’ troppo dolci.
Purtroppo per risultare abbastanza cremosi questa è la dose media degli zuccheri da impiegare, ma la mia prossima prova sarà quella di diminuire drasticamente lo zucchero dal 28 al 20% circa o anche meno (?)… vediamo se ne esce una liquirizia più… “da grandi” …
Fonte 07.VIII.2012
Sorbetto all'anguria
ecco a chi mi sono ispirata per questa condivisione:
- … Al “Martinetti di Grom” di qualche tempo fa (ora ha lasciato, ma in un video era comprensibile la sua spiegazione), per “giostrarmi” fra quelle che lui riteneva le percentuali esatte da applicare.
- poi c’è il Corriere della Sera, ancora da approfondire. Interessante, perché prevede la preparazione di uno sciroppo a base di acqua e zuccheri – valido per qualsiasi sorbetto vogliamo preparare. Questa, denominata “Base di frutta”, si conserverà per circa una settimana nel frigo. Però vorrei prima cercare di capire se la composizione finale del sorbetto suggerito si differenzia molto da quelli suggeriti da Martinetti.
- e infine Cioccogolosa – che mi ha dato il là con le sue basi x gelato trasmettendomi la curiosità per i gelati artigianali veri (materia dove ho tutto da imparare), alla quale mi rifaccio per avviare questa discussione che però parlerà prettamente di sorbetti, fatti quasi esclusivamente di frutta fresca, zuccheri e acqua…
Si lascia comunque un po’ di spazio alla libera iniziativa, siamo infatti noi che possiamo decidere con quanta frutta vogliamo partire, anche se di solito si cita un generico 50%, che però non è tassativo per tutti i frutti…
e ne è uscito questo mio primo sorbetto all’anguria …
Si.. alla fin fine la ricetta è mia, perché mia è stata la decisione di inserire una dose ics di anguria, e sulla base di questo ho calcolato tutto quello che avrei voluto utilizzare, e come….
350 g anguria già pulita (orientativamente si usa il 50% di frutta rispetto al totale degli ingredienti, ma per l’anguria si può aumentare… Io ho deciso il 70% di polpa)
120 g zuccheri – qui zucchero canna integrale bio 100 g + destrosio 20 g (max 28% di zuccheri compresi quelli contenuti nella frutta)
22 g acqua (tolti tutti gli altri ingredienti, si dovrà arrivare al 100%)
6 g succo limone bio – un cucchiaio scarso (max 1,2%)
2 g farina semi carrube bio (max 4‰, ma in alcune soluzioni si diminuisce fino al 3‰ se in combinazione con altri addensanti, forse farò altre prove)
Procedimento
Visto che in questo caso l’acqua prevista da inserire era veramente pochissima, ho pensato di separare parte del succo dell’anguria e utilizzare quello da scaldare, per far sciogliere gli zuccheri e l’addensante (il mio – la farina di semi di carrube biologica – lavora solo a caldo).
Ho frullato brevemente la polpa di anguria e ho filtrato il succo.
Ho messo da parte la polpa restante, da aggiungere dopo il raffreddamento della base, e ci ho versato da subito le poche gocce di limone.
Ho versato il liquido ricavato dalla polpa di anguria, l’acqua, gli zuccheri e la farina di semi di carrube nel boccale,
portato per
4′, 80°C, vel 3 (più 2′ una volta giunti a temperatura)
Una volta arrivata a temperatura, ho continuato per almeno altri 2 minuti per poter far sciogliere bene la farina di semi di carruba
Ho messo la base di sciroppo in una ciotola larga a freddare velocemente.
Appena fredda ho aggiunto la polpa, ho riversato il tutto nel boccale (o potete fare con un mixer) e ho omogeneizzato per
1′, vel 8-10
Ho messo a maturare per almeno 2 ore in frigorifero
(a questo punto chi ha la gelatiera .. la usi

Io ho trasferito in congelatore.
Dopo un adeguato periodo di congelazione (6-8 ore.. dipende anche dalla quantità), ho tagliato a cubetti la lastra, ho mantecato per
20″ vel. 7
e
20″ vel. 4
Rimettere un paio d’ore in freezer per mangiarlo abbatanza sodo.
Il cucchiaino affonda molto bene, anche dopo diverse ore.
Ho usato il bimby, ma come si vede in video potrete utilizzare la gelatiera.
In mancanza di questa, frullare il composto in un contenitore mantenuto in freezer ogni 45 minuti per 2 – 3 o più volte e aspettare che si solidifichi prima di gustare.
Qualche perché
D: Perché queste percentuali?
R: Perché ho voluto rifarmi quasi esclusivamente a quanto suggerito nel video linkato, e cioé:
- Fatto 100 il totale degli ingredienti del sorbetto
- generalmente si impiega il 50% di frutta fresca (ma per qualche frutto si può aumentare o diminuire a piacimento)
- bisogna poi arrivare ad un 28% di zucchero (decurtando però lo zucchero naturalmente contenuto nella frutta fresca)
- anche se non previsto nel video, ho deciso di mettere sempre l’1,2% circa di succo di limone per mantenere più vivo il colore della frutta (il Corriere lo prevede..)
- la restante parte per arrivare a 100, dovrà essere di acqua.
D: Perché partire da 350 grammi di anguria anziché il 50% rispetto al totale degli ingredienti, che di solito si suggerisce per la frutta?
R: Perché ne avevo molta da consumare e – a differenza di altri frutti (il limone), che devono essere usati in dosi minori rispetto al classico 50% – l’anguria si può/deve aumentare… e qui ho voluto portarla al 70%…
D: Quanti zuccheri contiene all’incirca l’anguria
R: Orientativamente, il 6,4%. Ho consultato questo sito
D: Perché l’utilizzo di zucchero di canna integrale biologico anziché comune zucchero da cucina (saccarosio), o zucchero di canna greggio, o zucchero di canna bianco?
R: Per quanto possibile lo preferisco, perché è il meno raffinato che si trova in commercio …
Chi volesse approfondire qualcosa sugli zuccheri, può guardare qui.
Ero molto titubante, e avevo paura di una cattiva riuscita (una volta mi sono venuti malissimo i canditi, e da allora ci vado cauta)…infatti per i gelati alla crema, fiordilatte, ecc. a base bianca, ho sempre usato il greggio, ma questa volta non serviva che il gelato restasse bianco candido, quindi ho deciso diversamente!!
D: Perché integrare la dose di zucchero con destrosio?
R: Ho imparato, leggendo anche qui, che si può usare fino al 20% circa di destrosio sul totale dello zucchero di una ricetta, per rallentare il processo di cristallizzazione dell’acqua presente nel gelato
D: Come fare, nel caso in cui l’acqua prevista non sia sufficiente per essere scaldata e far sciogliere gli zuccheri e la farina di semi di carrube?
R: Per evitare addensanti non biologici che funzionano anche a freddo, ho pensato di utilizzare parte del liquido contenuto naturalmente nella frutta, portare anche quello alla giusta temperatura per sciogliere zuccheri e addensante, e aggiungere successivamente la purea più asciutta.
Per gli addensanti guardare anche qui e qui
E’ solo il primo di una lunga serie di sorbetti.. man mano aggiungerò in prima pagina quelli che faccio, ma ritengo che sia venuto veramente bene, e quindi mi ha fatto piacere mettervi a parte di tutto quello che ho imparato in questo periodo..
Fonte 30.VII.2012
Spesso nelle mie ricerche mi ispiro anche a blog individuali esterni a Cook che – oltre ad insegnarmi qualcosa – mi colpiscono per la sintonia che a volte percepisco di avere con l’autore, gli intenti comuni che intravedo…….
Anche questa volta è andata così.. per cui il mio sciroppo di liquirizia (appena appena modificato nel procedimento) è ispirato a questa idea
Perché fare con uno sciroppo come questo?
Per metterne un cucchiaio in un po’ d’acqua per una bibita bella fresca da sorseggiare in estate
Per versarne un po’ sopra a qualche gelato al cioccolato o al caffè o qualche dolce preparato da noi..
Per trasformarlo parzialmente, se vogliamo, in liquore alla liquirizia (ho letto da qualche parte che si può fare, … mentre non si può fare il contrario)
.. ma soprattutto, visto che è uno sciroppo, e non un liquore alla liquirizia, quest’anno ci vorrei fare dei ghiaccioli per i figli delle mie sorelle che scorrazzeranno in campagna, dove ci riuniremo per qualche giorno di vacanza…
(Ecco i ghiaccioli alla liquirizia realizzati successivamente)
360 g acqua
360 g zucchero integrale canna
mezzo limone bio1 bacca di anice stellato (facoltativa)
1 bacca di cardamomo (facoltativa)

foto cliccabili.. e il procedimento..
Per un paio di volte ho tritato i tronchetti di liquirizia così
10-15″, vel. 7-8
e ho messo via la polvere
Senza lavare il boccale ho versato l’acqua e il limone, portando a ebollizione
5′, 100°C, vel. 2, antiorario
Appena a temperatura ho versato la liquirizia polverizzata attraverso il foro e ho mescolato
15″, vel. 4, antiorario
Ho versato subito il liquido caldo in un barattolone di vetro precedentemente scaldato al microonde con un po’ d’acqua, per non fargli subire shock termici (almeno uso il m.o. per qualcosa) e ho lasciato in infusione coperto per una 15ina di ore.
Il giorno successivo, dopo aver tolto la buccia di limone e aver filtrato il liquido con un colino a maglie strette, l’ho versato nel boccale e portato prima a ebollizione così
3′, 100°C, vel. 2 (antiorario se metteremo anice stellato e cardamomo)
Subito dopo, ho aggiunto lo zucchero, e senza misurino, ho continuato così
30′, 80°C, vel. 2
Ho preferito far freddare velocemente (come faccio per i miei gelati, con ghiaccio e siberini), imbottigliare subito dopo, e trasferire in frigorifero…
Da qualche parte ho letto che sciroppi con meno zucchero in percentuale, rispetto a questo, si conservano per circa 1 mese in frigorifero…ma credo che con queste dosi si possa prolungare…
Non penso di avere problemi di consumo (se avete nei paraggi dei diavoletti come quelli delle sorelle), altrimenti fare metà dose di tutto……
Una nota: ricordo che abusare di liquirizia può causare vari problemi…
…e qui, fra le mie erbe aromatiche
Sciroppo alla menta
Eh, sí! L’etá c´è, qualche capello bianco pure. Devo dire che sono una fortunata, e per gli annetti che ho, fra i miei capelli castano scuro naturali, di capelli bianchi ne ho relativamente pochi.
Peró sono antipatici no?
Visto che sono pochi e che ci tengo alla salute (da buona aficionada di Cookaround e anche dell’Angolo di Lola), me li coloro in maniera ecosostenibile, cosí:
Ogni riccio un capriccio!
Ingredienti della ricettina attuale (dosi per una testina con capelli di lunghezza media):
– succo di 1 limone
– 1 yogurt naturale, magro o intero è uguale
– un paio di cucchiai colmi di henné rosso naturale (lawsonia inermis – le polveri delle erbe di Janas sono considerate ottime o lo potete comprare in erboristeria a peso, ma accertarsi che non contenga picramato)
– 30 grammi di henné nero o indigo bio – stesso discorso come sopra (Janas)
– 1 cucchiaino di olio di mandorle (facoltativo, per capelli secchi)
– 5 gocce di olio essenziale di lavanda (facoltativo)
– un paio di guanti di lattice, per non annerirsi le mani
– un po´ di acqua calda da aggiungere all’occorrenza alla pappetta, subito prima di colorarsi
Procedimento:
– in un vaso capiente di vetro versare lo yogurt
– versarci dentro le due polveri di henné e mescolare
– spremere il limone e versarlo sull´impiastrino e mescolare ancora
– volendo, aggiungere olio di mandorle e olio essenziale di lavanda (io solitamente mi comporto diversamente; vedi sotto)
– chiudere avvitando bene il coperchio e lasciar macerare per qualche ora (in teoria l’indigo non si dovrebbe acidificare, anzi, ma io faccio da anni questo lavoro e la chioma non ne risente, e poi – diciamocelo – non farei mai un doppio passaggio di “tinteggiatura”, uno acidificato e uno basificato).
– al momento di colorarsi, se occorresse, aggiungere un po´ di acqua calda e mescolare (in inverno la pappetta è troppo fredda)
– lo applico con le mani, protette da guanti di lattice, spalmandolo con le dita
– tengo l´impiastro per minimo 1, ma anche fino a 3 ore, intanto che faccio le faccende di casa
– naturalmente dopo aver ben chiuso la testa fra due cuffie di nylon ed una fascia che non faccia colare l´henné quando si scalda, con la temperatura corporea
– dopo circa 3 ore, in mancanza dell’olio da inserire nell’impastino, metto un po’ di balsamo autoprodotto e sciacquo via ripetutamente tutto il terriccio senza usare shampoo (vi consiglio di raccogliere il grosso della fanghiglia in un catino capiente, se non volete che la vostra vasca si intasi nel giro di breve tempo)
– faccio lo shampoo dopo un paio di giorni (questo dà modo all’henné di non “scaricare” troppo da subito e attecchire meglio)
– consiglio in piú: per la prima notte dopo l´henné, dormite con una federa scura o un asciugamano sulla federa (potrebbe tingere ancora per un po’)
– sembra che l´henné sia anche un ricostituente del capello.
Difetti:
– dovete sopportare l´odore non esattamente piacevole che ha l´henné
– Ad una cookina che aveva già una tinta chimica precedente ha “inverdito” i capelli, quindi assolutamente da evitare sui capelli tinti.
Ciao a tutte e buon colore salutare
Ah! Dimenticavo:
prima
e dopo
ecco i fili di rame al posto di quelli d´argento
appena asciugati a testa in giú
*******
Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).
Fonte 19.IV.2009
Qualche ora fa… avevo appena rinfrescato per la III volta la mia pm che giaceva in frigo da 10 giorni (poveraccia.. ultimamente l’ho strapazzata un po’ …non mi va troppo di usarla!!) e mi sono detta:
al raddoppio una parte la uso, una parte la trasformo in scaglie e una parte la rimetto in frigo, sperando che fra 4-5 giorni mi venga la voglia di rifare il pane…
Poi però.. ho visto che era veramente tantina e allora?!!
…. lo sfarinato come back-up della mia pasta madre mi mancava.. e allora stasera.. via!!!
Ho usato il bimby, e ho fatto così:
140 g di pm rinfrescata per la III volta un quarto d’ora prima (non ho aspettato il raddoppio, vedete l’ora, no?!!) l’ho spezzettata grossolanamente e l’ho jettata nel bimbyno…
10″, vel. 7
Ho aggiunto pari manitoba, quindi 140 gr
5″, vel. 7
Et voilà!! Sfarinato pronto da trasferire in frigo, impacchettato, etichettato e datato.. e liberi per un mesetto … almeno su questo fronte… (ma possibile che abbia una conservazione così limitata? Mumble…mumble!!)
Mele essiccate snack
Si, sono sempre loro, le melette del mio albero al paesello: piccole, saporitissime, asprigne, ma soprattutto, totalmente biologiche.
In 2 giornate (suddivise in 2 kg e mezzo circa ogni volta) ho lasciato a seccare appese, nel mio forno di casa, circa 5 kg di rondelle di mela..
Praticamente le ho dimenticate nel forno (tranquilli, il consumo è minimo, grazie al termostato che riaccende il forno giusto di tanto in tanto).
Ogni quantitativo l’ho tenuto per 24 ore circa, a 40°C ventilato le prime, e 50°C ventilato le seconde (sono venute leggermente più asciutte ma non friabili come speravo..). Sembrerà un’enormità di tempo, ma a temperature più alte non intendevo assolutamente essiccarle, né tantomeno nel microonde, come ho trovato in rete…. povere meletteeeee!!!
Ho prima lavato le mele con bicarbonato sperando di intenerire un pochino la buccia..
Poi mentre ho tolto tutti i torsoli, le ho messe in acqua acidulata con del limone.
Non ho tolto la buccia, le ho tagliate a rondelle di mezzo cm circa (secondo Stefano dovevano essere più fini, ma ho letto che poi si spezzano tutte) e, prima di infilarle su bastoncini le prime – e poggiate su teglie forate le seconde – le ho immerse brevemente in acqua stiepidita salata(prima bollente dove avevo messo del sale fino nella misura di 1 cucchiaino ogni tazza di acqua. Poi ho aggiunto acqua fredda fino a farla diventare tiepida).
Questo serve per non far annerire la polpa, e devo dire che sono rimaste belle chiare anche dopo l’essiccazione.
… Al palato risultano gommosette, sia le prime (più morbide), che le seconde, ma almeno ho una scorta di melette del mio albero buone e genuine.
Il primo quantitativo l’ho frullato fino a farle diventare pezzetti da mettere eventualmente nei fiocchi di cereali (tipo muesli).
Le seconde (più asciutte), le ho conservate in dispensa, dentro ad una busta del pane (quelle carta e cellophane forato).
La resa è stata naturalmente minima, visto che l’acqua evapora praticamente quasi tutta, e da circa 5 kg, si e no sono venuti fuori 4-500 grammi di mele essiccate.
Il sapore che lasciano in bocca è ottimo, ma non vengono come quelle comprate.
Vediamo quanto si conservano (be’, le ho congelate, quindi le ho ancora oggi, a distanza di anni, nel freezer).
Ci potrò fare succhi, rinvenendole con acqua e miele,
ci si possono insaporire le marmellate e secondo me – se polverizzate – ci si potranno fare anche degli ottimi gelatiiiii!!

Fonte 02.II.2011