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COSMETICANDO, casa e persona

INTIMATE & BODY WASH

Cream Soap

Qualche anno fa preparai questo detergente con quello che veniva definito il più delicato tensioattivo in circolazione (non ionico), il Sodium Laurylglucosides Hydroxypropylsulfonate (ringrazio sempre l’Angolo di Lola per questi insegnamenti).
Fra l’altro questo tensioattivo è fra i pochi, a bollino verde secondo Skin Deep Org, che “regge” un pH 6-8.

Ormai se è possibile mi indirizzo verso l’ecobio, meglio ancora se homemade.
Immagino che l’ambiente ringrazi … e anche il mio benessere personale.

Dopo un test di oltre una settimana dalla prima preparazione, vista la buona riuscita, continuai a preparar questo prodotto per tutta la famiglia.

E’ un detergente cremoso e non fa molta schiuma alle percentuali adottate; è denso il giusto e quasi per niente “blobboso”, visto che ho abbassato la xantana allo 0,10% dallo 0,50% iniziale.

Non avevo ancora mai pubblicato questa preparazione perché inizialmente era stata prevista come detergente intimo, molto “addolcito” con degli estratti (malva) e delle proteine liquide (riso o grano).

Successivamente, per prepararlo più di rado, ho omesso queste due materie prime (notai che ne riducevano un po’ la conservabilità), e il mio detergente è diventato persino più minimal e più versatile.

La mia formula:
Acqua a 100
Glicerina 4
Xanthan gum 0,10
Cosgard 0,6
SensitensEco (Sodium Laurylglucosides Hydroxypropylsulfonate) 12
GC Care CO (Disodium Cocoamphodiacetate) 4
Stearil polipeptide di soia, opacizzante/perlante (potassium cocoyl hydrolyzed soy protein (and) glyceryl stearate) 2
Olii essenziali 2 gtt (quest’ultima volta ho aggiunto tutta la bottiglina da 5ml di Assoluta di Tuberosa in 2 litri di prodotto totale)
Mousse de Babassu (Babassuamidopropyl Betaine) 4
Acido lattico qb a pH 6 
Sal (sostanza attiva lavante) molto bassa, quindi delicatissimo👍 8

Il procedimento:

Ho preparato due becher. 

In uno ho messo glicerina e xantana per formare il gel e ho frullato.
Poi ho aggiunto tutti gli ingredienti acquosi o solubili in acqua; ho frullato.

Nell’altro becher ho messo tutti i tensioattivi e gli olii essenziali.

Dopo aver versato la fase acquosa nei tensioattivi, ho inserito la Mousse de Babassu e frullato di nuovo.

Misurato il pH con le cartine al tornasole (lo so: sono esagerata, ma per sicurezza uso sempre più di un tipo di cartine).
Poi ho aggiunto qualche goccia di acido lattico e stabilizzato il pH da 7-7,5 a circa 6.

Ricordo che il pH neutro è 7 (come l’acqua che utilizziamo ogni giorno per sciacquarci il viso).

La caratteristica principale di questo prodotto è volutamente un pH non troppo acido (si attesta sul 6-6,5).

Perché l’ho scelto:

Ha praticamente un INCI corto e quasi del tutto “verde”;

È indicato per l’igiene intima femminile in età non più fertile;

È indicato per l’igiene intima maschile;

È indicato per l’igiene intima di bambini e adolescenti;

Va bene per lo shampo dei bambini in quanto – visto il suo pH – non dà fastidio ai loro occhi (i miei nipotini: “nonna, mi è entrato negli occhi, ma non pizzica”❤️);

Per lo stesso motivo (non brucia gli occhi), può essere utilizzato per lo strucco giornaliero … insomma un all-purpose soap.

Coloranti? Perché?
Non amo il superfluo e quindi evito anche i coloranti … tanto, per regalarlo, si possono utilizzare delle carinissime bottigline colorate allo scopo!

Criticità:

Non è indicato per le donne in età fertile (ma portando il pH intorno al 4,5 con qualche goccia in più di acido lattico, sarà perfetto anche in questo caso);

Non avendo condizionanti specifici, non lo vedo troppo indicato per lo shampoo degli adulti (a meno che i Vostri uomini non abbiano “la boccia” … in quel caso, per loro, non servono condizionanti😉).

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Active-Oil al Lipoico e Q10

Su richiesta di qualche sorella ancora più talebana di me, ho reso ancora più “verde ed ecosostenibile” questo mio prodotto versatile, già presentato nel forum “L’Angolo di Lola”, sostituendo agli emulsionanti inseriti, la lisolecitina non ogm.
Grazie infatti a questa materia prima avremo la presenza sia di un emulsionante naturale delicato che di un vero e proprio attivo che rende setosa la nostra pelle (anche se esteticamente questo prodotto è un pochino penalizzato dalla trasparenza finale).
Ma non solo: il prodotto, pur così efficace, non ha bisogno assolutamente di conservante!

E’ un prodotto post-doccia antiossidante e anti-age, arricchito da molti attivi oleosi importanti, ma soprattutto da Acido Alfa Lipoico e Coenzima Q10 – storicamente difficili da fruire in buona quantità nelle creme per via della loro difficile solubilizzazione in fase acquosa.
Secondo quanto imparato nelle discussioni apposite del forum quindi, ritengo di essere riuscita a solubilizzare al meglio questi due attivi negli olii e renderli pertanto quanto più possibile fruibili.
Dopo una sonora agitazione della bottiglietta, versando poche gocce di questo prodotto sul corpo bagnato, insieme all’acqua della doccia ancora sulla pelle, si crea un’emulsione estemporanea.
Poi dovremo semplicemente massaggiare per un po’ e tamponare alla fine con un accappatoio/telo, evitando di strofinare via il tutto.
Con il prezioso olio essenziale di neroli infine (diluito in jojoba, quindi relativamente poco costoso) sono riuscita ad avere nel prodotto finale e sulla pelle un delicatissimo ma persistente profumo naturale di fiori d’arancio.

Fase unica, a freddo, dopo la solubilizzazione a 45°C di Lipoico e Q10.
Acido Alfa Lipoico 0,30 (in 6 dei 7 g del caprylic)
Coenzima Q10 0,10 (in 1 dei 7 g del caprylic)
Caprylic Capric Triglycerides 7
Concentrato di Fitosteroli 5 *
Tocoferolo 3
CO2 Carota 2 *
CO2 Melograno 2 *
Zanthalene 1
Cera Jojoba 39 *
O. Avocado 10 *
O. Nocciola 10 *
O. Olivello Spinoso 5 *
Ol. Lavacamolendula in oliva 5 *
Lisolecitina non ogm 10
O.e. Neroli al 5% in jojoba 0,60 (20 gtt) *
*Da agricoltura biologica.

Procedimento
In due piccoli becher ho scaldato separatamente nel microonde il caprilico e, non appena arrivato intorno ai 40-45°C, ho aggiunto le rispettive dosi di lipoico e Q10.
Ogni volta che scendeva la temperatura, scaldavo di nuovo leggermente per pochissimi secondi e mescolavo, fino a che non ho visto le sostanze ben sciolte.
Ho lasciato momentaneamente da parte sia Lipoico che Q10 per assicurarmi della loro reale solubilizzazione.

In un altro becher più grande intanto, ho inserito le gocce di olio essenziale mescolandole all’emulsionante (qui la lisolecitina), ho aggiunto gli attivi oleosi e gli olii, sempre mescolando benissimo.
Alla fine ho unito il tutto, mescolando ancora.

Lo tengo tutto l’anno sul mio bordo vasca/doccia, ma in questa stagione, come spiegato sopra, usandolo anche come doposole (insieme o in alternativa al favoloso lavacamolendula) trovo che dia il massimo.
Inoltre qualche goccia aggiunta al nostro siero o crema serale, ne aumenterà il potenziale nutriente/antiage!
Poi, con una goccia spalmata sulle mani e passata anche sulle punte (a mo’ di olii siliconici), i nostri capelli non potranno che ringraziarci.
Insomma un vero multi-tasking!

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Autoabbronzante delicato viso-corpo

Il sole fa bene, ma preso a giuste dosi.


Anche la pelle chiarissima è molto bella, potendo scegliere però, fa piacere ritrovarsi un velo di abbronzatura sicura, anche appena usciti dalla stagione invernale.
E’ un autoabbronzante acquoso che più “easy” non si può, pescato dai soliti prodotti “promossi” de L’Angolo di Lola; e l’ho persino semplificato per renderlo più delicato e fruibile per il viso, oltre che naturalmente per il corpo.

 Campioncini tester per sorelle e amiche per il pranzo di Pasqua 😉

Preparazione a freddo.
Fase unica per 100 grammi di prodotto (totale prodotti a bollino verde: 95,80%)
Acqua depurata di farmacia (a 100), 83,4
Glicerina vegetale, 7
Eritrulosio titolo 79%, 5
DHA (Diidrossiacetone), 4
Cosgard, 0.60 **
Acido citrico soluzione 20% per pH 4, poche gocce (non portare a pH superiori!)
** conservante molto utilizzato nei prodotti cosmetici biologici e approvato Ecocert
(formato da water 61%, benzyl alcohol 33%, dehydroacetic acid 6%)
Grazie agli zuccheri riducenti contenuti in formula il prodotto non penetra, ma ha una reazione chimica superficiale e colora tutte le proteine con cui viene in contatto quando è ancora in fase acquosa (quindi attenzione anche alle fibre naturali dei vestiti come seta e lana).
Non ha nulla a che vedere con la vera abbronzatura (né interferisce con la melanina) ed è estremamente superficiale (se ne va in 5-7 giorni col turn-over cellulare).
Volutamente e per sicurezza per ora ho preferito non pensare alla realizzazione di una crema, non ho aggiunto fragranza e non l’ho colorato visto che, pure essendo il DHA una sostanza sicura, ha problemi di incompatibilità con diverse categorie di sostanze cosmetiche (emulsionanti, gelificanti e persino alcune molecole tipiche delle composizioni profumate).
Quindi ripeto: è soprattutto per questo che ho preferito un prodotto acquoso ad uno in crema, visto che le normali creme viso-corpo solitamente contengono emulsionanti, gelificanti e fragranze.
A distanza di giorni ho verificato che la preparazione non superasse il pH 4, perchè al di sopra il Dha non è stabile.

 

Note:
– per una maggiore durata dell’abbronzatura – soprattutto se si utilizzerà per il corpo – è consigliabile uno scrub 24 antecedenti la prima applicazione;
– considerando che tutto dipende dal colore della propria pelle e dalla reattività di questa alle molecole autoabbronzanti, già dopo un’applicazione giornaliera per 2-3 sere consecutive o a sere alterne questo mix, stratificando, toglie alla pelle il grigiore invernale e dà un colorito più sano. Raggiunto il risultato desiderato si potrà sospendere l’applicazione giornaliera e potrà essere usato un paio di volte a settimana;
– anche se io lo conservo in un buon nebulizzatore, che con una erogazione uniforme fa asciugare il prodotto all’aria in una manciata di secondi, è consigliabile non nebulizzarlo sul viso (fare attenzione a occhi, narici, bocca).
Il consiglio quindi è quello di spruzzarlo ogni sera sulle mani (3 o 4 spruzzate) per poi distribuirlo sul viso  pulito (lavarsi le mani dopo l’applicazione).
Volendo, si potrà procedere ad applicare la propria crema/siero, una volta che l’acqua del prodotto sarà completamente evaporata e la pelle sarà asciutta;
– naturalmente, dopo la doccia, l’autoabbronzante potrà invece essere applicato liberamente con l’erogatore spray sulla pelle asciutta (sempre lontano da zone delicate e mucose);
– visto che andiamo verso la stagione calda, e nei nostri bagni potrebbe formarsi l’effetto sauna, e visto che oltre i 40°C il DHA si può degradare, preferisco conservare il prodotto in frigorifero!
– l’unico piccolo vero inconveniente che ho trovato visto che non c’è profumo, è l’odore caratteristico delle sostanze, che si sente per un po’, come in tutti gli autoabbronzanti del resto.

Lavarsi molto bene le mani subito dopo l’utilizzo …

… se non volete che succeda questo 🙂

 

*****

Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).
 

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Pronto Soccorso Labbra

Ho replicato anche quest’anno questo favoloso balsamo labbra e il risultato è stato proprio “seta pura”!
Secondo quanto letto nella ricetta de l’Angolo di Lola, questo è un unguento che ha ottime proprietà ammorbidenti sulle labbra, dura un tre-quattro ore senza bisogno di riapplicarlo, è molto confortevole e rende da subito le labbra morbidissime.
Non è la solita formula dei burrocacao: questa è una vera autentica cold cream modificata, in versione completamente “verde”, senza ingredienti discutibili (paraffina, ecc.).
Con qualche trascurabilissima modifica rispetto all’originale, questi gli ingredienti utilizzati per 100 grammi finali:
Fase grassa
Olio di Riso 45
Cera Vergine d’Api non sbiancata 20
Olio di ricino 5
Tocoferolo (vit. E) 5
5-6 gocce di olio essenziale di arancio dolce bio [secondo il suggerimento della ricetta originale serve solo per profumare, quindi in caso di allergie agli o.e. si potrebbe omettere. Io trovo ci stia benissimo; altre volte ho utilizzato o.e. di agrumi non fotosensibilizzanti (bergamotto, pompelmo, yuzu, senza furocumarine) ed è andata altrettanto bene, senza lasciare alcun sapore amaro al prodotto finale].
Fase acquosa
Miele di acacia 20
Glicerina 5
Procedere come nella preparazione della cold cream: scaldare le due fasi separatamente; a scioglimento della cera iniziare a mescolare-frullare (io ho usato un frullino piccolo tipo aerolatte, meglio se adattato in un mandrino del trapano, perché il semplice aerolatte, una volta addensata l’emulsione non ce la fa più a frullare) versando a goccia a goccia il miele fuso misto glicerina, che si versano bene in quanto sono liquidi.
Ho mescolato con pazienza fino a completo raffreddamento (ci vuole quasi mezz’ora) se non lo si fa si rischia che le fasi si separino.
Quando inizia a diventare un po’ denso ed è tiepido (non freddo) aggiungere gli olii essenziali se opportuno.
Meglio preparare almeno 50 grammi di prodotto altrimenti non si riesce ad emulsionare.
Invasettare in una scatolina carina oppure, con l’aiuto di una siringa senza ago, come ho fatto io, riempire direttamente dei tubetti ad hoc.
Li ho comprati su Aroma Zone e con questo ho risolto.

La versione stick pertanto non mi manca neanche un po’.
Ho frullato senza interruzione fino a raffreddamento con un aerolatte, mescolando di tanto in tanto con una spatola di silicone.
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L’emulsione, se ben preparata non si separa e il prodotto si è conservato benissimo anche fino ad un anno dalla produzione (naturalmente si dovrà evitare di lasciare il burro-cacao in ambienti caldi, come i cruscotti delle auto lasciate al sole, oppure vicino ai termosifoni, ecc.).
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Queste alcune delle giarrine-regalo che preparai.
Altra idea di utilizzo:
in un periodo in cui avevo un po’ di tosse e raucedine ho preso una “ditatina” del balsamo magico, ci ho versato un paio di gocce di olio essenziale di eucalipto e me lo sono massaggiato sul petto a mo’ di Vi.k. Va.oru.b.
Be’, non se se per suggestione, effetto placebo o altro, ma mi è sembrato funzionasse, mi è piaciuto molto, e mi è sembrato di respirare meglio.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).
05.II.2015

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Gel di semi di lino

Trovo che per disciplinare i miei ricci, fini e crespi, questo prodotto sia un toccasana, con l’accento sul … “sana”.
Lo preparo infatti senza conservanti e ne spalmo la dose voluta sui capelli umidi durante l’asciugatura.
Ingredienti
80 gr semi di lino bio Baule Volante
750 gr acqua di rubinetto
Procedimento
Ho trovato che il modo migliore, secondo me, è versare l’acqua in un pentolino, posizionarci un colino di acciaio della misura adatta, versare all’interno del colino i semi che restino sommersi dall’acqua, e che di volta in volta andranno pressati nel mentre il liquido è in ebollizione.
Praticamente faccio un andirivieni fuori/dentro del colino dal pentolino dove il gel, prima acquoso e poi sempre più vischioso, resterà in leggera ebollizione per 10-15 minuti o più, a seconda di quanto lo voglio denso, aiutandomi con spatole di silicone per ricavare dalle maglie del colino, quanto più prodotto possibile.
Alla fine, con mani pulitissime, a semi ormai quasi raffreddati, lavoro un po’ contro le pareti del colino, per ricavare ancora del prodotto dai residui scivolosissimi.
Ho ricavato circa 400 grammi di gel vischioso.
Non volendo inserire conservanti, e vista la scarsa conservazione del prodotto (è vero che è un gel, ma è composto da acqua e residui di semi di lino. I gel in commercio hanno tutti dei conservanti), porziono tutto in stampini o sacchetti di plastica formaghiaccio.
La sera prima di lavarmi i capelli preparo il ghiacciolino per il mattino dopo, trasferendolo dal congelatore al frigorifero.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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Oleolito LavaCamoLendula

UN PO’ DI PAZIENZA …

per la digestione a freddo del mio oleolito: 40 giorni circa, dal 5 giugno al 20 luglio 2018) …

E IL GIOCO E’ FATTO

Una delle prime preparazioni quando si “spignattano” cosmetici – ma che poi si tralascia un pochino – è l’oleolito.
A me è venuta voglia di ripetere questo tipo (imparato qui) perché mi piace usare preparazioni senza utilizzare conservanti, e questo LavaCamoLendula è uno dei prodotti più semplici, genuini ed efficaci che io conosca in “spignattologia” ;).
E’ lenitivo per la pelle, contro i pruriti, le scottature (vedi in fondo all’articolo, come lo alterno alle ben più blasonate creme-viso 😉 ).

Notare che se questo tipo di olii viene utilizzato per la preparazione di creme, va inserito soltanto in preparazioni a freddo (a breve pubblicherò lo stupendo post-doccia “A pelle bagnata!”) o nella fase finale di una crema.

Si può dare un’occhiata qui per notizie sulla preparazione degli oleoliti.

Da notare che non tutte le “droghe” (fiori, erbe) rilasciano i loro principi mediante estrazione con olio, quindi non tutto è adatto ad essere estratto con questo metodo semplice, anche se un po’ lungo.

Ingredienti (per poco più di 1 litro e ½ di prodotto finale):

2 lt e ½ olio extra vergine di olivo di frantoio – raccolto 2017
100 gr fiori secchi di calendula biologica
100 gr fiori secchi di camomilla biologica
50 gr fiori secchi di lavanda biologica
6,25 gr tocoferolo (vitamina E – anti irrancidente – 0,25% rispetto all’olio)

Procedimento

  • Il primo giorno (5 giugno 2018) ho messo in “digestione la “droga” secca – dando una prima sommaria mescolata per miscelare i fiori – in un barattolone di vetro da 3 lt e ½

  • ho versato sopra l’olio (nel quale avevo già inserito il tocoferolo)

  • ho mescolato per qualche minuto con un utensile pulitissimo e asciutto, per intridere/irrorare tutti i fiori secchi

  • ho chiuso ermeticamente e schermato, mettendo il barattolo in una borsa di tela e un paio di buste di carta da pane, etichettando per non dimenticare le date

  • ogni 2-3 giorni (tranne un piccolo periodo di vacanza al mare) ho ruotato e capovolto più volte il barattolone (ho preferito non aprire mai)

  • dopo 45 giorni circa (19 luglio) ho proceduto al primo filtraggio con scolapasta di acciaio a maglie fitte, premendo bene tutti i fiori per ricavare quanto più oleolito possibile

  • il giorno dopo (20 luglio) ho ripetuto il secondo filtraggio con un telo garzato piegato in quattro parti lasciando percolare, senza premere, per togliere quanti più residui possibili.

L’odore rilasciato dall’olio di oliva è un po’ “deciso”, ma l’ho scelto in quanto è abbastanza resistente all’irrancidimento; inoltre ha molteplici pregi per la nostra pelle (e comunque può essere miscelato con altri olii/burri, tanto da non lasciare più l’odore troppo forte).

Il prodotto, se ben preparato e mantenuto in bottiglie scure di vetro, si conserva almeno un paio d’anni, e comunque almeno fino alla data di scadenza dei prodotti inseriti, quindi prepararlo con prodotti con date di scadenza più lontane possibile.

Purtroppo se si sentisse odore di rancido o l’odore dei fiori svanisse troppo sarà bene gettare via l’oleolito.

Se si ha la fortuna di reperire un olio meraviglioso di frantoio, meglio procedere verso novembre per questo tipo di preparazione (periodo di raccolto dell’olio nuovo).
Diciamo che così si acquista un anno di conservabilità.


Sopra: il mio barattolone gigante da 3 lt e mezzo, dopo la prima filtratura.

NOTA – 19 Aprile 2021
Spesso ho usato questo oleolito sul viso così: qualche goccia sulla mano bagnata, aggiungo qualche goccia di glicerina; sfrego per bene le mani e si forma una sorta di emulsione estemporanea che passo sul  viso appena pulito (non mandare negli occhi, ma solo intorno).
Conclusione?
Non ho certo utilizzato “attivi” miracolosi, ma ho nutrito la mia pelle (oleolito lenitivo e vitamina E) senza far mancare l’idratazione necessaria (glicerina e mani bagnate), e soprattutto ho utilizzato un prodotto assolutamente privo di conservanti 😉

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti a un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

20 luglio 2018

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Happy-feet per scarpe da ginnastica

Ho scoperto questo mix grazie al solito Angolo di Lola.

La formula originale prevede soltanto olii essenziali, ma a me è piaciuta di più la possibilità di diluire in alcool.
Ho scelto dell’alcool alimentare, il cosiddetto buongusto.
Anche così, per le mie necessità, è sufficiente l’effetto dato, inoltre con una quantità maggiore il prodotto è più gestibile anche spray, piuttosto che col solo contagocce.

Scarpe da ginnastica e scarpiere ringraziano 😉

Preferisco solitamente usare olii essenziali biologici, ma è possibile usare anche olii essenziali convenzionali di buona qualità.
Visto che si tratta di mettere il prodotto quasi a contatto con la pelle dei piedi (nelle scarpe, o in alternativa nelle scarpiere), in nessun caso si dovrà usare il liquido appena spruzzato e/o applicato a diretto contatto con la pelle, ma mettere i calzini.
In alternativa far evaporare.
Io spruzzo il prodotto sotto la suoletta ed è già sufficiente.

Per un’ampollina-profumatrice, oppure in bottiglietta di vetro scuro da 10 ml, con pipetta di vetro o spray, (eventualmente aumentare tutto moltiplicando al bisogno):

60 gtt menta (spicata) 1,5 – 1,8
30 gtt salvia officinalis (Az di bio pura ha sclarea) 0,9-1
20 gtt rosmarino (no cineolo, ma verbenone) 0,6
11 gtt arancio dolce (provare anche la sanguigna) 0,33 – 0,35
11 gtt limone (meglio verde o il solito bio; in questo caso non fa nulla avere il sfcm) 0,30 – 0,33
10 gtt lavanda (fine provenza, altrimenti bio normale) 0,25 – 0,30
7 gtt geranio (d’Egitto) 0,20 – 0,21
4 gtt tea tree 0,12 – 0,16
Alcool buongusto pari quantità con gli oe (4,75 g oe + 4,75 g alcool buongusto)

Ho versato in una bottiglietta di vetro con pipetta di vetro e ho messo 2 o 3 gtt in ogni scarpa chiusa.

Per regalini ho inserito in ampolline (eventualmente da riporre nelle scarpiere, togliendo il tappino
interno).

Non copre gli odori, li neutralizza!
Ottimo per i ragazzini che vanno a sport (calcio, ecc.)

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

09.VII.2016

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Lovæly3 – Eau de Cologne

ACQUA DI COLONIA GOURMAND ALLA LAVANDA-VANIGLIA CON BASE 75% DI ALCOOL.

Anche questa volta mi sono ispirata ad una formula del libro Riza, consigliatomi dalla Flora s.r.l. (produttori di ottimi olii essenziali).
Sono partita da materie prime “nobili” quali fiori di lavanda essiccati biologici, bacche naturali di lavanda Bourbon, aggiungendo il 3% dei relativi olii essenziali più il 5% complessivo di fissanti.
Anche questa “Acqua” non è completa dal punto di vista olfattivo, ma con le note di Base della vaniglia e la profumata lavanda (che oltre alle spiccate note di Cuore contiene anche delle note di Testa) si riesce ad avere un’impronta gourmand che mi è piaciuta molto.
Per 100 grammi di EdC finale (ho fatto più prodotto ma preferisco sempre riportare a 100!):
olii essenziali
3 (di cui 1,32 vaniglia + 1,68 lavanda)
brilliant gloss 1 (fissativo)
triethyl citrate
 2 (fissativo)
glicerina 2 (fissativo)
base alcolica iniziale 116 [fatta col 75% di alcool a 95° (87 gr) + 25% di acqua demineralizzata della farmacia (29 gr)]. Il tutto poi diventerà circa 92 grammi dopo il filtraggio.
fiori secchi di lavanda bio 12 gr (da eliminare dopo la macerazione/maturazione)
bacche intere di vaniglia 3 gr (1 bacca e mezza, da eliminare dopo la macerazione/maturazione)
Procedimento
Ho versato nella base alcool/acqua i fiori di lavanda e le bacche di vaniglia tagliuzzate dopo aver raschiato i semini aprendole (messi anche i semi a macerare)

Ho mescolato, chiuso  ermeticamente e lasciato macerare al buio (contenitore scuro o rivestito con alluminio) per due settimane complessive (la seconda in frigorifero).
Ho agitato il vasetto una volta al giorno.
Dopo le due settimane, in un secondo contenitore più grande, ho inserito prima i fissativi, poi gli olii essenziali nell’ordine indicato e ci ho versato il contenuto delle droghe in macerazione del primo barattolo dopo averlo filtrato il tutto per bene in un telo apposito (pesare per differenza i contenitori, per poter fare eventuali aggiustamenti percentuali).
E’ risultato un bellissimo liquido trasparente e ambrato.
Dei profumini delicati provati finora, questo è quello dalle note che si sono armonizzate al meglio: si sente prima moltissimo la lavanda, ma la persistenza della vaniglia è naturalmente la nota che emerge successivamente, e resta di più sulla pelle.

Da Riza:
L’olio essenziale di lavanda è antinfiammatorio e antiemicrania.
L’assoluta di vaniglia ha un potere afrodisiaco e calmante allo stesso tempo.
Riequilibra i sensi ed è un antidepressivo naturale.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

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Lovæly2 – Eau Fraîche

ACQUA PROFUMATA AGRUMATA CON BASE AL 75% DI ALCOOL.
Visto che questo prodotto finale oltre ai pochi olii essenziali (1,56%) contiene anche acqua, l’ho voluto assimilare alle Eau Fraîches delicatissime (anche denominate EdS – Eau de Solides)  che si trovano in commercio.
Anche questa volta si tratta di agrumi e ho voluto rivisitare una delle formule del libricino della Riza consigliatomi dalla Flora s.r.l. (produttori di ottimi olii essenziali).
La realizzazione della mia attuale Lovæly ha una quota di base alcolica fatta col 75% di alcool 95° più il 25% di acqua demineralizzata, oltre agli oe previsti e i soliti fissanti.
 

Questa seconda “Acqua” esperidata ha soltanto le note olfattive Cuore-Testa, quindi sicuramente avrà una bassa persistenza sulla pelle.
Mi è piaciuta tuttavia l’idea di un odore rafforzato da materie prime odorose come bucce di arancia e semi di cardamomo che, macerando in alcool a 95°, hanno rilasciato anche loro olii e molecole odorose.
Per 100 grammi di Eau Fraiche finale:
olii essenziali
1,56*** (anziché il minimo “sindacale” di 2-5 grammi che troviamo nelle EdC)
brilliant gloss 1 (fissativo)
triethyl citrate
 2 (fissativo)
glicerina 2 (fissativo)
base alcolica 93,44 [fatta col 75% di alcool aromatizzato a 95° (70,08 gr) + 25% di acqua demineralizzata della farmacia (23,36 gr)]
alcool suppletivo per la macerazione, oltre a quello della base alcolica 10
bucce di una piccola arancia bio 
15 (da eliminare dopo le 3 settimane di maturazione)
10 semi di cardamomo schiacciati 1,5 (da eliminare dopo le 3 settimane di maturazione)
***Note di Cuore (23%)
oe lavanda bio 0,36
Note di Testa (77%)
oe bergamotto bio sfcm 0,60
oe limone bio sfcm
0,60
Procedimento
Ho tagliato finemente la buccia di un’arancia senza la parte bianca e l’ho messa in un barattolo di vetro a misura, insieme ai semi di cardamomo leggermente schiacciati.
Ho coperto con circa 80 grammi di alcool (70,08 della base alcolica + 10 gr suppletivi), mescolato, chiuso  ermeticamente e lasciato macerare al buio (contenitore scuro o rivestito con alluminio) per una settimana. Ho agitato il vasetto una volta al giorno.
Dopo una settimana, in un secondo contenitore più grande, ho inserito prima i fissativi, poi gli olii essenziali nell’ordine indicato e unito l’alcool ormai aromatizzato del primo barattolo con tutti i residui delle droghe in macerazione.
Ho aggiunto i 23,36 grammi di acqua, mescolato, chiuso ermeticamente e fatto “maturare” al buio per ulteriori due settimane (la seconda settimana ho trasferito il contenitore in frigo).
Alla fine delle 3 settimane ho filtrato due volte in successione e travasato in un flaconcino.
Specialmente in estate, col sole sempre presente, spruzzare in zone del corpo non esposte.
Anche se gli oe usati sono esenti da furocumarine, meglio non rischiare, viste le bucce di arancia e anche il contenuto in alcool del prodotto.
Forse l’odore agrumato è troppo delicato, ma mi piace molto e lo alternerò volentieri alla mia Lovæly1. Probabilmente in futuro aumenterò le percentuali di olii essenziali per farne un Eau de Parfum vera e propria.

Da Riza:
L’olio essenziale di lavanda è antinfiammatorio e antiemicrania.
Il bergamotto è riequilibrante e antidepressivo; il limone è rinfrescante, vivificante e tonificante per la pelle; entrambi questi olii stimolano la concentrazione.

*******

Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).

Categorie
COSMETICANDO, casa e persona

Lovæly1 – Eau de Cologne

ACQUA DI COLONIA AGRUMATA CON BASE ALCOLICA AL 60%.

Ho la fissa per gli olii essenziali (piuttosto che per le fragranze, di derivazione dal petrolio) e da tempo – oltre che utilizzarli al meglio per il benessere – sto dilettandomi a provare con loro qualche Parfum, Eau de Parfum, Eau de Toilette, Eau de Cologne o Eau Fraîches.

Notare che “il naso” conta in questo campo, e non so se si può “acquisire” o almeno affinare col tempo, comunque …

Dopo un esperimento di tempo fa e qualche lettura attenta, in vista dell’estate, mi sono avventurata in un tentativo della mia prima creatura “seria”: una leggerissima e fresca acqua di colonia, capostipite dei profumi alcolici.

 
E’ venuto fuori un grazioso nome di fantasia secondo me, dato in omaggio a Lola e il suo angolo, alla generosa inevavæ (che pur lavorando prevalentemente con gli aroma chemicals ha dato molti suggerimenti nel forum) e alla sottoscritta Ly.
Fra i fissanti/fissativi occorrenti per “ancorare” gli olii essenziali alla pelle, cominciamo a trovare sul mercato prodotti come l’Ethylene brassylate (nome commerciale Musk T®) o il PPG-20 Methyl Glucose Ether (fissativo per eccellenza, dal nome commerciale Glucam p-20, ma di difficile reperibilità).
Io mi sono limitata all’uso delle indicazioni avute in precedenza, quindi ho usato i prodotti in elenco.
5% olii essenziali (va bene il 3-5%) suddivisi secondo le “note” olfattive base/cuore/testa
1% sucrose acetate isobutyrate et caprylic/capric triglycerides – fissativo (alcuni nomi commerciali: brilliant gloss, gc-lipshine, miroir de sucre)
2% triethyl citrate
(fissativo)
92% composto di alcool/acqua demineralizzata/glicerina (va bene il 92 al 94%) fatto col 60% di alcool buongusto a 95° (va bene il 60-75%), più il 40% di acqua (va bene il 25-40%); ho voluto integrare il 40% di tale acqua col 2% di glicerina come ulteriore fissativo (quindi ho fatto 38+2%), nella speranza che, insieme agli altri componenti, il profumo si àncori di più sulla pelle, oltre a contrastare un minimo la secchezza.
Come base per le varie prove presenti e future, ho riempito – e lasciato momentaneamente da parte – una bottiglietta scura di vetro con 100 grammi di base alcolica fatta così:
alcool buongusto a 95° 60
acqua demineralizzata depurata della farmacia 38 (anziché 40 g di acqua prevista, ho voluto integrare da subito con glicerina nella speranza che, insieme ai due fissativi, il profumo si àncori di più sulla pelle)
glicerina 2
Per 9,40 gr di prodotto (per questo primo test ho usato una bottiglina scura di vetro da 10 ml e questa la composizione in base alle note, secondo quanto suggerito qui):
brilliant gloss 0,09 (1%)
triethyl citrate 0,18 (2%)
Note di Base (25-30%)
oe legno di cedro bio (cedro atlas) 0,11
estratto alcolico pepe nero bio autoprodotto 0,05
Note di Cuore (10-15%)
oe petitgrain bio 0,04
oe neroli (diluito al 5%) 0,03
Note di Testa (50-60%)
oe bergamotto bio sfcm 0,12
oe limone bio sfcm 0,11
oe arancio dolce 0,06
oe lime (limone verde) 0,02
oe pompelmo bio sfcm 0,02
base alcolica 8,6 (a questo inserimento si è intorbidito tutto. Non mi va di aggiungere solubilizzanti; spero nel futuro filtraggio).
Eliminato un primo tentativo puzzoso per una goccia di troppo di oe di citronella, ho snellito la composizione, e a me questa piace già così.
La prima impressione del marito al quale ho chiesto un parere: frizzante. Evvai! Quello che volevo.
Per raggiungere una buona maturazione e relativa maggiore persistenza, da oggi starà tutto al buio a temperatura ambiente per 7-10 gg, poi 7-10 gg in frigo e poi filtrerò.
Ci si rilegge per gli aggiornamenti.
Oltre l’Angolo di Lola e le mie letture di approfondimento, qualche fonte interessante  quiqui, qui e qui e naturalmente il forum di Arcadia (che in questo periodo non riesco ad aprire).

P.S. – Recensione dopo due settimane

Filtrato a tempo debito:
– pur se l’odore non mi entusiasma (per assurdo mi piaceva di più appena fatto) ho voluto pubblicare l’articolo perché contiene dei punti fermi da seguire, secondo me molto importanti; ho voluto questa prova quasi esclusivamente agrumata, ma tutti ‘sti agrumi sanno comunque di anti-zanzare (lo metterò sicuramente nelle serate estive )
– è venuto torbido per l’alta percentuale di acqua volutamente inserita, quindi non so, continuerò a far piccole prove con acqua depurata/alcool, ma per le prove definitive credo di voler tornare ad alcool senza acqua, o almeno diminuire il più possibile quest’ultima.
– la persistenza sulla pelle è appena discreta. Dopo un’ora e mezza la pelle profuma ancora, ma questa voleva essere una EdC. Credo che aumentando la percentuale di oe (quindi farlo diventare Parfum o EdP o EdT), possa andare meglio.

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Per chi, sensibile ai problemi ambientali, non vuole/può autoprodurre, ma vuol continuare ad acquistare cosmetici o prodotti vari per la casa e la persona, un piccolo consiglio è quello di consultare il famigerato INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
Qui sotto due siti dei quali mi avvalgo per la consultazione:
– ewg.org/skindeep/
– biodizionario.it
Quindi, attenzione ai numeri e ai colori degli scores (equivalenti di un semaforo dal verde, al giallo, al rosso, dove naturalmente il verde è il migliore) e all’ordine di inserimento delle varie sostanze nel prodotto (più sostanze con inci verde troverete ai primi posti, meglio sarà; come per gli alimenti, gli ingredienti scritti per primi sono contenuti in dosi maggiori!).