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Risotto e salsicce


… nel Bimby: 20-30′ e il piatto è pronto!

So che molti non amano fare il risotto nel Bimby (ho il tm31), e con questo caldo siamo soprattutto in periodo da insalate di riso, ma i familiari vi ringrazieranno per questo piatto veloce e gustoso.
Tanti anni fa la mia amica Carla me lo suggerì, e da allora lo ripeto regolarmente.

Ingredienti per 2-3 persone

250 g riso (io bio arborio Verso Natura Conad)
250 g salsiccia (io di cinghiale nero Coop, magrissimo)
mezzo dado (io bio Coop)
mezza cipolla
olio e.v.o.
mezzo bicchiere vino bianco secco
550 g acqua calda (più 50 g calda, alla fine, se serve)
sale
burro
parmigiano reggiano
peperoncino (facoltativo, io si)
pepe verde (facoltativo, io si)


Procedimento

Prima cosa: frullo il parmigiano nel bimby e metto via.

Poi frullo la cipolla – facendola cadere a pezzi grossolani dal foro, tempo 2-3”, vel. 6 e la lascio nel boccale.

E ora, l’importante è ricordarsi l’algoritmo 

3′, 100°C, vel.1 antiorario

Aggiungo olio e peperoncino e si parte coi primi
3′, 100°C, vel.1 antiorario, senza coperchio.

Aggiungo salsiccia (a volte, anche funghi secchi ammollati),
3′, 100°C, vel.1 antiorario, senza coperchio.

Poi vino,
3′, 100°C, vel.1 antiorario, senza coperchio.

Riso,
3′, 100°C, vel.1 antiorario, senza coperchio.

Acqua calda e dado,
per i minuti di cottura del riso (io faccio due minuti in meno), 100°C, vel. 1-2 antiorario, con spatola inserita (aiuta a miscelare e non ci sono schizzi).
Qui eventualmente, l’unica accortezza sarà di abbassare a 90°C se il riso dovesse cominciare a sobbollire troppo.

A fine cottura, all’occorrenza, aggiungere i 50 g di acqua calda per avere il riso all’onda.
Assaggiare, aggiustare di sale, poi burro, parmigiano, mescolatina finale, macinatina di pepe verde e servire.

Qui sopra, quando, insieme alla salsiccia, aggiungo 20 g di funghi secchi ammollati in precedenza.

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Risotto? Granotto! … con gamberetti e limone

Come molti di noi, spesso ho comprato dei cereali in chicchi, li ho lavati, sottovuotati in pacchettini, congelati e … ancora mai usati.

Al ritorno delle vacanze ho deciso di iniziare 😉

Quale piatto migliore di un bel risotto coi gamberetti (ci sono decine di ricette in rete), ma senza riso e con dell’ottimo granoduro Timilia?

Evvabbè’, ho stravolto la risottata, ma non si può certo tostare una bella manciata di chicchi coriacei, giusto?

Quindi breve ricerca per sapere come procedere e l’ho usato lessato così!

INGREDIENTI (abbondante per 2 persone)
200 g circa di granoduro biologico Timilia in chicchi da lessare
200 g di gamberetti congelati
succo e buccia edibile di mezzo limone
mezza cipolletta
olio e.v.o.
20 g burro (un cucchiaio)
mezzo dado vegetale
peperoncino
prezzemolo (anche quello, congelato)
pepe verde macinato al momento

PROCEDIMENTO
La sera prima ho prelevato dal congelatore il mio pacchetto di Timilia, l’ho risciacquato e messo in ammollo in frigorifero per una dozzina di ore (fa caldissimo e ho preferito così, onde evitare eventuali fermentazioni/germogliazioni).

Al mattino ho risciacquato, scolato e fatto cuocere il grano da freddo in abbondante acqua, per un’ora e un quarto dall’ebollizione, salandolo verso la fine.

Nel frattempo, in una padella, ho rosolato olio, cipolla e peperoncino; ho versato i gamberetti tagliuzzati (ne ho lasciato qualcuno intero) e ho aggiunto il mezzo cubetto di dado, sbriciolandolo.

Dopo qualche minuto ho messo da parte i gamberetti interi, ho versato in padella il granoduro lessato e scolato lasciando insaporire per qualche minuto;
ho aggiunto il succo e parte della buccia sfilettata del limone;
aggiunto anche dell’acqua di cottura del granoduro;
alla fine ho aggiunto il burro e lasciato mantecare un po’, aggiustando di sale se necessario.

Ho impiattato aggiungendo prezzemolo, gamberetti e bucce di limone per guarnire.

Buono, e il giorno dopo perfino migliore 😉

Probabilmente ci è piaciuto di più nella versione con il grano duro, ma dopo qualche giorno ho ripetuto la stessa ricetta col riso.

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Pasta alla Nerano

Spessissimo preparo della pastasciutta con zucchine, pomodorini, ecc. (clicca qui).
Questa volta ho voluto provare questa versione in bianco, tipica della zona di Nerano, in Campania.

La ricetta prevede zucchine fritte e, per la mantecazione finale, il segreto è il decantato Provolone Del Monaco (un formaggio semiduro a pasta filata, leggermente piccantino), che dà giusti sapore e cremosità.

Per questa volta ho voluto provare sì, il procedimento giusto, ma con i formaggi che avevo in casa: un ottimo pecorino semistagionato da tavola misto a parmigiano reggiano.

Ingredienti (3-4 persone)
5-600 g zucchine
2-3 spicchi d’aglio (senza nervatura centrale)
olio di arachide per friggere
olio e.v.o. in fase finale
formaggio apposito 😉
basilico
sale
pepe nero (uso quello verde; in alternativa peperoncino)

Procedimento
La lungaggine è unicamente quella di friggere in olio profondo le zucchine tagliate fine (io in abbondante olio di arachide).
Per farle venire bene è necessario friggerne poche per volta (consiglio di friggere il giorno prima o ci vorrà “una vita”).
Dopo averle fatte scolare bene dall’olio su cartacasa, le ho insaporite di volta in volta con poco sale e un po’ di basilico sbriciolato, e le ho lasciate momentaneamente da parte, in caldo.

Al momento di “calare” la pasta, in una padella grande ho soffritto l’aglio in olio evo (ho aggiunto anche il non richiesto, ma per me immancabile, peperoncino).
Una volta insaporito il tutto, ho tolto l’aglio e ho versato le zucchine lasciate in caldo.
Ho aggiunto mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta (le zucchine non dovranno essere croccanti) e ho mescolato un po’.
Ho versato la pasta molto al dente e l’ho risottata per 2-3 minuti, aggiungendo ancora acqua di cottura.

Poco prima di spadellare ho aggiunto i formaggi grattugiati grossolanamente mantecando e facendoli sciogliere per bene.

Ho servito con altro basilico (pardon: era surgelato) e del pepe (verde) macinato di fresco.

Un piatto saporito da ripetere sicuramente col formaggio giusto, anche se credo di aver azzeccato un mix di formaggi alternativo di tutto rispetto 😉 .



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Salsa alla carlofortina

Tempo fa, a ridosso del Natale 2010, un ex compagno di piscina mi suggerì una pasta al sapore di mare da portare in tavola per l’imminente Vigilia, tale “Salsa alla Carlofortina con bottarga di muggine”.
Non ne avevo mai sentito parlare e, come faccio di solito, dopo una ricerca in rete sulla base degli ingredienti suggeriti dal giovanotto, e cioè bottarga, tonno e pesto, ho estrapolato la mia ricetta.

Per accompagnare questa salsa (che ha una storia multiculturale, con le sue origini liguri-sarde-tabarkine), mi è sembrato carino scegliere le trofie, un tipo di pasta ligure (queste, preparate qualche giorno fa e, appunto, surgelate).

Ingredienti (per 6 persone)
800 g trofie fresche
400g di tonno rosso fresco
20 pomodori ciliegini
1 cipolla media
mezzo bicchiere di vino
olio extra vergine d’oliva
pepe verde (e/o peperoncino)
poco sale
200 g pesto genovese
bottarga di muggine grattugiata per guarnire il piatto

Procedimento
Ho lavato, asciugato, tagliato il pesce a cubetti e versato nella padella dove avevo messo ad imbiondire olio, cipolla e poco peperoncino.
Ho sfumato con vino, fatto evaporare e aggiunto i pomodorini per una breve cottura, fino a far addensare un pochino.

Nel frattempo ho scolato le trofie lessate, le ho versate nella padella con la salsa a fuoco ancora acceso e ho fatto saltare per qualche istante.
Ho aggiustato di pepe (lo uso verde, mi risulta meno caloroso).
Ho impiattato e, su ciascun piatto, ho aggiunto una generosa cucchiaiata di pesto e una spolverata di bottarga di muggine grattugiata.

L’idea in più
Piccolo suggerimento per una pizza napoletana verace preparata con la carlofortina “scomposta”:
sotto, pesto a pezzettini surgelato (altrimenti cuoce troppo);
sopra, salsa con tonno a piccoli cubetti,
sopra mozzarella,
in uscita spolverata di bottarga di muggine.

 

In passato, in occasione della preparazione delle lorighittas, splendida pasta sarda, feci questa salsa anche senza pomodori: deliziosa ugualmente!

Le lorighittas del Natale 2010 con salsa carlofortina in bianco.

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Pasta col tonno .. col trucco!

E’ parecchio che avevo promesso ai figli lontani di mandar loro la ricetta della pasta col tonno che ormai in famiglia facciamo così!


Pertanto, in occasione del contest al quale sto partecipando, grazie all’iniziativa di La Confraternita della Pizza che con simpatia ci aiuta a stare tutti in casa senza “patire” troppo della situazione mondiale contingente per la pandemia da Covid19, ho approfittato per pubblicare questo piatto leggermente “diverso” rispetto alla solita pasta col tonno.
Avete mai aggiunto qualche pezzetto di peperone crudo alla vostra pasta col tonno?
Dai, provateci e poi ditemi se cambia .. in meglio: me lo ha insegnato una cugina abruzzese di mia madre, tanti anni fa!

Ingredienti per quattro persone:
1 scatola di tonno in olio di oliva scolato
mezzo peperone fresco, giallo o rosso o verde
pelati o qualche pomodorino fresco
aglio
olio e.v.o
cipolla
peperoncino fresco (ho sempre delle rondelle congelate)
capperi q.b.
spolverata di origano
qualche oliva di gaeta o similari (leccino, ecc.)
poco sale
poco vino bianco
prezzemolo

Procedimento
Ho prima fatto rosolare aglio, olio, peperoncino e cipolla.
Poi ho aggiunto una parte del tonno, i capperi e parte dei peperoni freschi.
Ho sfumato con poco vino bianco e ho aggiunto pelati e origano.
Una volta ristretta la salsa ho aggiunto il restante tonno, le olive (meglio inserirle quasi a termine cottura o diventano amare).
Ho fatto restringere ancora un po’, ho scolato la pasta molto al dente e l’ho saltata nel sughetto.

L’idea
A volte ho servito il piatto finito guarnendo con peperoni crudi tagliati finissimi, prezzemolo e aglio crudo a pezzettini.

Quando possibile, indirizzarsi verso il consumo di pesci con un basso tasso di mercurio (da Wikipedia).

 

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Pasta c'anciova e muddica atturrata (la mia)

      … e cioè: “Pasta con le Alici e Mollica di Pane Tostata”!

Moltissimi anni fa, in riva al mare, in Sicilia, in una località e in una trattoria delle quali non ricordo il nome (avevamo girato per largo e per lungo la stupenda isola), con mio marito ordinammo la pasta con alici e mollica (bada bene: non pangrattato, ma mollica).
Era in bianco!
Detta così sembra semplice e invece …. lo è!
Ma assicuro che aveva un gusto unico dato dal connubio di queste due principali ingredienti.
Provai a replicarla in casa (facevo già spesso la pasta con le alici sottosale), ma senza la “muddica” non c’è storia; si! Il famoso formaggio dei poveri.
Ci sono innumerevoli versioni con formati di pasta forse più adatti, con pomodori, cipolla, uva passa, pinoli, formaggio, e mi riprometto di farle tutte, ma per ora ho preferito la semplicità che in questa versione in bianco (che sembra sia la più antica) mi fa ritrovare più di altre il sapore e i colori di quelle giornate.

Ingredienti per 4 persone
Spaghetti 400 g
Alici sottosale 6-7 filetti***
Aglio 3-4 spicchi
Pane raffermo grattugiato 6-7 cucchiai
Olio Extravergine d’oliva
Prezzemolo
Peperoncino (a piacere)
*** non volendo rinunciare all'”anciova” unita alla “muddica”, devo ammettere che a volte ho fatto un peccatuccio veniale e ho utilizzato con soddisfazione le umili ma ottime alici sottosale “B@len@”!
Procedimento
Ho versato l’acqua necessaria in una pentola e ho portato a ebollizione salando pochissimo (le alici sono veramente saporite!).
Ho tritato uno spicchio d’aglio e gli altri li ho privati della nervatura centrale per renderli più digeribili, ho messo tutto in una padella capiente con un giro d’olio, ho aggiunto poco peperoncino, ho fatto rosolare e subito dopo ho spento la fiamma.

 

 
 
 
 
 

In un altro padellino antiaderente ho versato 6-7 alici sottosale ben sciacquate, diliscate e asciugate, e le ho fatte rosolare brevemente nell’olio (si scioglieranno in brevissimo tempo), ci ho versato la mollica di pane (fatto da me e grattugiato grossolanamente nel bimby) e l’ho fatta tostare in questo olio saporito, mescolando spesso.
Ho scolato la pasta al dente e l’ho fatta saltare nella padella con l’aglio, aggiungendo poca acqua di cottura che avevo conservato.
Ho spento la fiamma, aggiunto “la muddica” croccante, insaporita con le alici, e ho mescolato bene.
Una pioggia di prezzemolo, e il piatto è pronto.
Servire ben caldo.

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Risotto con rape rosse e finocchio

Molte volte, leggendo qua e là ricette che mi ispirano, trovo suggerimenti di ingredienti che sul momento non ho in casa, e allora mi invento alternative con altri ingredienti, secondo me plausibili.
Questo piatto è uno di quei casi.
Mi sono trovata in frigo delle rape rosse precotte e visto che stavano per scadere, non mi andava di mangiarle così, nature, a fette e visto che avevo delle confezioni di riso bianco e nero da finire, ho voluto provare questo risottino niente male.

E’ un piatto dal retrogusto dolce e un po’ insolito, grazie anche ai gambi di finocchio che ho aggiunto al posto dell’aneto che era indicato nella ricetta di provenienza!
Una ricetta semplice arricchita dai preziosi polifeloni, che pur se inibiti in parte dalla cottura, sono    pur sempre contenuti nella “barbarossa” (è anche questo il nome che viene dato alla rapa rossa!).
Ingredienti per due persone
180 g riso misto bianco e nero bio
20 g pancetta o guanciale bio
140 g rape rosse precotte bio
brodo di dado essiccato q.b.
20 g burro Occelli
30 g parmigiano reggiano bio
i gambi e i ciuffetti di “barba” di un finocchio bio
olio e.v.o.
sale q.b.
Procedimento
Ho fatto rosolare il guanciale in poco olio in un tegame dove poi ho tostato il riso a fuoco vicace.
Ho bagnato con un paio di mestoli di brodo bollente fino a coprire completamente il riso.
Mentre il riso cuoce ho ridotto la rapa rossa a pezzetti.
Ho continuato la cottura del riso aggiungendo brodo man mano che il precedente veniva assorbito.
A circa metà cottura del riso ho aggiunto i pezzetti di barbabietola e i gambi verdi ben puliti di un finocchio, più facili da rimuovere se vogliamo, al termine della preparazione.
Ho regolato di sale (poco, tanto c’è brodo e poi aggiungo parmigiano).
A fuoco spento ho mantecato il risotto col pezzetto di burro e il parmigiano grattugiato.
Ho lasciato riposare il risotto per 3-4 minuti prima di servirlo in tavola.
Ho decorato ciascun piatto con un ciuffetto di barba di finocchio.

 

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Pesto alla rucola

Sempre sulle orme di ricette recuperate dai miei archivi Cookaround (questa è del 31 marzo 2011), oggi ho preparato di nuovo una ottima pasta al pesto di rucola (spesso in autunno/inverno faccio questa versione, vista la mancanza del basilico estivo). Non avevo pinoli, quindi ho pensato a delle mandorle pelate.
Naturalmente la frutta secca a guscio si potrà sostituire con noci, o anacardi, o altro.

Pesto con granella di mandorle tostate aggiunta alla fine
Ingredienti
3 mazzetti di rucola ben lavati e asciugati
50 g di pecorino
50 g di parmigiano
1 o 2 spicchi aglio (secondo gusti o numero di commensali)
1 bella cucchiaiata di pinoli (o altro come spiegato sopra)
olio e.v.o. qb
sale qb, ma direi appena un pizzico (vista la sapidità dei formaggi)…
.. si può utilizzare un mixer, o il bimby (vedi sotto)

 

Se a mangiare siamo in pochi, una parte la consumiamo e una parte la conservo in congelatore, porzionata in bicchierini da caffè, o ancora meglio, nei vasetti recuperati dallo yogurt!

…e volendo aggiungo nella terrina altro formaggio a piacere e un po’ di acqua di cottura della pasta per dare cremosità.

*****
Versione per il bimby
dell’11 gennaio 2012

Stasera ho avuto da mia madre 2 bei mazzetti di rucola.. e quindi, racimolando quello che avevo in casa… pestoooo!

80 gr pecorino e parmigiano (avevo più pecorino) frullati con ..
50 gr di pinoli
2 spicchi di aglio senza l’anima interna
10″ vel 10, poi mescolato e ancora
10″ vel. 10. .. poi messo nel boccale i …
2 mazzi di rucola lavati e asciugati stra-benissiimo, alternandoli col trito di formaggio/pinoli .. infine ho aggiunto
150 gr di olio evo
un pizzico di sale
20″ vel 7
mescolato, assaggiato (eventualmente in questa fase aggiustare a proprio gusto) e di nuovo
10″ vel 7

Facoltativo: al momento di condire la pasta – specialmente se non fate lessare nell’acqua qualche patata a pezzi e dei fagiolini (un must a casa mia, soprattutto per il pesto al basilico) – provate a sbriciolarci delle noci (se lo vorrete fare tenetene conto per frullarle nel boccale, prima degli altri ingredienti umidi) e tostatele per qualche minuto per renderle croccanti.
Altrimenti guarnire coi soliti deliziosi pinoli.

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Risotto allo zafferano

Dopo aver comprato i mio primo Thermomix31 (si, proprio il Bimby) una delle primissime ricette fu il risotto allo zafferano.
Dopo aver provato senza successo la pasta risottata, grazie a qualche consiglio qua e là di amiche di Cookaround, questo primo risottino fu al di sopra delle mie aspettative.
Sarà stato per l’utilizzo di ingredienti ottimi ma – a differenza di quanto dicono i detrattori del risotto fatto nel bimby – il risultato è stato accolto positivamente da tutti i membri della famiglia.
Ecco dosi e procedimento Bimby che si trovano nel Libro Base, riadattati da me per questo piatto.
Ingredienti per 3 persone
1 piccola cipolla bionda
3 cucchiai di olio e.v.o.
1 pezzetto di burro (facoltativo – ho utilizzato il chiarificato)
270 g riso carnaroli
50 gr vino bianco secco (mezzo bicchiere scarso)
590 g brodo (oppure  acqua e 1 cucchiaio di dado granulare) – Una regola non scritta vuole il totale dei liquidi pari al doppio del peso del riso, ma regolarsi secondo il tipo di riso utilizzato.
Pistilli di zafferano (oppure un paio di bustine)
Parmigiano reggiano grattugiato a piacere
Prezzemolo (facoltativo)
Sale (facoltativo)
Procedimento
– per prima cosa, a boccale asciutto, ho tritato del parmigiano reggiano a cubetti (ho aggiunto del prezzemolo) – 20″ gradualmente da vel. 1 a vel. 9.
Ho messo da parte e senza sciacquare il boccale, ho aggiunto gli altri ingredienti lavorando sempre senza misurino (per evitare l’effetto “lessatura”).
– ho tagliato la cipolla a pezzi grossolani e frullato – 5″ – vel. 7
– ho aggiunto i 3 cucchiai di olio e.v.o. e il pezzetto di burro e fatto rosolare 5′ – 100°C – vel. soft
– ho versato i 270 g di riso – ho impostato l’antiorario e tostato per 3′ – 100°C – vel. 1
– poi ho sfumato con i 50 gr di vino – 2′ – 100°C – vel. 1
– ho versato il brodo (o acqua e dado). Se serve e per evitare che il risotto si attacchi, in questa momento con la spatola giro ben bene per staccare il riso dal fondo.
Ho usato 540 g di acqua/dado subito + 50 g dove avevo messo a macerare i pistilli di zafferano, aggiunta ad un paio di minuti da fine cottura – 16′ – 100°C – vel. 1 – antiorario
– a seconda del tipo di riso aggiungere alla fine poca altra acqua nel boccale (a noi piace “all’onda”). Per non fermare la cottura, a volte ne verso poca alla volta sul coperchio e la faccio scendere dal foro.
– poco prima che si fermino le lame, aggiungo dal foro il formaggio/prezzemolo grattugiati in precedenza.

Faccio riposare un paio di minuti e servo ben caldo.
Dal mio vecchio archivio di Cookaround del 13.X.2011
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Dado granulare con essiccatore

Vorrei parlare ancora di dado fatto in casa; granulare anche questa volta, essiccato nel mio Klarstein anziché nel forno.
Alla fine mi sono convinta ad acquistare un essiccatore in quanto le lunghe essiccazioni a bassa temperatura sono salutari, ma utilizzando il forno, questo resta inutilizzabile per tantissime ore.

Da quando ho acquistato l’essiccatore l’ho utilizzato per varie preparazioni (jerky di carne, frutta essiccata, dado, ecc.), e quando ho la fortuna di trovare le verdure biologiche che occorrono, mi diverto a fare un po’ di dado per la famiglia.
Per questo dado granulare con essiccatore ho previsto questi utensili:
PENTOLA A PRESSIONE (o normale – vedi qui – ma si allungano i tempi di cottura)
MINIPIMER (o bimby, ma nella prima fase preferisco il minipimer)
ESSICCATORE (in alternativa utilizzare il forno, come descritto in questa ricetta)
BIMBY (in alternativa un ottimo frullatore o robot da cucina)
1 SOLO BARATTOLO DI VETRO (invece di più vasetti come nel dado morbido).

Ingredienti
per 170 grammi di prodotto finito biologico
1 pianta di sedano
2 cipolle grandi
4 carote grandi
2 spicchi d’aglio con la camicia (a fine cottura lo tolgo)
piante aromatiche (rosmarino e basilico freschi; alloro secco, che tolgo a fine cottura)
85 gr sale grosso (8,5% sul totale delle verdure; diventerà il 50% sul prodotto finito)
Totale 1085 grammi

Procedimento

Ho pulito e tagliato grossolanamente le mie verdure (potrete usare in alternativa o a integrazione anche porri, zucca, funghi, ecc.)

Ho alternato nella pentola a pressione strati di verdure e sale grosso (non aggiungere acqua).
Dal sibilo ho contato 25 minuti di cottura.
Una volta aperto il coperchio ho frullato all’interno della pentola col minipimer fino ad ottenere una poltiglia morbida (c’è ancora dell’acqua).
Come faccio di solito per freddare velocemente gli alimenti, ho messo la pentola, con dentro la poltiglia, in un bagnomaria freddo.
Una volta freddate le verdure le ho distribuite, spalmandole in uno strato sottile, sulle 6 griglie dell’essiccatore, all’interno di simil-tegliette di cartaforno che mi ero preparata per l’occasione.
Le ho fatte relativamente strette per un miglior passaggio dell’aria calda; altre volte ho usato dei semplici fogli di cartaforno, ma poi serviranno anche per versarci il granulato dopo la prima frullatura e si rischierebbe di far cadere tutta la polvere.

Ho disposto le griglie sfalzando le tegliette di cartaforno per un miglior passaggio dell’aria calda.
Ho impostato a 57°C, lasciando asciugare per 7 ore circa (meglio di sera o di notte per avere un risparmio energetico).

Dopo un paio d’ore ho ruotato le tegliette perché verso la parete di fondo lo strato si asciuga maggiormente.
Alla fine del primo periodo di 7 ore di essiccazione ho staccato lo strato dalla cartaforno e ho frullato nel bimby per 30 secondi portando gradualmente a velocità 10 (turbo).
Ho disposto la polvere grossolana, ormai ridotta, su 3 delle 6 teglie dell’essiccatore, in quanto era ancora umida e c’era ancora bisogno di una ulteriore asciugatura.
Ho impostato nuovamente a 57°C per altre 3 ore circa.
Si potranno variare tempi e temperature a propria scelta, la cosa importante è far asciugare al meglio il prodotto (nel mio caso ho preferito un’asciugatura media per circa 10 ore totali).


Alla fine delle ulteriori 3 ore di asciugatura ho frullato nuovamente nel bimby, gradualmente a velocità 10 (turbo), per circa 20 secondi.
Ho aspettato che la “polvere” fosse ormai ben fredda, ho invasettato ed etichettato.

*** SALE
La conservazione mediante sale merita un discorso particolare.
Purtroppo, ai fini di una buona conservazione, mi è stato molto difficile reperire dati “scientifici” per l’esatta quantità di sale da inserire in un prodotto che poi viene essiccato.
Allora mi sono “guardata intorno” leggendo le varie etichette dei dadi essiccati commerciali biologici (vedi qui).
Ce ne sono anche senza sale, ma per una conservazione sicura mi sono regolata anche io per una percentuale che si attesta intorno al 50% finale sul secco!
Questa volta quindi ho inserito l’8,5% di sale sul totale delle verdure crude perché a fine essiccazione le verdure si riducono a poche decine di grammi.
In passato inizialmente avevo messo il 10, e anche il 15%. NO! Inutile mettere più sale!
Ho voluto inserire una quantità di sale che alla fine fosse pari peso con le verdure residue (infatti alla fine mi sono ritrovata con un totale 170 grammi circa di prodotto: 85 di verdure secche + 85 di sale).
Il risultato descritto non è frutto del caso o della fortuna: è dato dalle mie prove precedenti, quando ho pesato per differenza le verdure, prima della cottura e dopo la mia essiccazione.
Molti essiccano per prime le verdure crude a bassa temperatura per mantenere tutti i nutrienti, poi, al momento della frullatura, aggiungono sale per la conservazione .
Non so se tale procedimento sia il migliore.
Non ritengo che il mio dado debba essere una fonte di vitamine; deve essere unicamente un buon esaltatore vegetale di sapore, non denaturato a causa di essiccazioni ad alta temperatura, ma naturale e genuino.
Fra l’altro il dado poi si cuoce nell’acqua per fare il brodo, o in altri alimenti, quindi le vitamine non resterebbero!
Inoltre preferisco salare preventivamente le verdure per il dado durante la cottura: il sale così penetra nelle molecole e ritengo che la conservazione sia migliore.