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PANE, pizze, pizzelle e dintorni

Pizza pasqualina (fragone)

Ho preso spunto per questa buonissima torta rustica da una simpatica amica di forum.
L’avevo persa nei meandri delle mie note, quindi la potrò fare per la Pasqua dell’anno prossimo, visto che quella di quest’anno è appena passata.
Potrebbe essere però un’idea per un pic-nic all’aperto, magari quello del prossimo 1° maggio, insieme a fave e pecorino 😉
Non usavo ancora la mia fantastica pasta madre, quindi questa ricetta l’ho preparata diminuendo il lievito di birra suggerito nella ricetta, aumentando pertanto i tempi di lievitazione (prima o poi la rifarò con pm 😉 ).

 


Ingredienti
Impasto (con questo impasto ho ricavato due pizze medio piccole)
400 gr. acqua
8 g lievito di birra (1/4 di cubetto)
1 cucchiaino zucchero (o malto)
660 g farina 0
60 g pecorino grattugiato
60 g olio e.v.o.
Ripieno (per le due pizze):
200 g salame
300 gr. formaggio edamer
4 uova crude intere
3 uova crude battute (due per il ripieno da battere col pecorino + 1 per pennellare la superficie)
2 cucchiai di pecorino
Ricordo che ho impastato tutto a mano (non avevo bimby, né impastatrice).
Potrebbe essere utile comunque il procedimento relativo all’impasto preparato nel bimby dalla mia amica, che riporto qui sotto.
Nel boccale: acqua, lievito, malto – 1 min. 37° vel.2
Aggiungere le farine, il pecorino e per ultimo l’olio – 30 sec. vel. 6 e poi 2 min. a spiga.
Si otterrà un impasto grezzo ma morbido.
Mettere a lievitare coperto per circa 4 ore, fino al raddoppio.
Per ciascuna pizza, dividere l’impasto e stenderelo in due dischi (uno leggermente più grande dell’altro).
Il più grande l’ho posizionato in una teglia ricoperta di cartaforno, facendo fuoriuscire i bordi di circa due cm.
Ho riempito con metà della dose generale di salame e formaggio a dadini.
Su tutti questi “dadini” saporiti ho adagiato due uova crude intere, facendo attenzione a non farle rompere. Sono state veramente di effetto al momento del taglio!
Ho terminato versando 1 uovo battuto misto a pecorino su tutto questo ripieno e ho coperto con l’altro disco di pasta.
Ho passato un pennello inumidito sui  bordi e ho sovrapposto i bordi esterni per farli aderire.
Ho tagliuzzato con la punta di una forbice la superficie per far uscire il vapore in cottura.
Ho pennellato con metà dell’uovo battuto destinato alla lucidatura della superficie.
Ho infornato a 180°C statico per circa 35-40 minuti (sono riuscita a disporre le due pizze su un unico piano quindi non ho ritenuto opportuno utilizzare la funzione ventilato).
…e qui una fetta

23.III.2008
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PIATTO RICCO mi ci ficco (e piatti unici)

Riso alla cantonese – Cina

Ho sempre rimandato la preparazione di questo riso dalle mille versioni in Oriente, e molto gradito anche qui da noi in Occidente.

Qualche “saltello” in rete per un orientamento di massima ed ecco il mio riso alla cantonese di oggi!

Ingredienti per 4-6 persone

420 g riso arborio (prossime volte basmati, oggi non lo avevo)
200 gr di prosciutto cotto da tagliare a dadini (due fette spesse)
3 uova (io 2 uova più un paio di albumi)
1 cipolla tagliata finemente
2 scatole da 160 g di piselli a vapore sgocciolati (280 g netti, oppure piselli lessati freschi o surgelati)
Olio di soia biologico (o arachide) sia per saltare gli ingredienti in padella che a crudo sul piatto finito (sul piatto finito anche sesamo è ok)
3 o 4 cucchiai di tamari biologico (salsa da soia fermentata)
Pepe verde
Spolverata di curcuma (per accendere il biancore delle uova strapazzate con molto albume!)
Sale q.b. (l’ho messo solo nelle uova strapazzate. La salsa tamari da aggiungere alla fine è già molto saporita)

Procedimento

Riso
Ho “lavato” il riso alla maniera orientale per togliere l’amido.
Ho cambiato l’acqua per 3 o 4 volte fino a vederla trasparente.
Ho cotto versando il riso direttamente in acqua fredda. Non ho salato.
E’ un tipo di cottura diverso, quindi dal bollore ho contato 8 minuti circa (anche se la scatola del mio Arborio riportava “16 minuti”).
Ho fermato la cottura con dell’acqua fredda (ma prima mi sono messa da parte un bicchiere di acqua di cottura del riso, da aggiungere alla soia se il piatto finale risultasse troppo asciutto).
Ho scolato e messo da parte il riso lasciandolo nella pentolina di cottura.

Uova/cipolla
In una prima padellona antiaderente ho cotto in un filo d’olio di soia le uova sbattute, insieme a parte della cipolla tritata finemente, del pepe verde, un pizzico di sale e una spolverata di curcuma.
Ho ottenuto così delle uova strapazzate saporite e ben “ferme” da distribuire nel piatto (alternativa, fare una frittata e spezzettarla nel piatto finito). Lasciare tutto nella padellona.
Prosciutto cotto
In una seconda padella di servizio antiaderente (o wok se lo avete) ho messo un giro d’olio di soia e fatto insaporire per pochi minuti il prosciutto cotto che avevo nel frattempo tagliato a dadini. L’ho scolato e versato nella padella delle uova strapazzate. No sale: il prosciutto è già saporito. 
Piselli/cipolla
Nella seconda padella di servizio svuotata e asciugata con un tovagliolino, ho aggiunto un nuovo filo d’olio, fatto scaldare e aggiunta la restante cipolla.
Ho fatto stufare un pochino, ho aggiunto i piselli dei barattolini (sciacquati e scolati dalla loro acqua di conserva) e fatto insaporire anche loro. No sale: i pisellini ne contenevano già.
Versati anche i piselli nella prima padellona.

Riprendiamo il riso
Nella seconda padella di servizio svuotata e asciugata col solito tovagliolino ho versato ancora un piccolo giro d’olio di soia.
Ho fatto scaldare e lasciato insaporire/tostare pochi minuti il riso.
Ho aggiunto la salsa tamari e mescolato.
Finalmente nella prima padellona ho versato anche il nostro riso, pronto da servire.
Prima di impiattare però ho aggiunto un ennesimo giro d’olio di soia (avendo il sesamo sembra che sarebbe perfetto), questa volta crudo 😉
Buon appetito!

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa

Tagliatelle stese col matterello – La saga

Fermo restando che è meglio seguire qualche regola generale per queste tagliatelle fatte a mano e tirate col matterello (in fondo un interessante link delle Simili), qui sotto trovate anche qualche versione differenziata di questo tradizionale piatto italiano che  mi sono divertita a preparare (perdonate la lungaggine, ma è una piccola raccolta alla quale sono affezionata)!
Vi ricordo orientativamente le dimensioni di questa tipologia di pasta:
tagliatelle 5-6 mm; fettuccine 8-10 mm; pappardelle, il doppio delle tagliatelle.
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2ª versione – Semola rimacinata di grano duro, meno uova, olio, acqua – Realizzazione 24.VIII.2010
E se qualcuno si dovesse chiedere dove è finita la mia prima versione:
venti o trenta anni fa, fu l’unica volta che feci le tagliatelle a mano. Un vero disastro 🙁
Però tutto sommato ero giovane, figli piccoli da accudire e mi son detta: ma che mi importa delle tagliatelle, ho altro da fare!
Ora sono sempre indaffarata, ma i figli sono grandi e mi è tornata la voglia di provarle.
Un grazie alle amiche di Cookaround che mi hanno dato la carica e soprattutto a Silvana che mi ha insegnato che l’impasto è meglio farlo duro duro e asciutto, e che per riuscire meglio si devono osservare una serie di intervalli fra una lavorata e l’altra.
Nel tempo ho imparato anche che – a parte qualche eccezione (vedi pasta alla chitarra) – solitamente la farina di grano tenero vuole le uova, la semola di grano duro vuole l’acqua, ma perché non fare prove differenziate secondo il nostro gusto? In cucina nulla è vietato, ricordate?!
Questa versione di tagliatelle quindi l’ho personalizzata, utilizzando le uova, ma in misura ridotta per abbassare un po’ il colesterolo, ed eccole qui:

300 gr di semola rimacinata di grano duro (io Libera Terra bio)
2 uova
1 cucchiaino olio
2 cucchiai acqua
1) sotto, il primo impasto con solo farina e 2 uova: praticamente ingestibile (era meglio mettere tutti i liquidi da subito: io inizialmente volevo metterne meno)! Messo in ciotola coperto e aspettato mezz’ora

2) sopra, l’impasto dopo mezz’ora. Non è un cavolfiore: non ce l’ho fatta, ho aggiunto 1 cucchiaino di olio evo e 1 cucchiaio di acqua! Altra mezz’ora di riposo

3) sopra, come appare l’impasto dopo altri 30 minuti. Mmmmm, ancora troppo asciutto, aggiungiamo un altro cucchiaio di acqua;
4) sotto, finalmente dopo 1 ora e mezza totale, l’impasto rilavorato si presenta così, sempre bello sodo, ma dai!! Proviamo a stenderlo.

Per lavorare questo obbrobrio di sfoglia ho sudato sette camicie e ci ho messo un’infinità di tempo: 1/2 ora esatta di orologio.

Però alla fine, che soddisfazione: le mie prime tagliatelle semi-serie!

Qui, spolverate di semola e impacchettate. Ormai si è fatto pomeriggio, e i carboidrati li rimandiamo al giorno dopo.

Impressioni
Le ho cucinate il giorno dopo a pranzo, dopo averle messe su un vassoio, in frigo, all’interno di una busta di cellophane.
Ora, non so se prima andavano un pochino lasciate all’aria,
non so se era meglio non mettere le due cucchiaiate di acqua,
non so se era meglio tutto sommato mettere il numero giusto di uova..
Risultato: gusto ottimo, ma in cottura si sono spezzettate troppo!
Evidentemente, visto che la semola di grano duro assorbe più acqua, la prossima volta proverò a mettere da subito più liquidi (albumi o acqua, visto che voglio ridurre i tuorli).
Arrivederci alle prossime versioni!
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3ª versione – Farina grano tenero, meno tuorli, con olio – Realizzazione del 26.VIII.2010
Ecco quelle silvana-style, effettivamente sembrano quelle riuscite meglio!

Sempre nell’ottica di risparmiare sulle uova (per via del colesterolo), eccovi le mie tagliatelle rifatte a distanza di 24 ore da quelle mangiate il giorno precedente (2ª versione).
Eh si! Quando mi prende, mi prende brutto.
Ingredienti:
300 gr farina 0 del mulino (secondo me è addirittura una tipo 1, bella intera, come piace a me)
2 uova intere
1 albume
1 cucchiaino d’olio evo
(so che non ci andrebbe, ma poi la mia amica Silvana, chi la sente?
Voi non glielo dite, ma mi riprometto di farle anche senza olio 😉
1) Sotto, l’impasto all’inizio. Questa volta i liquidi li ho messi tutti da subito e grazie alla farina 0, l’impasto è stato da subito molto più lavorabile

2) Sopra, ecco come si presenta l’impasto (liscio e setoso), dopo 3 intervalli di mezz’ora l’uno al calduccio (ogni mezz’oretta l’ho rilavorato).
Fra un intervallo e l’altro, l’ho coperto con un cellophane e ha riposato nella mia verandina (praticamente analoga ad un forno tiepido: a Roma oggi ha fatto la bellezza di 36-38°C).

3) Questa volta è stato molto più facile tirare la sfoglia. Se notate si vedono anche i disegnini del canovaccio sotto di essa, e i bordi non sono sbilenchi e rinseccoliti come la sfoglia di ieri.
4) Tirata la sfoglia, l’ho poi messa fra due canovacci per mezz’ora ad asciugare un pochino (non fate caso a quel pazzerellone del mio “pargoletto” di 24 anni che mi sta prendendo in giro per le continue foto. A proposito, il tuorlo è andato a lui, ovetto sbattuto con 3 cucchiaini di zucchero 🙂


5) Tirata e fatta asciugare la sfoglia, l’ho tagliata e sovrapposta alla maniera delle Simili.
6) L’ho poi arrotolata, pronta per essere tagliata della larghezza desiderata

7) si prende il gruppo di rondelline di tagliatelle in questa maniera…
8) …poi si afferrano le estremità …
9) … e si sciolgono delicatamente…
10) .. si prendono 5-6 tagliatelle, si attorcigliano intorno a 3 dita, poi i lembi si mettono all’interno di ciascun nido…
11) .. prima di mettere in frigo, ho messo i nidi ad asciugare per un’oretta sulla carta scottex in un vassoio, spolverati con farina di grano duro e coperti da un canovaccio.
Prima di mettere in frigo ho chiuso tutto in un bustone di carta, tipo quelli per la farina.
C’è ancora molto da migliorare, ma vediamo se quando cuocerò queste tagliatelle si spezzeranno in cottura.
Giorno dopo:
buoneee, e non si è spezzettato niente, sono rimaste belle al dente – con 5-6 minuti di cottura – e lunghissime!

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4ª versione – Farina grano tenero, meno tuorli, senz’olio – Realizzazione 01.IX.2010
Altra prova senza olio per emulare le nostre nonne. Loro si che ci sapevano fare con la “pettola”  (ho imparato che si dice anche così).

Un po’ sbiaditelle perché in bianco vero? Buone però!
Le prime, cotte fresche, con burro e salvia –
Le seconde, dopo qualche giorno, buttate in pentola direttamente da congelate, condite con salsa al provolone piccante e zucca.
Ingredienti:
300 gr farina 0/1 del mulino
2 uova intere
2 cubetti di albume surgelato che tengo sempre nel freezer
(totale dei liquidi circa 130 gr, forse meglio aumentare un pochino alla prossima)
1) Sotto, l’impasto all’inizio. Anche questa volta i liquidi li ho messi tutti da subito, ma devo regolarmi meglio (lavorando poi la sfoglia, è risultata un po’ asciuttina).


2) Sopra, l’impasto già molto migliorato, dopo il primo intervallo di mezz’ora, al calduccio.

3) Sopra, il terzo impasto ormai bello e liscio.
4) Tirata la sfoglia, che come al solito deve risultare un pochino “leggibile”
Dicono che si dovrebbero leggere le righe di una poesia d’amore attraverso…. o quello era lo strudel? vabbe’ stiamo lì! 😉

I bordi sono di nuovo troppo rinseccolitelli (devo tenere bene a mente come fanno le Simili!)…
Solite operazioni per la sfoglia.
.. ed ecco il mio vassoietto di nidi.

Una parte le ho congelate e una parte le abbiamo mangiate l’indomani.
Per conservarle fino all’indomani, ho letto che si devono lasciare in frigo, su un vassoio di carta, con sopra un canovaccio appena inumidito
Buone e non si sono spezzettate neanche ‘stavolta, né da fresche, né buttandole direttamente in pentola da congelate.
Devo ancora capire bene quanto debbono cuocere da fresche.
Ho sempre paura per la salmonella, quindi faccio sempre 5-6 minuti abbondanti..
forse è troppo, ma “necessità fa virtù!”.
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5ª versione – Farina grano tenero semi-integrale + farro, senza olio –  Realizzazione 01.IX.2010
Quinta versione delle mie tagliatelle, questa volta mi sono voluta sbizzarrire con un mix di farina tipo 0/1 e farro integrale setacciato, senza aggiungere olio nell’impasto…
…e continua la saga, alla ricerca della tajatella perfetta. Riusciranno i nostri eroi …?

Ingredienti
300 gr farine (150 gr tipo 0/1 + 150 gr farro integrale setacciato)
150 gr liquidi (2 uova intere + albume pastorizzato e che tengo sempre per qualsiasi evenienza nelle formine del ghiaccio)
Procedimento
Per prima cosa setaccio le due farine

Poi formo la solita fontana di farina graaaande sulla tavola, e ..


… dall’alto:
– impasto dopo mezz’ora di intervallo coperto, al calduccio
– dopo 1 ora
– dopo 1 ora e mezza (Silvana fa anche molti più intervalli credo, ma non mi andrebbe di allungare troppo i tempi..)
Fra un intervallo e il successivo, ricordarsi sempre di chiudere “a bottone” il sotto della palla..

Impasto perfetto da subito… e Giotto mi fa un baffo 😉 , nuuuuuu scherzo Giottinooooo…

Naturalmente, nelle varie operazioni di “tagliatellamento” della sfoglia, la mantengo coperta con un canovaccio, per impedire che nel frattempo si asciughi oltremodo, e si spezzetti successivamente in cottura.
Ah! Naturalmente le altre versioni ve le risparmio, ma successivamente le ho tirate anche con la “nonna papera” 😉
Fonte 31.V.2007

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DOLCI

Pavesini

Ecco la versione 2014 dei miei pavesini, con qualche piccola variazione rispetto ai primi che feci. Rieccoli qua quindi in tutta la loro leggerezza e con la loro sferzata di energia.

Ingredienti per 100-120 biscotti o più (dipende da quanto li farete grandi. Vi verranno 3 o 4 teglie a seconda di quanto li distanzierete)
200 g uova bio (fatti da 4 tuorli e 3 albumi)
180 g zucchero semolato
195 g farine bio (155 tipo 0 debole, 40 amido mais/maizena)
20 g zeste di limone (non trattato)
5 g vaniglia naturale (in polvere, bio)
pizzico di sale (quello rosa dell’Himalaya)
Zucchero per la cristallizzazione q.b.
Eh.. si! Questa volta la differenza l’ha fatta il Kenwood, e non ho volutamente neanche messo il pizzico di lievito.. assolutamente inutile, se monterete le uova per 20 minuti come ho fatto io 😉
Quindi…
Procedimento
Montare nel Kenwood con il gancio a frusta alla massima velocità per 20 minuti le uova, lo zucchero, il limone, la vaniglia e il pizzico di sale (il tutto diventerà bianchissimo e con i puntini neri della vaniglia.. ma non disturbano.. anzi)

Unire poi le farine setacciate mescolando delicatamente a mano dal basso verso l’alto con una frusta, per non smontare il composto.
Ecco la consistenza che avrete

Versare il composto in una sac-a-poche con la bocchetta media-liscia e formare tanti bastoncini in una teglia, su cartaforno (io stendevo un po’ come facevo col cucchiaino in passato, soffermandomi agli estremi di ciascun biscottino… bisogna prenderci la mano)

Passare la teglia per 10 minuti in frigo, intanto accendere il forno a 210°C statico.
Uscita la teglia dal frigo, spolverare con zucchero semolato, e soffiare via l’eccedenza (ho provato a mettere la teglia in verticale per togliere l’eccesso di zuccero, e a momenti facevo un disastro).
Cottura
Infornare in un binario centrale, abbassando immediatamente la temperatura a 190°C per 6 minuti. Abbassare poi a 180°C per altri 6 minuti. Togliete velocemente o si coloriranno troppo.

Per le teglie successive (visto che il forno si sarà scaldato meglio), saranno sufficienti 5 minuti a 190 + 5 minuti a 180, ma regolatevi col vostro forno.
Considerate che nella prima delle mie teglie i biscotti avevano quel lievissimo effetto gommoso centrale tipico, in quanto sono venuti leggermente meno coloriti…
Nelle teglie successive invece sono venuti anche del tipo più dorato e asciutto ..
quindi regolatevi a seconda del vostro gusto… ma teneteli d’occhio .. si bruciano in un baleno!!
Se piace questo genere di biscotti, stratosferici è dire poco!!
E INFINE … CALORIEEEE 🙂
E anche io vorrei darvi qualche notizia in più sulle calorie.
Visto che ognuno dà dimensioni diverse ai biscotti durante la formatura, non si può calcolare quante calorie esatte avrà un pavesino.. ma queste sotto sono le calorie totali che potrete suddividere a seconda di quanti biscotti avrete ricavato.. (e non dimenticate di conteggiare anche quelli che assaggerete 🙂 ):
200 g uova bio (fatti da 4 tuorli – 260 cal., e 3 albumi – 51,6 c.) – 311,60 calorie
180 g zucchero semolato – 705,6 cal.
195 g farine bio (155 tipo 0 debole – 528,54 c., e 40 amido mais/maizena – 135,19 c.) – 663,73 cal.
20 g zeste di limone (non trattato) – 9,4 cal.
5 g vaniglia naturale (in polvere, bio) – 14,4 cal.
pizzico di sale (quello rosa dell’Himalaya) – n.c.
Zucchero per la cristallizzazione q.b. (diciamo sui 30 g…) – 117,60 cal.
Totale delle calorie da suddividere per ciascun biscotto: 1822,33
Se con queste dosi riusiste a fare sui 150 biscottini potrebbero essere sulle 12 calorie per biscotto. Se ne faceste 200, le calorie si riducono a circa 9 !!!
Fonte 18.V.2008
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SECONDI, SFIZI E STREET-FOOD

Uova ripiene di gamberetti dukan-style



Sono un gradevole antipasto (ma le considererò maggiormente come secondo) per un regime che ne prevede pochi.
Fate rassodare le uova (io 1) e lasciatele raffreddare.
Tagliatele a metà, estraete i tuorli e schiacciateli, unendo qualche gamberetto tritato finemente (direi che va bene un gamberone per ciascun tuorlo o equivalente).

Aggiungete un po’ di manionese (vedi qui la mia ricetta), riempite gli albumi con il composto ottenuto e guarnite coi gamberetti rimasti.
Fonte 10.XII.2012