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PANE, pizze, pizzelle e dintorni

100% Pane di Enkir con pasta madre solida

Credo che pochi altri abbiano provato questa farina in purezza e non volevo credere che fosse così problematica, ma ormai la farina l’avevo comprata… e perché non provare con pasta madre?

E soprattutto, visto che è una farina antica, volevo presentarvi il metodo antico e semplice, col quale ho quasi del tutto realizzato questo pane, e che mi è stato insegnato dalle donne abruzzesi del paesino dove vado in vacanza in estate…

Ho dato un’occhiata in rete ma in tutti i casi, ne esce un pane molto pesante.. ma è proprio la caratteristica di questa farina antica, ma debole, quindi se non volete mixarla con altre farine forti, o non volete usare espedienti del tipo aceto, limone, ecc.. aspettatevi un pane di solo enkir, pesante ma profumato!
D’altronde, anche il Mulino Marino stesso – evidentemente per le caratteristiche di limitata lievitazione di questa farina – suggerisce in etichetta di utilizzare questa farina per fare del pane azzimo (ma ora – aprile 2017 – sono stata onorata del commento di un membro del mulino Marino stesso, dove si linka anche un loro bellissimo pane!).
Dicevamo sopra che per prepararlo mi sono orientata sul procedimento che mi hanno insegnato le paesane abruzzesi del paesino dove vado in estate. E’ un procedimento di tutto relax perché loro non stanno lì a pesare i grammi di lievito, ma io ho comunque pesato il tutto, successivamente ad ogni passaggio, man mano che procedevo…
Una signora abruzzese, in particolare, mi ha insegnato a fare così (ciao Ritina..!):
– mettere a stiepidire 1-2 dita di acqua in un pentolino,
– scioglierci bene la pasta madre (un pugnettino per una pagnottona!) lavorandola con le dita,
– aggiungere tanta farina in modo di formare una sorta di “polentina” o “mettenna” come la chiamano loro.
– a questo punto trasferire in un barattolo di vetro coperto, spolverando di farina la superficie.
Loro dicono che quando si spacca la farina, è pronto.. e procedono all’impasto.
Io invece faccio almeno raddoppiare (segnando il livello col solito pennarello), e di solito ripeto l’operazione per una seconda volta, perché mi sembra che il pane venga meglio. Inoltre in questo caso lo faccio per avere un lievito trasformato quasi totalmente da pasta madre di grano tenero a lievito di enkir 🙂

Gli ingredienti all’incirca
15 g pm
630 farina di enkir
430 g acqua
12 g sale
Primo poolish o mettenna – h. 23
(ho seguito altri orari, ma inserisco degli orari possibili per voi)
15 g pasta madre
50-55 g di acqua – una o due dita nel pentolino
55-60 g di farina di enkir in modo di avere la pastella densa di cui parlo sopra…
E’ venuto un impastino di g 120-125 gr …

Ho trasferito in un barattolo di vetro coperto non ermeticamente e ho fatto raddoppiare (in 8 ore era raddoppiato)… Quando ho proceduto al II poolish dopo circa 11 ore…era un pochino ridisceso…

Secondo poolish o mettenna – h. 10,00
tutto il lievito precedente in un po’ d’acqua nel pentolino a sciogliersi (sarà stata 60-65 g)
ho aggiunto 65-70 g farina enkir
Questa volta il totale è stato di circa 260 grammi.

Ora, con il poolish più forte , dopo 2 ore era più che raddoppiato, e a questo punto ho fatto un’autolisi così:

Autolisi – h. 12
ho messo nell’impastatrice 300 g di acqua
400 g di f. di enkir
.. e impastato il minimo per amalgamare il tutto.Ho fatto riposare l’impasto autolitico nell’impastatrice, coperto, per 1 ora circa o poco più.Impasto – h. 13,15
700 g di impasto autolitico già nell’impastatrice
260 g di poolish che nel frattempo era triplicato (aggiunto all’impasto autolitico)
10 g di acqua (ma soltanto per raccogliere tutto il poolish depositato nel barattolo di vetro),
100 g di farina di enkir (un cucchiaio alla volta) nella quale avevo mescolato i
12 gr di sale.
Ho impastato a velocità minima, man mano che aggiungevo gli ingredienti, per un quarto d’oretta circa, stoppando l’impastatrice una sola volta per capovolgere l’impasto e ossigenarlo… il tutto fino alle 13,30.

Quando la farina è così debole, credo non faccia bene strapazzarla troppo con velocità troppo alte di impastamento, a meno che non si aggiunga un po’ di olio per sostenere la farina, ma non mi andava di metterne..
E non ho voluto mettere neanche il malto d’orzo.
Lo vedevo superfluo, visto che questa farina slievita presto… credo che avrei solo contribuito a velocizzare ancora di più la lievitazione, e non volevo…
Ho fatto riposare l’impasto nell’impastatrice per 45 minuti circa e poi ho proceduto ad una serie di pieghe a libretto fatte su spiano oleato… l’impasto risultava estensibilissimo, ma fate attenzione, si può stracciare…

Pieghe – h. 14,15 – h. 15,15 – h. 15,45

Dopo le pieghe, ho trasferito l’impasto nel solito cestino, in un telo infarinatissimo…
Ho coperto da telo e pile e ho lasciato in lievitazione per 2 ore circa…Un’oretta prima della fine della lievitazione ho acceso la refrattaria portandola a 270°C.
Ho capovolto sulla pala da forno dopo aver reinfarinato la superficie dell’impasto, ho operato qualche taglio e ho proceduto alla cottura..

Cottura – h. 18
Ho infornato con funzione statico e ho vaporizzato abbondantemente sia le pareti che il pane che la base del forno, abbassando contemporaneamente
a 250°C per 10 minuti,
poi a 230 per 20 minuti,
poi a 210 per 10 minuti,
infine a 170 ventilato per gli ultimi 10 minuti..
..  non è andata assolutamente male..

Certo.. quella caverna di buco non ci dovrebbe essere.. sarà la manipolazione della pirlatura che lo ha provocato…

Il sapore mi sembra ottimo… ho assaggiato un pezzetto e .. quasi si scioglie in bocca.. l’effetto è di un pane pastoso.. non so spiegarmi meglio: comunque ottimo.

Qui invece, la mia prova con lievito in coltura liquida.

Fonte 31.I.2013

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DOLCI PANE, pizze, pizzelle e dintorni

Pane al seitan dukan-style

Non è da me abusare di glutine, ma una tantum, pur se è un pane altamento proteico (fatto quasi esclusivamente da glutine di frumento), ve lo voglio proporre in quanto è l’unico pane che in questa dieta mi è sembrato quasi vero!

Ingredienti per 6 paninetti da 30 g ciascuno (peso cotto)

100 g preparato per seitan (io ho usato il preparato della Natural Food, ma è meglio quello con solo glutine)
150 g latte scremato liquido
1,56 g di lievito di birra e cioè 1/16 di cubetto suddiviso così (oppure mezzo grammo di ldb liofilizzato)
6 g semi di lino

(1 cucchiaino in totale, facoltativo, è una piccola aggiunta, ma fanno così bene, e rallegrano il paninetto…)
chi utilizza glutine puro aggiunga un pizzico di sale (io non l’ho fatto perché il Natural Food già lo contiene)



Preparazione

Ho versato attraverso un colino il preparato per seitan direttamente sul latte nel quale avevo sciolto il lievito, mescolando da subito con una forchetta per non far venire grumi.
Ho fatto lievitare il panetto nella ciotola coperta, per un’ora.

Passata l’ora, ho rimaneggiato l’impastino sbatacchiandolo e andandoci anche di nocche delle dita.
Rimesso a lievitare un’altra ora.
Passata la seconda ora di lievitazione ho formato dei paninetti di 42 g ciascuno e ho fatto lievitare ancora circa 1 ora



Cottura

Visto che quasi tutte le indicazioni riportavano la cottura ventilata ho infornato preriscaldando il forno a 200°C ventilato per 25 minuti (forse anche meno va bene, ma volevo far cuocere per bene il glutine)…
La prossima volta vorrei provare col mio solito metodo prima statico e alla fine ventilato..


***
Visto che i miei panini contengono un minimo di carboidrati in più rispetto a quelli preparati con glutine puro, non farò altro che considerarli come un tollerato, e quindi in attesa di usare il glutine giusto, non ne farò largo uso..
Oltre al motivo citato, come giustamente si riesce ad intuire, meglio non abusare di glutine, sia nella quotidianità, ma nemmeno in questi periodi di “magra”

Ricordo che sono sempre stata contraria anche all’abuso che si fa di farina manitoba (ha un’alta percentuale di glutine rispetto alle altre farine) per la preparazione del nostro pane quotidiano.
Ma qui si parla di un periodo limitato e naturalmente – ripeto – con buonsenso ed equilibrio, bisognerà centellinarsi questi prodotti

Fonte 01.II.2013

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DOLCI

Biscotti croccanti di tofu dukan-style

Con le crusche i biscotti non mi riescono ancora, ma il tofu ha veramente il suo perché (anche se c’è da dire che … “necessità fa virtù”). Lo trovo proprio un comodo alleato, è molto versatile e lo adatto bene sia a chips salati, che ora, a biscotti croccanti. Visto inoltre che è un alimento permesso, non si deve neanche star a fare troppi calcoli sulle dosi da potersi mangiare, e quindi ecco qua i miei biscottini di tofu.

360 g tofu solido
1 cucchiaino da caffè raso di stevia in foglie polverizzata
20 g scorza grattugiata di limoni bio
2 cucchiai succo limone
1 cucchiaino raso di vaniglia in polvere
1 pizzico di sale a 2 dita
Ho mescolato tutti gli ingredienti nel bimby. Ho versato in una teglia da plumcake di pyrex foderata di cartaforno, e ho cotto preriscaldando il forno, con funzione statica a 180°C per 40 minuti, coprendo con foglio di alluminio a circa metà cottura.

Ho sformato, capovolto, lasciato freddare e tagliato, formando tanti stick a mo’ di lingue di gatto…


Ho riempito 2 teglie.
Ho reinfornato a 160°C ventilato per 30-40 minuti , ruotando le teglie un paio di volte e capovolgendo i biscottini (tenere d’occhio la biscottatura… se cuociono troppo, oltre a croccanti, i biscottini potrebbero diventare amari)…

Sono venuti 45-50 biscottini… qualcuno si è dorato di più e sono croccantissimi…

I sapori di questi dolcetti – fra riffe e raffe (come dice sempre mia madre) – è sempre il solito.. la stevia predomina e si sente dappertutto, anche se la uso con parsimonia, ma la voglia di croccante è soddisfatta!
Mi chiedo se potrebbero migliorare ulteriormente appiattendoli a mo’ di lamella fra due fogli di cartaforno prima della seconda cottura.
Fonte 04.II.2013

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa

Cannelloni dukan-style

Ahh! I cannelloni … che buoni. Non che questi si presentino male, ma siccome mi manca la morbidezza della mozzarella che scola, insinuandosi fra le pieghe del cannellone (te dimme se non è poesia questa!!!), quando li passo in forno, nello scaldarli, ci fondo sopra una sottiletta light.. èèèèè ah moré!.. a guera-è guera!!! 🙂

Dai, torniamo seri!
Per questi cannelloni (4 porzioni):
la ricetta delle crepes e della besciamella, grosso modo è la stessa delle lasagne.
Per le crepes:
4 uova
altrettanto peso in albume (circa 220 g)
1 cucchiaino colmo di farina di guar
sale q.b. (sempre meglio poco)
Ho frullato il composto, fatto riposare un’ora in frigo, rifrullato e sono uscite una decina di crepes (2 le ho mangiate in itinere pelché si elano lotte.. ops!!).
Questa volta il composto era di gran lunga migliore rispetto a quando non ha riposato, ma comunque evidentemente non sono amante della sfoglia fatta con le crepes…
Per la besciamella:
è la solita che avevo ancora, e che ho preso dal libro.
Ne avrò usata 150 grammi circa in totale di quella già cotta e surgelata (8 pallette)
Per il ripieno di ricotta:
come accennavo ho messo 4 vasetti di ricotta light con 4-500 g di spinaci freschi lessati e strizzatissimi (160 gr dopo strizzati), poco sale, noce moscata… e tagliuzzato con le forbici multilame.. non mi andava di sporcare tutto e frullare.. e poi mi piacciono di più così rustici..



Mettere un po’ di salsa nella pirofila (eventualmente precedentemente insaporita in padella per qualche minuto, ma anche pomodori freschi a pezzetti vanno bene). Adagiare i cannelloni, e ripetere salsa, besciamella e qualche foglia di basilico.

Gratinare in forno preriscaldando a 200°C, per una 20ina di minuti o comunque grigliare un pochino alla fine per formare la crosticina (se vi piace, a me si!).

Fonte 08.II.2013 
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DOLCI

Krumiri ai tuorli sodi

Grazie ad un “cucinare insieme” di Cookaround, mi sono nuovamente cimentata nella preparazione di questi favolosi biscotti, proprio per provarli con la frolla coi tuorli sodi (ho scoperto che anche i delicatissimi e burrosissimi canestrelli hanno questo tipo di frolla), che li ha resi più friabili del primo tentativo con frolla tradizionale.

Grazie alle varie ricette che ho rivisitato li ho trovati decisamente stupendi sia nel gusto (e molto molto simili agli originali), e perché no, anche nella forma.

I krumiri, considerati come una prelibatezza di Casale Monferrato, città nel nord-ovest d’Italia, sono stati inventati nel 1878 dal pasticcere Domenico Rossi, e sono attualmente ancora venduti nella tradizionale scatola rossa.

Sono realizzati senza acqua, con farina di frumento (anche se molti suggeriscono mais), zucchero, burro, uova e vaniglia, ma la loro ricetta resta segreta.
Hanno una forma leggermente ricurva e la superficie risulta ruvida.
La tipica forma a manubrio potrebbe essere stata scelta in onore dei baffoni di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia.

Anche se molti utilizzano farina di mais ho preferito dare credito alle ricette che vogliono preminentemente grano tenero.

Ingredienti (con 710 grammi di impasto mi sono venuti 73 biscotti)
– 100 gr di burro chiarificato
– 140 gr di zucchero semolato a velo
– 1 albume crudo (potete utilizzare quello dei brik, se non volete “sacrificare il IV uovo!)
– 3 tuorli sodi (che potreste anche separare prima della cottura e “rassodare” mettendo in acqua bollente, delicatamente con un cucchiaio. In questo modo potreste recuperare più agevolmente gli albumi crudi)
– 1 tappino di mio estratto di vaniglia
– 350 gr di farina 0 oppure un mix di farine setacciate insieme, eliminando la maggior parte della crusca, ma mantenendo la leggera granulosità caratteristica di questi biscotti (questa volta ho fatto così: 180 g tipo 00; 100 g Solina; il resto era un misurino di ciascuna delle seguenti farine per un totale di 75 g circa: kamut, farro integrale, segale integrale, avena semi-integrale, fioretto di mais, amido di riso)
– 1 pizzico di sale

Procedimento
Ho messo nella planetaria lo zucchero a velo, il burro freddo a pezzetti, e ho fatto girare prima lentamente, poi ad alta velocità. Ho usato inizialmente il gancio a frusta.

Una volta ben montato ho unito l’albume appena battuto, la vaniglia liquida, poi i 3 tuorli sodi precedentemente schiacciati con una forchetta, e ho miscelato per bene (volendo, si possono setacciare i tuorli attraverso un colino per evitare di ritrovarsi con grumetti di uovo).

Ho sostituito la frusta mettendo il gancio a kappa nella planetaria, quindi aggiunto tutte le farine col pizzico di sale, e ho mescolato fino a che l’impasto è risultato ben uniformato e ha lasciato pulito il gancio.

A questo punto ho formato subito i biscotti.

Dopo aver formato i biscotti su cartaforno, ho messo la teglia in una busta di cellophane e riposto in frigo per una notte intera.

Cottura
In forno ventilato a 300°C (o comunque alla massima temperatura raggiunta dal proprio forno per far subire lo shock termico che secondo me aiuta ad avvicinarsi al sapore originale), che va abbassato a 180°C subito dopo l’inserimento della/e teglie in un binario centrale per 20-22 minuti, a seconda della dimensione della sezione del biscotto.
Importantissimo che i biscotti siano freddi di frigo.
Devono risultare ben dorati, per assumere il classico sapore del krumiro.
Visto che i miei biscotti erano freddi di frigo, e data la dimensione (circa 1 cm e mezzo di diametro) ho fatto cuocere per 22 minuti, ruotando la teglia dopo 10 minuti circa.

Fonte 12.V.2013

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SECONDI, SFIZI E STREET-FOOD

Chips di surimi

Ho letto che a qualcuno non piacciono questi chips di surimi, ma evidentemente non piace neanche il surimi al naturale, perché il sapore in fondo è quello.
La caratteristica di questi chips invece, è la friabilità!!
Perfettamente analoga a quella delle patatine in busta. Si! Proprio quelle che restano ..
1 minuto in bocca…
1 ora nello stomaco… e
1 vita sui fianchi
La differenza è che questi chips sono magrissimi e soprattutto è un cibo permesso in periodo di dieta Dukan.
Ma mi raccomando, vengono favolosi, e meglio delle patatine crik-crok, solo se prima si srotolano…

Credo che sia il segreto per farli al meglio

Quando li mangio al naturale li trovo un po’ troppo salatini, quindi prima di srotolarli, e anche dopo, li ho sciacquati per bene e infine li ho tagliati longitudinalmente.
Con una confezione da 125 g mi è venuta una griglia piena, ma si finiscono in un battibaleno 🙁


Cottura: li ho stesi su cartaforno, direttamente su griglia, poi in forno ventilato a 180°C preriscaldato per 20′.
Mi sembra siano venuti perfetti.

si può notare che la carta si stava accartocciando per l’umidità..


Proprio friabili! E dopo che hanno fatto crok, si sciolgono in bocca 😉
Naturalmente li trovo un’ottima idea-antipasto o anche da aggiungere su una tavola per un buffet.
Fonte 13.II.2013

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SECONDI, SFIZI E STREET-FOOD

Tortino pomodorini e ricotta

Adatto a chi segue la dieta Dukan, questo tortino pomodorini e ricotta è un pasto adatto dalla fase di Crociera, nei soli giorni PV.
Gli unici tollerati da considerare in questo tortino sono le 2 sottilette light (al posto del parmigiano previsto), ripartite nelle 6 porzioni.

Ricordo che la ricotta, col 6% o meno di grassi, è ormai un alimento permesso (notizia dal coaching, del gennaio 2013) e l’unico accorgimento è farla rientrare nel limite giornaliero dei 7-800 grammi di latticini magri permessi.
Inoltre considerare che la dose delle crusche è sufficiente per poco più di 2 giornate, vista la presenza della ulteriore mezza porzione di galletta per la salsina verde profumata.
Quindi, volendo, potremmo mangiare tranquillamente quasi mezzo tortino al giorno senza fare danni.
Dal canto mio, dopo le prime due porzioni, mangiate in un solo pasto (giuro che non sembrava un prodotto … “leggero”), ho surgelato le altre 4 porzioni singolarmente.
Ingredienti (per 6 porzioni):
260 g di simil-brisée*
300 g ricotta (io ho usato quella light al 6% di m.g.)
50 g sottilette light – nr. 2, al 9% di m.g. – (era previsto parmigiano)
100 g pomodori perino (nr. 3)
1 uovo sodo
1 acciuga sotto sale
30 g mollica secca (metà porzione giornaliera di una galletta di crusca)
prezzemolo

mezzo spicchio d’aglio
2 cucchiai aceto di mele o aceto bianco
3 cucchiaini colmi di paraffina liquida/olio di vaselina (invece che olio)

sale q.b.

*Per la simil-brisée di crusche:
ho mescolato 60 g di crusca di avena (4 cucchiai colmi), 20 g di crusca di grano (2 cucchiai colmi), 180 g del mio kefir colato (oppure formaggio magro spalmabile), un pizzico di sale, e ho fatto riposare un po’ in frigorifero.

Preparazione:
Ho steso la simil-brisée nello stampo (10×30) rivestito di carta forno.
Ho bucherellato coi rebbi di una forchetta, lasciando i bordi della brisée un pochino rialzati, e ho infornate a 190°C per 10’ in un ripiano basso del forno.

Dopo la prima cottura ho riempito con ricotta, mescolata a sottilette a pezzetti e sale.

Ho adagiato su questo ripieno i pomodori tagliati a metà senza semi e salati, pigiandoli un po’ (in precedenza li avevo tagliati, svuotati e lasciati scolare capovolti su un piatto).

Ho rimesso in forno per 45’ a 160°C + 5′ di ventilato o grill finale per creare un minimo di crosticina sui pomodori.
Ho frullato nel bimby il prezzemolo, la mollica bagnata nell’aceto e spezzettata, l’uovo sodo, l’acciuga, l’aglio e l’olio di vaselina (che ricordo, non va cotto), non ho aggiunto sale.
Ho sfornato e riempito l’incavo dei pomodori con la salsa verde.

Un’idea carina per un buffet, o un antipastino light, potrebbe essere quella di realizzare dei finger-food utilizzando dei mini pirottini, e naturalmente dei pomodori tondi ciliegino, anziché lunghi.

Fonte 15.II.2013
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SECONDI, SFIZI E STREET-FOOD

Torta di pane raffermo al formaggio

In uno dei “Cucinare Insieme” di Cookaround dovevamo preparare un piatto “povero” ed economicissimo. Mi sono detta: deve essere risparmio?

Quale risparmio migliore del recupero di ciò che si sta per gettare (io non lo faccio proprio, la roba deve essere guasta per buttarla, ma quante cose da mangiare vanno rovinosamente nella pattumiera? Ed è così triste vedere gente che lamenta di non arrivare a fine mese e dice tranquillamente: ho buttato tutto!).
Mia madre l’altro giorno voleva darmi del pane un po’ rifatto (come diciamo a Roma), perché ne aveva tanto e stava lì in una busta tutto triste, tutto senza futuro se non – prima o poi – il secchio della mondezza o, se fosse andata bene, una tostatina in forno, per farne poi del pane grattato.
Mi è sembrato così smortarello, miserello che le ho detto:

“A ma’! MACCCCHEMMMEVOIDA’??!! ..(strega, ioooo!!!).. ma non ricordi che il pane non lo faccio più, che sto a dieta stretta?!”, e me ne sono andata”.
Il giorno successivo invece, visto l’evento imminente, sono stata stuzzicata e, dietro-front:
Mamminaaaaaaaa (da Trilussa: e allora cambiò tono….e mò?.. chi me rimorchierà fino ar deposito?), ce lo avresti ancora un po’ di quel panazzo che giaceva nella credenza? Ecco, mettimelo da parte che passo a prenderlo!!!

Ingredienti e relativi costi per una teglia da 27 cm (circa 6 porzioni)
400 g pane raffermo – € 0,98 – sarò buonaaaa: mi è stato regalato ma ho voluto inserirlo (costo medio di Roma 2,44/Kg)
450 g latte (anche fino a 550 va bene, dipende da quanto è secco il pane) – € 0,45 (99 cent/lt.)
3 uova (ho usato 2 uova + 2 albumi, per cui calcolo il costo di 3 uova) – € 0,51 (1 €/6 pz.)
105 g asiago – € 0,72 (6,90/Kg)
85 g tipo groviera – € 0,59 (6,90/Kg)
35 g parmigiano reggiano (del terremoto, lo avevo in congelatore) – € 0,40 (11,50/Kg)
20 g burro – € 0,27 (1,08/250 g – burro Virgilio-Ipercoop)
sale q.b.
Costo per le 6 porzioni totali: € 3,92
Il peso totale si avvicina a Kg. 1,300; quindi il costo per le 4 porzioni è all’incirca € 2,61.

Bagnare nel latte tiepido le fette di pane raffermo di qualsiasi genere (io latte freddo, per farlo mantenere meglio fino al giorno dopo), anche di tipi diversi, tagliate non troppo alte. Far assorbire e strizzare le fette.

Prendere una teglia, imburrarla e disporre un primo strato di pane bagnato/strizzato.
Ricoprire con fettine di formaggi vari, provolone, caciotta, gruviera… quello che avete in casa, ma con “ generosità “ (io ho usato i formaggi elencati, gli unici in offerta, per rientrare nei costi).


Fare quindi un altro strato di fette di pane, sempre bagnate nel latte e un po’ strizzate.
A parte, battere uova e albumi con poco sale e versarne qualche cucchiaiata sullo
strato di pane in teglia.

Disporre un altro strato di formaggio e un altro di pane.
Irrorare con l’uovo battuto rimasto e aggiungere qualche fiocchetto di burro.
Per ragioni familiari, ho dovuto far riposare in frigo per un giorno, e non credo sia stato un male.
Per la cena del giorno successivo, non avendo indicazioni precise dalla ricetta originale, ho infornato in forno preriscaldato in un binario basso (il pyrex ha bisogno di molto calore da sotto, oppure si cuoce poco).
Ho cotto per 20′ a 180°C statico. Alla fine ho passato la teglia in un binario centrale e ho acceso il grill per 5 minuti (controllate che non si bruciacchi troppo)

Mmmhhh, direi cottura perfetta, una crosticina doratissima e croccante

Piccolo memorandum riassuntivo per il mio numero di strati, che sono 8 in tutto:
1- sulla pirofila unta di burro adagiare per primo il pane bagnato/strizzato nel latte,
2- poi i formaggi,
3- ancora pane bagnato,
4- qualche cucchiaiata di uova sbattute,
5- ancora formaggi,
6- ultimo strato di pane bagnato,
7- l’ultima parte delle uova sbattute
8- e infine i fiocchetti di burro.


Un’insalatina e avremo un bel piatto completo
Fonte 16.II.2013
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DOLCI

Pepite o scagliette di crusca al cioccolato dukan-style

Questa vorrebbe essere la riproduzione di una sorta di cereali aggregati – le famigerate pepite Dukan – che non ho mai visto né comprato, quindi mi sono dovuta ingegnare un pochino.

Con l’occasione, ho provato anche a pressarle a mo’ di biscottini..


Ingredienti per 3 dosi intere oppure 6 mezze dosi (comprensive di 2 tollerati totali).
6 cucchiai crusca avena
3 cucchiai crusca grano
3 cucchiai latte scremato in polvere
1 cucchiaio raso stevia in foglie polverizzate (no liquido!)
3 cucchiai kefir colato bene (o fb, o total 0 scolato due volte, o linessa)
2 cucchiaini olio e.v.o., oppure olio di semi a proprio gusto (per mescolarlo meglio, lo verso nel kefir)
1 cucchiaino caffè solubile, pestato nel mortaio
2 cucchiaini colmi cacao amaro magro 1% m.g.
1 tappino di bottiglia di mio estratto di vaniglia
la punta di un cucchiaino di polvere di semi di cardamomo pestati nel mortaio
Preparazione
Impastare sbriciolando con le dita.

Ho dato una scorsa online: se non si vuole avere solo crusca sparsa nella teglia bisogna perderci un po’ di tempo.

Ho preso ciascun micro-mucchiettino di impasto, pressandolo fra 3 dita di una mano, contro le 3 dita dell’altra mano…(come due cigni che si sbaciucchiano 🙂 )

qui, per mostrare le dimensioni, vicino ad un cucchiaino da caffè!
Per non farci mancare niente, la metà del composto l’ho trasformata in biscottini, pressando l’impastino sbricioloso con forza, fra due fogli di cartaforno con un matterello, e ho cotto così, steso a mo’ di sfoglia.. eliminando prima il foglio superiore della cartaforno.
Ho infornato 100°C x 1 ora ventilato, sia le pepite che le sfogliette.
Ho fatto raffreddare nel forno per un’oretta almeno, e poi ho chiuso in barattolini di vetro, già suddividendo il tutto in 6 mezze porzioni di crusca.

Sono pochi, ma attenzione ai 2 tollerati complessivi di olio..

Questa però, secondo me, è  la versione migliore: scagliette somiglianti a dei croccantissimi biscottini al cacao.

Fonte 17.II.2013

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DOLCI

Biscotti croccanti alle spezie dukan-style

Questa è l’evoluzione della ricetta del pandispezie dukan, ripresa da Cookaround e rivisitata da me con alcune modifiche.
Eeh, si!! Condivido quello che ho sentito dalle labbra di un’attrice in un film di Ozpetek appena visto: “Ognuno in cucina tiene viva una ricetta secondo le proprie trasformazioni”.

Ingredienti
– per 4 porzioni di crusca al giorno e 1/2 tollerato per ciascuna porzione (maizena e olio), oppure
– 8 mezze porzioni e 1/4 di tollerato per ciascuna mezza porzione

120 gr. crusca di avena (8 cucchiai colmi)
40 g crusca di grano (4 cucchiai) – se si vuole omettere la crusca di grano, diminuire i liquidi
25 g kefir (1 cucchiaio) – oppure sostituire con albume e diminuire l’acqua.
1 cucchiaio di latte in polvere scremato
1 cucchiaio di maizena
1 cucchiaio di cannella
1/2 cucchiaio di semi di anice frullati
1/2 cucchiaio di anice stellato fullato
1 pezzetto di zenzero frullato
2 pizzichi di noce moscata
3 chiodi di garofano frullati
1 cucchiaio raso di foglie di stevia in polvere
3 gr. di sale rosa
4 tuorli
50 g acqua
1 cucchiaino di olio e.v.o. per stendere
(ho volutamente omesso il lievito, mi sembrava superfluo, vista la consistenza dell’impasto)

Preparazione
Mescolare il tutti gli ingredienti fino al sale, frullando quando richiesto, (tranne l’avena – che non volevo macinare troppo – ho versato tutto nel bimby) poi unite l’avena, i 4 tuorli, l’acqua e il dolcificante. Ho impastato a spiga per 2 minuti, poi ho continuato a sbriciolare/compattare con le mani.
Abbiamo all’incirca 420 grammi da crudo, per le 4 porzioni (1/2 tollerato a porzione)
Amalgamare con le mani (o nel bimby, ma ricompattare a mano)
Viene un impasto molto sodo
Non siate tentate ad aggiungere altra acqua,al massimo bagnarsi le mani per stendere e lavorare meglio
Stendete col matterello allo spessore di pochi millimetri o tagliate con le formine.
Io ho formato con lo stampino per le tartarughe.
Per questa volta ho voluto provare la stessa cottura delle pepite, quindi 1 h. a 100°C ventilato.
Poi ho lasciato ancora 1 h a forno socchiuso…
..ma non sono venuti croccanti come le scagliette di pepite … evidentemente l’uovo ha più bisogno di cottura per venire croccante…


La prossima volta proverò la cottura suggerita:
“… x 10′ a forno medio, io ho quello a gas ma penso che 180° vadano bene
poi aprite un po’ il forno lasciandolo socchiuso e fate stare altri 5′
si colorano subito quindi attente a non bruciarli”.