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Barrette crudiste nell'essiccatore

Visto il successo delle mie prime barrette tostate in forno, questa volta ho voluto rendere ancora più sano questo snack gustoso, utilizzando l’essiccatore a bassissima temperatura.

Non ho voluto superare i 41°C per non alterare gli ingredienti inseriti (lo yacon ad esempio, uno sciroppo dolcificante naturale bio ad indice glicemico bassissimo, che in cottura perderebbe gran parte delle sue proprietà).

Mi sono ispirata a questa ricetta, con le preziose bacche di goji, dimezzando però gli zuccheri (proverò a diminuire ulteriormente lo yacon) e inserendo un po’ di semi di lino con il loro gel, che fa da collante per amalgamare il tutto.

Ingredienti per 24 barrette in essiccatore a 41°C (peso dopo cotte 15 gr circa)
50 gr mandorle sgusciate (questa volta avevo quelle pelate)
50 gr nocciole sgusciate
50 gr fiocchi d’avena (oppure, per chi avesse problemi di glutine, riso, mais, grano saraceno, miglio, amaranto, quinoa, manioca, teff o sorgo)
40 gr semi zucca o girasole (ho fatto un mix dei due)
40 gr bacche di goji
30 gr datteri
35 gr semi di lino tritati (2 cucchiai colmi) o 18 gr di chia (1 cucchiaio colmo)
2 cucchiaini di olio extravergine
100 gr di sciroppo di acero (ho messo yacon)
50 gr circa di acqua per ammollare semi di lino e bacche di goji
Peso totale circa 450 grammi

Preparazione
NOTA IMPORTANTE
Visto che in questo caso si procede soltanto ad una asciugatura a 40-42°, e non ad una vera e propria cottura, è buona norma, ancor più che per altre preparazioni, osservare la massima igiene.
Premetto che non so se tutti gli ammolli suggeriti (per semi e bacche) abbiano influito sulla consistenza non croccante finale delle barrette (da notare che però è bene, qualora se ne faccio largo uso, ammollare preventivamente i semi per eliminare un po’ di acido fitico. Leggi qui).
Infatti vorrei migliorare ancora queste barrette mettendo prima in ammollo i semi e riunendoli nella lavorazione dell’impasto soltanto una volta asciugati perfettamente.
Per prima cosa quindi, ho tritato i semi di lino e li ho lasciati in ammollo con 2-3 cucchiai d’acqua per qualche ora in frigorifero (la prima operazione li rende più digeribili, la seconda forma il gel che ci serve come legante).
Ho poi aggiunto un cucchiaio d’acqua anche alle bacche di goji per almeno 30 minuti (questa minima quantità d’acqua farà in modo che le bacche si reidratino: non rischieranno di seccarsi troppo durante l’asciugatura, ma non dovremo scolarle o strizzarle troppo prima di amalgamarle al composto).
Ho tritato nel bimby/mixer le mandorle, le nocciole e i fiocchi d’avena in modo da ottenere uno sfarinato grossolano (ho portato gradualmente a velocità 7 per 7”).
Ho versato in una ciotola capiente lo sfarinato e i semi di zucca/girasole interi.
Inizialmente ho mescolato gli ingredienti con un cucchiaio in modo che risultassero ben distribuiti.
Ho aggiunto le bacche di goji che avevano assorbito la poca acqua.
Ho unito i datteri a pezzettini, il gel di semi di lino ormai formato, lo yacon e l’olio.
Aiutandomi con dei guanti di lattice, ho mescolato con le mani, ottenendo un composto omogeneo e piuttosto appiccicoso.
Ho tirato una sfoglia molto fina fra due fogli di cartaforno (non arrivava a mezzo cm.) e  ho suddiviso in porzioni aiutandomi con una spatola.
Per permettere un’asciugatura migliore, in questa fase ho pensato di fare dei fori alle barrette (ho bucherellato a volte prima, a volte dopo aver porzionato la lastra; è pressoché indifferente).


 

  

Per evitare che si sbriciolassero, ho lasciato le barrette direttamente su cartaforno, inserendole all’interno dell’essiccatore a 41°C per circa 25 ore (in questo articolo si parla addirittura di 30 ore di asciugatura, tempi che osserverò in seguito).

Dopo 5-6 ore si erano asciugate in parte.
Visto che andavo a dormire non me la sono sentita di rischiare che qualche scintilla facesse prendere fuoco alla cartaforno, e quindi ho trasferito le barrette sulle griglie.

Per favorire il distacco della cartaforno dalle barrette dopo la cottura, ho scoperto un metodo che non so se è mai stato adottato da qualcuno in precedenza, ma insomma l’ho scoperto da sola, oggi:


1 – sopra, un esempio di residui che restano depositati sul foglio di cartaforno da staccare;

 
2 – basterà bagnarsi una mano oppure uno scottex;

3 – passare delicatamente la mano o lo scottex bagnati ripetutamente per qualche secondo sopra alla cartaforno che sta coprendo la lastra delle barrette sottostanti;

4 – subito dopo, sempre con molta delicatezza, tirare via il foglio di cartaforno completamente pulito

 
Dopo circa 12 ore le barrette non si sbriciolavano più, ma erano ancora morbide.
Per una essiccazione più uniforme, di tanto in tanto ho ruotato e cambiato di posto alle griglie.Arrivata a 25 ore, era giunta di nuovo l’ora di andare a dormire. Ho pensato che per renderle croccanti – se mai questo tipo di barretta raw possa diventarlo – avrei dovuto far stare almeno altre 10-15 ore: non me la sentivo proprio.
Sono piaciute di più rispetto alle barrette in forno, anche se non altrettanto croccanti.
La consistenza è di una barretta duretta, che si spezza piegandola, ma ancora pastosa.
Visto che ho fatto doppia dose, e che l’autrice parla di una conservazione di 3 o 4 giorni in frigorifero, ho optato per una metà di barrette in frigo da consumare entro una settimana circa, e l’altra metà in congelatore.
P.S.
Dimenticavo. Il modo di mangiarle croccanti c’è: sgranocchiarle appena tirate fuori dal congelatore. Se si hanno i denti buoni, provare per credere!
😉

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Biscotti croccanti di tofu dukan-style

Con le crusche i biscotti non mi riescono ancora, ma il tofu ha veramente il suo perché (anche se c’è da dire che … “necessità fa virtù”). Lo trovo proprio un comodo alleato, è molto versatile e lo adatto bene sia a chips salati, che ora, a biscotti croccanti. Visto inoltre che è un alimento permesso, non si deve neanche star a fare troppi calcoli sulle dosi da potersi mangiare, e quindi ecco qua i miei biscottini di tofu.

360 g tofu solido
1 cucchiaino da caffè raso di stevia in foglie polverizzata
20 g scorza grattugiata di limoni bio
2 cucchiai succo limone
1 cucchiaino raso di vaniglia in polvere
1 pizzico di sale a 2 dita
Ho mescolato tutti gli ingredienti nel bimby. Ho versato in una teglia da plumcake di pyrex foderata di cartaforno, e ho cotto preriscaldando il forno, con funzione statica a 180°C per 40 minuti, coprendo con foglio di alluminio a circa metà cottura.

Ho sformato, capovolto, lasciato freddare e tagliato, formando tanti stick a mo’ di lingue di gatto…


Ho riempito 2 teglie.
Ho reinfornato a 160°C ventilato per 30-40 minuti , ruotando le teglie un paio di volte e capovolgendo i biscottini (tenere d’occhio la biscottatura… se cuociono troppo, oltre a croccanti, i biscottini potrebbero diventare amari)…

Sono venuti 45-50 biscottini… qualcuno si è dorato di più e sono croccantissimi…

I sapori di questi dolcetti – fra riffe e raffe (come dice sempre mia madre) – è sempre il solito.. la stevia predomina e si sente dappertutto, anche se la uso con parsimonia, ma la voglia di croccante è soddisfatta!
Mi chiedo se potrebbero migliorare ulteriormente appiattendoli a mo’ di lamella fra due fogli di cartaforno prima della seconda cottura.
Fonte 04.II.2013

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Biscotti croccanti alle spezie dukan-style

Questa è l’evoluzione della ricetta del pandispezie dukan, ripresa da Cookaround e rivisitata da me con alcune modifiche.
Eeh, si!! Condivido quello che ho sentito dalle labbra di un’attrice in un film di Ozpetek appena visto: “Ognuno in cucina tiene viva una ricetta secondo le proprie trasformazioni”.

Ingredienti
– per 4 porzioni di crusca al giorno e 1/2 tollerato per ciascuna porzione (maizena e olio), oppure
– 8 mezze porzioni e 1/4 di tollerato per ciascuna mezza porzione

120 gr. crusca di avena (8 cucchiai colmi)
40 g crusca di grano (4 cucchiai) – se si vuole omettere la crusca di grano, diminuire i liquidi
25 g kefir (1 cucchiaio) – oppure sostituire con albume e diminuire l’acqua.
1 cucchiaio di latte in polvere scremato
1 cucchiaio di maizena
1 cucchiaio di cannella
1/2 cucchiaio di semi di anice frullati
1/2 cucchiaio di anice stellato fullato
1 pezzetto di zenzero frullato
2 pizzichi di noce moscata
3 chiodi di garofano frullati
1 cucchiaio raso di foglie di stevia in polvere
3 gr. di sale rosa
4 tuorli
50 g acqua
1 cucchiaino di olio e.v.o. per stendere
(ho volutamente omesso il lievito, mi sembrava superfluo, vista la consistenza dell’impasto)

Preparazione
Mescolare il tutti gli ingredienti fino al sale, frullando quando richiesto, (tranne l’avena – che non volevo macinare troppo – ho versato tutto nel bimby) poi unite l’avena, i 4 tuorli, l’acqua e il dolcificante. Ho impastato a spiga per 2 minuti, poi ho continuato a sbriciolare/compattare con le mani.
Abbiamo all’incirca 420 grammi da crudo, per le 4 porzioni (1/2 tollerato a porzione)
Amalgamare con le mani (o nel bimby, ma ricompattare a mano)
Viene un impasto molto sodo
Non siate tentate ad aggiungere altra acqua,al massimo bagnarsi le mani per stendere e lavorare meglio
Stendete col matterello allo spessore di pochi millimetri o tagliate con le formine.
Io ho formato con lo stampino per le tartarughe.
Per questa volta ho voluto provare la stessa cottura delle pepite, quindi 1 h. a 100°C ventilato.
Poi ho lasciato ancora 1 h a forno socchiuso…
..ma non sono venuti croccanti come le scagliette di pepite … evidentemente l’uovo ha più bisogno di cottura per venire croccante…


La prossima volta proverò la cottura suggerita:
“… x 10′ a forno medio, io ho quello a gas ma penso che 180° vadano bene
poi aprite un po’ il forno lasciandolo socchiuso e fate stare altri 5′
si colorano subito quindi attente a non bruciarli”.
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Croccantini con sesamo e mandorle

In questo periodo privo di latte e derivati mi trovo spesso a cercare alimenti che abbiano parecchio calcio – così ho rifatto il croccante ai semi di sesamo, che ne contengono in abbondanza …
Mi chiedo se una cosa talmente buona possa veramente fare anche così bene.. sembra di si.. magari senza esagerare, ché questi croccantini hanno pur sempre parecchie calorie 🙂

Come al solito ho lavorato un po’ a modo mio, secondo la mia esperienza, ma ho seguito questa ricetta letta da Manu73, aggiungendo anche delle mandorle come suggerito da Francesca (Ipertesa) nel “Torroniamo Insieme” di qualche anno fa, provando a dare anche le relative quantità per ciascun ingrediente.

Ripeto le dosi esatte per il croccante preparato ieri sera (ne ho ricavato 25-26 barrette di dimensione cm 2×6 circa):180 g semi di sesamo chiaro bio della Sarchio
60 gr mandorle non spellate bio de Il Frantoio
* 90 zucchero semolato
* 36 miele millefiori bio Tuodì
* 1 cucchiaino colmo aceto bianco bio Tuodì (10 g circa) – (secondo Manu, lo zucchero caramella meglio se si aggiunge un po’ di aceto)
* 1 cucchiaio acqua (15 g circa)Cosa importantissima: preparatevi tutto l’occorrente a portata di mano perché le operazioni finali andranno fatte in velocità.Ho prima tostato per una mezzoretta in padella antiaderente, a fuoco basso, semi di sesamo e mandorle intere, fino a sentire il profumo del sesamo tostato (non andate oltre; se ci si dilunga troppo o a fuoco alto, i semi sprigionano sostanze tossiche).Finito di tostare ho versato tutti gli ingredienti asteriscati in un pentolino antiaderente per far sciogliere gli zuccheri, senza mai mescolare.
Intanto ho iniziato a tagliuzzare le mandorle tostate ricavando striscettine verticali, e riunendole infine con i semi di sesamo.Nel frattempo il composto zuccherino sarà arrivato a fare delle bolle. Attenzione a non farlo bruciare e comunque non mescolarlo fino a che non ci verseremo i semi.A questo punto mi sono armata di pazienza e ho mescolato il composto per 20 minuti abbondanti con palette di legno, sempre a fuoco basso (fate dorare per bene il croccante, ma attenzione a non esagerare o diventa amaro).Arrivati a fine cottura deve essere tutto velocissimo,o il croccante si rapprende e non riuscirete più a mettere in forma e tagliare:- finito di cuocere, ho versato la massa bollente su metà lunghezza di un foglio di cartaforno poggiato sul banco di lavoro (io ce l’ho di legno, ma il marmo e anche meglio); non c’è assolutamente bisogno di ungerla;- sul croccante (attenzione, è bollente, ma meglio lavorarlo subito), ho piegato l’altra metà della cartaforno a mo’ di libro, e ho spillato i bordi per non farla spostare;- ho dato qualche colpo di assestamento col matterello e ho rullato fino ad arrivare allo spessore desiderato;- arrivata a 3-4 mm di spessore mi sono aiutata con un coltellone per porzionare la lastra sempre più appiccicosa (ho usato la coltella per la pasta fatta in casa, ma anche una spatola di metallo può andare);- finito di porzionare le barrette, saranno ormai fredde. Ho quindi avvolto subito in cartaforno ciascun “sesamino” e ho spillato le estremità (bisogna evitare al massimo l’umidità, che ammorbidirebbe i croccantini);- conservo il tutto in ambiente asciutto in una scatola di latta con coperchio. Aggiungo anche una manciata di riso

Risultato: se avete adottato gli stessi accorgimenti che ho avuto io per la conservazione, riuscirete a mangiarli croccantissimi per i primi 3 giorni … dal quarto giorno diventano come quelli che si acquistano nelle confezioni monodose al super o nelle macchinette erogatrici, quindi direi che sono ancora ottimi ma perdono un po’ in fragranza e croccantezza

Fonte 12.X.2015