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DOLCI

Torta di Mele Bolzano

Dedicata agli amanti delle torte umide e melosissime, assolutamente da provare questa di Scott Carsberg (ci è voluto qualche tentativo a partire dal mio primo test del 15 novembre 2008, per prepararla al meglio).

Ingredienti (i miei) per uno stampo tondo da 22 cm (superficie 380 mm²), quindi ho considerato il 95% circa rispetto alle dosi originarie:
100 zucchero canna bio (questa volta ho voluto diminuire, ma per la prima volta sarebbe meglio seguire la ricetta originale con 125 g)
1 tuorlo + 1 uovo
1 minicucchiaino raso di vaniglia naturale in polvere (in alternativa cardamomo o soltanto cannella)
60 olio dal sapore neutro (diminuito di 15 g rispetto al burro)
55 farina debole (più altra per lo stampo)
9 g lievito chimico homemade
105 latte intero (ho aumentato di 15 g rispetto all’originale per ripristinare i liquidi mancanti dal burro che ho omesso)
540 g mele da sbucciare (per questa ricetta le asprigne Granny Smith sono le più indicate).
1 pizzico di sale

Procedimento (il mio)
Montare le uova con lo zucchero e la vaniglia (o cannella).
Aggiungere l’olio e amalgamare bene.
Aggiungere il latte, setacciare sopra la farina  e mescolare bene.
Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili aiutandosi con una mandolina (lasciare le mele a riposare in acqua gelata con qualche ghiaccetto, garantito che non si anneriranno).

Subito prima di aggiungere le mele ben scolate nell’impasto, inserire il lievito e mescolare bene.
Versare l’impasto in una tortiera a cerniera rivestita da cartaforno imburrata e infarinata, e cuocere in forno preriscaldato a 170°-180° ventilato per 45-50 minuti circa.
Volendo, a torta fredda, aggiungere un po’ di zucchero a velo (meglio ancora se zucchero “bucaneve”/idrorepellente).

 

Lidea
Ho pensato fosse carino riandare alle origini di questo dolce per il quale Carsberg ha preso spunto qui in Italia.
Sotto quindi la versione dell’autore, tradotta da me dalla ricetta originale che trovate qui, reperita in un articolo del New York Times del 2004.
Ho anche convertito gli ingredienti riadattandoli da misure americane ad italiane.
BOLZANO APPLE CAKE rivisitata di Scott Carsberg
Tempo di preparazione 1 ora e un quarto.
Ingredienti
113 g burro (più burro per ungere lo stampo)
65 g farina debole (più altra per lo stampo)
2 uova
200 g zucchero
semi di 1 baccello di vaniglia
567 g mele Granny Smith (3 o 4 medie.. immagino intenda con la buccia) 
10 g lievito istantaneo per dolci
122 g latte a temperatura ambiente
Zucchero a velo

Procedimento
1. Riscaldare il forno a 190°C.
Rivestire di cartaforno uno stampo 20×20 cm (superficie 400 mm²), spalmando sopra uno spesso strato di burro.
Spolverare poi di farina e togliere l’eccesso.

2. Fondere il burro in una piccola casseruola e mettere da parte.
Sbattere insieme le uova e metà dello zucchero in una ciotola.
Continuare a battere aggiungendo lentamente lo zucchero rimasto fino ad addensare;
il composto cadendo dal cucchiaio dovrà fare un nastro (o “scrivere”).

3. Dividere il baccello di vaniglia nel senso della lunghezza.
Raschiare i semi nel composto di uova/zucchero e immergere il baccello nel burro fuso.

4. Sbucciare e tagliare le mele sottilissime.

5. Rimuovere la vaniglia e versare il burro fuso nel composto di zucchero/uova.
Unire la farina/lievito e versare mescolando alternando con il latte.
Immergere le mele nel composto, verificando che siano ben rivestite dalla pastella.
Versare tutto nello stampo livellando la superficie con le dita.

6. Cuocere per 25 minuti, poi ruotare la tortiera;
cuocere all’incirca per 25 minuti ancora, fino a quando la torta si stacca dallo stampo e apparirà dorata;
quando, inserendo un coltello a lama sottile al centro della torta, questo uscirà pulito, la cottura sarà ultimata.
Raffreddare 30 minuti, quindi tagliare longitudinalmente e cospargere le fette con zucchero a velo.

Resa: 6-8 porzioni”

Una foto della torta, presentata ultimamente al contest al quale ho partecipato in questo periodo.

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VARIE - Quel che resta, e non è poco

Pectina-bio casalinga

 Nel periodo delle marmellate ho preparato anch’io la mia versione di pectina-bio casalinga.
L’input principale l’ho preso da un vecchio consiglio del 2006 di Cookaround, ma in rete è pieno di metodi da seguire.
Fino ad oggi non avevo mai usato pectina acquistata, né tantomeno preparato quella fatta in casa.
Ho proceduto quindi ad una prova con le mele raccolte nel paesello di mia nonna, nell’entroterra abruzzese (sono asprigne e non ci vado matta, ma sono biologiche al 100%).

Ho letto che la pectina è contenuta principalmente in alcuni tipi di frutta, quali mele, ma anche prugne,  agrumi, uva e ribes.
A quanto pare i torsoli e le bucce delle mie mele poco mature (e gratis, aggiungo) sono una buona fonte di pectina e quindi ho proceduto con queste.
Ho sbucciato grossolanamente le mele.
Ho messo via la polpa irrorandola con un po’ d’acqua e succo di limone per non farle annerire e mangiarle in un paio di giorni (o farne una torta di mele, ecc.).
Non utilizzerò infatti la polpa per fare la mia pectina!
In una pentola ho messo tutti i torsoli e le bucce ricavate dalle mele (600 gr circa), più un limone piccolo intero (polpa, semi e buccia, tranne l’albedo – la parte bianca che è amara – anche se è una parte degli agrumi piena di pectina: la prossima volta la metto), coprendo il tutto a filo con acqua.
Ho fatto bollire coperto per 40 minuti (qualcuno si spinge fino a un paio d’ore) dopodiché ho messo tutta la brodaglia a scolare per 12 ore (senza pressare), con un passino e dei tovaglioli, in un´altra pentola.
Dopo 12 ore ho portato di nuovo a ebollizione e ho fatto restringere il liquido fino ad ottenere un terzo di quello iniziale (almeno 30 minuti).
Risultato: ho ottenuto oltre 200 gr di “succo di mela” asprigna.
Per la conservazione ho trovato tre modi di procedere:

  • Versare questo liquido bollente in barattolini sterilizzati, con coperchi sterilizzati e conservare in frigorifero, chiuso, per un mesetto (a differenza della marmellata questo composto non contiene zuccheri tali da permettere una lunghissima conservazione!)
  • Per sicurezza si potrebbe far bollire nuovamente i barattolini per almeno 20 minuti dall’ebollizione, frapponendo fra questi degli stracci per non farli rompere
    In una preparazione successiva ho deciso di sterilizzare ulteriormente i barattolini di pectina
  • Ultima possibilità, porzionare e congelare il liquido ricavato.

La consistenza non è esattamente acquosa; diciamo che ricorda di piú i succhi di mela comprati, quando, nel fondo della bottiglietta, si vedono anche dei residui polposi.
La dose da utilizzare per ciascun tipo di frutta è da zero a 200 gr di pectina per 1 chilogrammo, a seconda del tipo di frutta utilizzato per fare la confettura/marmellata (in questo messaggio una interessante tabella per orientarsi).
In alternativa a questa preparazione si potrebbe adottare il metodo consigliato in alcune ricette: mettere il torsolo con i semini e le bucce in una garza o in un pezzo di mussola, chiudere a sacchetto e legarlo al manico della pentola, lasciandolo ricadere appeso all’interno della pentola stessa, e cuocere insieme alla marmellata, per poi togliere il tutto a fine cottura, prima di invasare.
 

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DOLCI

Treccia alla crema di mele con pasta madre


Con un impasto molto simile alla mia Treccia mora zuccherata con lievito liquido, e con il confronto continuo con altri membri di Cookaround, è venuta fuori questa golosità naturale per la colazione e non solo.
Ingredienti per 2 stampi da circa 11 x 25
Se volete avvantaggiarvi potete fare come ho fatto io, anticipando al giorno precedente la crema di mele, i primi due rinfreschi della pm e il milk roux….
Per la crema di mele
(per un totale di circa 420 g )
4 mele (ho usato royal gala piccole, sbucciate, tagliate a tocchetti e mescolate con succo di mezzo limone)
2 cucchiai zucchero di canna (o più, in base ai gusti)
½ cucchiaino raso di cannella
1 cucchiaio di maizena
1 noce di burro

Ho messo nel le mele con tutto il loro succo, lo zucchero e la cannella.
Cotto 10′, 100°C, vel. 1 e frullato per qualche secondo.
Poi ho aggiunto un cucchiaio colmo di maizena e una noce di burro.
Addensato 20′, 90°C, vel. 2 e nuova frullatina per pochi secondi.

Ho fatto raffreddare velocemente, ho versato la crema in vasetto di vetro e messo in frigo…
… il giorno dopo
Poolish – h. 14,30
90 pm (rinfrescata 4 ore prima con latte e manitoba) + 90 latte + 90 manitoba (volendo impastare nel bimby, 15-20″, vel. 3)
Impasto*** – h. 17,30 – 18,00
270 g poolish precedente
600 g farina ( 480 g manitoba 0 tibiona + 120 g tipo 00) frullata nel bimby con la buccia di un limone non trattato
150 g latte fresco intero (io l’ho messo tutto, ma potrete metterne anche meno in base alle farine usate)
120 g uova intere (2 uova)
110 g milk roux (preparato il giorno precedente con 10 g di maizena + 100 g latte + 5 g sale. Freddato e messo in frigo)
100 g zucchero aromatizzato alla vaniglia in bacche (il mio)
100 g burro ammorbidito
10 g miele


*** Ho voluto ricavare anche le percentuali orientative degli ingredienti del solo impasto, rispetto ai 760 grammi circa di farina usata:
latte/albumi (idratazione) – 59%
burro/tuorli (grassi) – 18%
zucchero/miele (zuccheri) – 15%
Nel ho versato il latte, il poolish, lo zucchero, il miele e ho frullato qualche secondo.
Ho aggiunto il milk roux e ancora frullatina.
Poi ho messo tutta la farina e impastato 2′, vel. .
A questo punto ho considerato che eravamo già oltre con le dosi adatte al bimby, allora ho diviso in due panetti e ho aggiunto a ciascuno la metà dei restanti ingredienti (1 uovo e 50 grammi di burro ammorbidito, per ciascun panetto da circa 600 grammi di impasto) facendo 2′, vel. per ciascun panetto.
Infine ho riunito i due panetti e ho mandato altri 2′, vel. per amalgamare i due impasti.
Ho fatto riposare circa un’ora nel boccale (dalle 18 alle 19) e trasferito in ciotola unta, facendo qualche piega con una spatola.
Messo l’impasto in frigo dalle 19 alle 17,30 del giorno successivo.
… il giorno successivo …
Fuori a temperatura ambiente per un’oretta (è cresciuto, ma poco, in compenso l’impasto è maturato..) e ripreso l’impasto verso le 18,30, spalmata la crema di mele, arrotolato per formare la treccia (con molta difficoltà, visto che ho voluto mettere molta crema), come descritto nella Treccia Russa.

Ho messo a lievitare in due stampi imburrati, ho messo sulla superficie anche della glassa alle mandorle residuo congelato di altri dolci (altrimenti pennellate con latte), ho coperto e lasciato in luogo tiepido (forno a lucetta accesa) per circa 3 ore.


sopra si vedono i due stampi con una treccia a fine lievitazione (già raddoppiata) e una treccia a fine cottura (cresciuta ancora moltissimo nel forno)
Cottura – h. 23 circa
in forno statico preriscaldato a 180°C per 30′ in un binario basso, poi a 165°C per 10′ coprendo la volta del forno per non far colorire troppo la treccia.Crescerà ancora moltissimo..


… è praticamente 4 volte la sua dimensione iniziale,
e la fetta è golosa e morbidissima..

Fonte 15.XI.2011