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SALSE, sughi, condimenti, erbe

Salsa alla carlofortina

Tempo fa, a ridosso del Natale 2010, un ex compagno di piscina mi suggerì una pasta al sapore di mare da portare in tavola per l’imminente Vigilia, tale “Salsa alla Carlofortina con bottarga di muggine”.
Non ne avevo mai sentito parlare e, come faccio di solito, dopo una ricerca in rete sulla base degli ingredienti suggeriti dal giovanotto, e cioè bottarga, tonno e pesto, ho estrapolato la mia ricetta.

Per accompagnare questa salsa (che ha una storia multiculturale, con le sue origini liguri-sarde-tabarkine), mi è sembrato carino scegliere le trofie, un tipo di pasta ligure (queste, preparate qualche giorno fa e, appunto, surgelate).

Ingredienti (per 6 persone)
800 g trofie fresche
400g di tonno rosso fresco
20 pomodori ciliegini
1 cipolla media
mezzo bicchiere di vino
olio extra vergine d’oliva
pepe verde (e/o peperoncino)
poco sale
200 g pesto genovese
bottarga di muggine grattugiata per guarnire il piatto

Procedimento
Ho lavato, asciugato, tagliato il pesce a cubetti e versato nella padella dove avevo messo ad imbiondire olio, cipolla e poco peperoncino.
Ho sfumato con vino, fatto evaporare e aggiunto i pomodorini per una breve cottura, fino a far addensare un pochino.

Nel frattempo ho scolato le trofie lessate, le ho versate nella padella con la salsa a fuoco ancora acceso e ho fatto saltare per qualche istante.
Ho aggiustato di pepe (lo uso verde, mi risulta meno caloroso).
Ho impiattato e, su ciascun piatto, ho aggiunto una generosa cucchiaiata di pesto e una spolverata di bottarga di muggine grattugiata.

L’idea in più
Piccolo suggerimento per una pizza napoletana verace preparata con la carlofortina “scomposta”:
sotto, pesto a pezzettini surgelato (altrimenti cuoce troppo);
sopra, salsa con tonno a piccoli cubetti,
sopra mozzarella,
in uscita spolverata di bottarga di muggine.

 

In passato, in occasione della preparazione delle lorighittas, splendida pasta sarda, feci questa salsa anche senza pomodori: deliziosa ugualmente!

Le lorighittas del Natale 2010 con salsa carlofortina in bianco.

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PASTAiola, primi e pasta fatta in casa

Trofie con grano tenero

Purtroppo in questo periodo di covid-lockdown non ho in casa la semola di grano duro adatta alla preparazione delle trofie, né posso/voglio girovagare a cercarla.

Pur avendo soltanto della farina di grano tenero, la scelta tuttavia è caduta ugualmente su questo tipo di pasta homemade, perché vorrei condirla con la salsa alla carlofortina in previsione per domani: quale formato migliore del connubio fra trofie liguri e salsa di Carloforte?!!

Non solo! Avevo una splendida mattonella per fare gli “andarinos” (che naturalmente non sono ancora capace di fare), e per ricavare le trofie ho utilizzato quella!

Quindi ho formato questa pasta con quello che avevo e, per renderla più gialla, ho aggiunto un pizzico di curcuma al tipo di impasto ben elastico, che mi era molto piaciuto e che avevo già preparato per i miei gyoza.

INGREDIENTI per 4 persone:
400 g farina debole
240 g acqua bollente
2 cucchiaini olio
½ cucchiaino raso di curcuma
½ cucchiaino raso di sale

PROCEDIMENTO
Ho impastato tutto in una ciotola con una forchetta, poi ho trasferito sullo spiano e ho continuato ad impastare per una decina di minuti.
Ho fatto riposare ancora una mezz’ora e reimpastato.

Mantenendo l’impasto riparato con un canovaccio umido per non farlo seccare, ho ricavato dei rotolini e formato dei cilindretti (tipo gnocchi piccolini).

Ho rotolato ciascun cilindretto prima verso l’esterno e poi – secondo uno dei metodi individuati – ho rotolato verso di me in obliquo (altri metodi come questo su yt rotolano soltanto l’impasto fra le mani).
Il “ritorno” l’ho effettuato direttamente sulla mattonella rigata.

Queste trofie, un po’ diverse dalle solite, mi sono sembrate molto carine anche se qualcuna somigliava agli andarinos.

Ho fatto cuocere in acqua bollente salata per circa 5 minuti dalla ripresa dell’ebollizione.

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PIATTO RICCO mi ci ficco (e piatti unici)

Gyoza – Ravioli giapponesi

Questa è la rivisitazione (secondo gli ingredienti che sono riuscita a trovare) di quanto mi ha insegnato la nuorina giapponese, per preparare questi deliziosi ravioli fritti in olio e poi in acqua, in rigoroso stile nipponico.

INGREDIENTI per…
RIPIENO (4-6 porzioni)
200 g di maiale macinato
1 cucchiaio di aglio grattugiato (questa una delle importanti differenze rispetto ai ravioli a vapore cinesi, che generalmente non contengono aglio)
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
1 cucchiaino salsa di soia
1 cucchiaino olio di sesamo piccante
sale e pepe verde
2-3 cipollotti
1/4 di cavolo verza
1/2 cipolla

INVOLUCRI (38-40 con coppapasta da 8 cm)
200 g farina debole (io ho fatto 160 tipo 0 gr 11 di proteine + 40 g maizena)
120 g acqua bollente
1 cucchiaino d’olio (io di sesamo)
1 pizzico di sale

SALSA DI IMMERSIONE (per ciascuna ciotolina)
30-40 g tamari (salsa di soia)
30-40 g aceto di riso
poche gocce di olio di sesamo piccante

Inoltre, olio di sesamo o di arachide per friggere

PROCEDIMENTO per…
RIPIENO
Per prima cosa ho tritato finemente le verdure e le ho messe a scolare in un passino.
In una grande ciotola intanto ho mescolato con le mani tutti gli ingredienti e infine ho aggiunto le verdure, amalgamando per bene il tutto.

INVOLUCRI
In una ciotola ho versato farina, sale, ho aggiunto acqua bollente, olio e ho mescolato con una spatola di legno.
Ho lavorato un po’ l’impasto, ripassandolo poi sullo spiano.
Avendo tempo lascio riposare in cellophane per 20-30 minuti, altrimenti come ho fatto oggi, tiro da subito con la “nonna papera”: per una decina di volte sempre ripiegando nella stessa feritoia grande; poi man mano ho ridotto lo spessore fino ad arrivare alla penultima tacca (ho 6 spessori).
Col coppapasta ho formato i dischetti, rilavorando velocemente anche i residui.

Gli involucri in Giappone si trovano già pronti da acquistare.

1. Ho preso un involucro e l’ho messo nel palmo della mano.
2. Ci ho messo sopra una pallina di ripieno (10 g circa).
3. Usando il dito dell’altra mano, ho inumidito tutto il contorno del bordo con acqua.

4. Ho piegato a metà, pizzicato al centro e formate le piegoline simmetricamente.

SALSA DI IMMERSIONE
Intanto ho mescolato i pochi liquidi di condimento.
Se è prevista una sola ciotola di salsa di immersione comune a tutti, ricordarsi di non immergere il proprio gyoza oltre la prima volta (no double dipping please!).
In alternativa prevedere che ognuno abbia una sua ciotolina personale per immergere il gyoza anche una volta addentato.

In questa foto, i primi gyoza che preparò mio figlio 😉


COTTURA
1. Ho riscaldato l’olio di sesamo in una padella molto grande a fuoco medio-alto e ho aggiunto i gyoza in cerchio.
2. Dopo circa 5 minuti, una volta ben fritta la base dei ravioli, ho versato un po’ d’acqua nella padella e ho coperto, lasciando cuocere a vapore i gyoza per altri 5 minuti.
3. Ho rimosso il coperchio e ho aspettato che l’acqua evaporasse completamente in modo che i ravioli tornassero ben asciutti e croccanti.
4. Una volta ben dorati da almeno una parte, abbiamo poi gustato i gyoza immersi nella loro condimento.